A Natale siamo tutti meno green

da | Dic 5, 2019

A Natale siamo tutti più buoni, forse. Ma sicuramente meno green. Che piaccia o no, le celebrazioni natalizie equivalgono spesso a molti sprechi. È un dato di fatto che in questo periodo aumentino i consumi e la conseguente produzione di rifiuti, che vede un incremento in media del 30%.

Fra i rischi che corriamo a Natale c’è quello di dimenticare i nostri buoni propositi in materia di sostenibilità ambientale. Aumento dei consumi energetici, spreco di cibo, produzione abnorme di rifiuti: il regalo che facciamo trovare al pianeta sotto l’albero è tutt’altro che green.

Facciamo il conto

A confermare il fenomeno sono i dati del Waste Watcher, il primo Osservatorio nazionale sugli Sprechi, attivo per iniziativa di Last Minute Market. Secondo i numeri raccolti da Waste Watcher, in Italia gli sprechi principali legati al Natale riguardano denaro (43%), cibo (41%) ma anche carta e imballaggi (11%). In questo periodo si mangia in media l’80% in più rispetto al normale e l’impronta di carbonio che ogni cittadino lascia (ovvero il contributo del singolo individuo all’inquinamento) cresce del 5,5% rispetto ai giorni normali.

Nel mondo 500.000 sono le tonnellate di cibo che vengono buttate via ogni anno dopo pranzi e cenoni. Un miliardo sono i biglietti di auguri che finiscono nel cestino e 300.000 le tonnellate di carta che vengono usate per impacchettare i regali. Non dimentichiamo che, per 1 kg di carta da imballaggio, vengono emessi 3,5 kg di CO2. A ciò si aggiungono 125.000 tonnellate di imballaggi in plastica dei quali una quantità sorprendente finisce nei nostri oceani.

E poi abbiamo le luci. La loro magia è senza dubbio indiscutibile, ma avete mai pensato a quanto schizzino alle stelle i consumi energetici in questo periodo? A causare l’incremento però, non sono solo le illuminazioni delle decorazioni e dell’albero, ma anche il maggiore utilizzo di elettrodomestici come forno e lavastoviglie, e le luci delle case tenute accese fino a tardi per i festeggiamenti.

Consumismo natalizio e dilemma della sostenibilità

Come affrontare la dicotomia tra il significato umano e spirituale del Natale e le pratiche di consumo associate a tale festa? Sicuramente non è facile opporsi a quei riti collettivi (regali, pranzi, addobbi), che si sono depositati nel nostro immaginario sin dalla più tenera età. Che siamo credenti o meno, ha senso vivere questa festa nell’indifferenza, senza badare minimamente alle conseguenze delle nostre azioni?

Credo che sia importante fare un passo indietro rispetto a quel sentimento di pienezza e abbondanza materiale che la società dei consumi vorrebbe imporci. Il Natale non può e non deve essere solo una scusa per il consumo eccessivo e sfrenato. Sono convinta che sia possibile trascorrere le festività con un impatto ambientale minore.

In che modo? Prestando attenzione alle proprie scelte e adottando un comportamento responsabile – probabilmente, anche più in linea con il vero spirito del Natale – che possa contribuire non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico e sociale.

Ed è proprio quello che Spindox sta cercando di fare con la campagna Go!Green e le nuove policy di sostenibilità adottate. Anche durante le feste, perché gli sprechi non vanno in vacanza.

Sì alle decorazioni, ma più green

La consapevolezza dell’insostenibilità ambientale delle festività, è fortunatamente in continua crescita. Citando la Zero Waste Chef Anne Marie Bonneau, il pianeta non ha bisogno di una manciata di persone che producano perfettamente zero rifiuti, ma ha bisogno di milioni di persone lo facciano in modo imperfetto. Ognuno di noi quindi, con dei piccoli accorgimenti, può limitare il suo impatto sull’ambiente, senza dover rinunciare alla gioia dei festeggiamenti.

Si comincia dalle decorazioni. Il primo dilemma che ci si trova ad affrontare è sicuramente quello dell’albero di Natale: vero o di plastica? Quello sintetico ha un impatto decisamente maggiore sull’ambiente, pari a circa 21 kg di CO2 per essere realizzato. Quindi la scelta più sensata è quella di acquistare o noleggiare un abete vero in un vivaio dove le piante sono coltivate appositamente con quello scopo, e di restituirlo una volta finite le feste.

Per quanto riguarda il resto delle decorazioni vale più o meno la stessa regola: evitare la plastica e preferire materiali riciclati, possibilmente non usa e getta. Acquistando decorazioni di buona qualità, siamo sicuri di poterle riutilizzate anche negli anni a venire.

Le luci: scegliere quelle a Led che consumano fino all’90% in meno di energia e sono più longeve (ricordiamoci però di spegnerle quando non siamo a casa). Per gli esterni, possiamo trovare oggi in commercio molte luminarie dotate di efficienti pannelli fotovoltaici che portano a 0 il consumo energetico.

Quando si scelgono i regali, bisogna prestare attenzione a cosa si sta realmente comprando. È sempre preferibile scegliere di regalare un’esperienza o qualcosa che risponda a un’esigenza reale o che duri nel tempo, evitando di comprare i prodotti con imballaggi sproporzionati e inutili (carta riciclata e riciclabile è meglio).

Sobrietà a tavola

Veniamo al momento più atteso, il pranzo di Natale. Per servire le portate, al bando le stoviglie di plastica usa e getta: optate per alternative più ecologiche e compostabili o ancora meglio usate la ceramica!

Prestate attenzione quando fate la spesa. Scegliete prodotti locali e di stagione per la tavola: acquistando questi prodotti si contribuisce a sostenere i mercati a chilometri zero riducendo le immissioni di CO2.

Pianificate con attenzione il menù delle feste, evitando di comprare cose in eccesso. Se anche in questo modo i pranzi e le cene lasceranno molti avanzi nel frigo, condivideteli con amici e parenti, o donateli, ad esempio, alle associazioni che si occupano di dare un pasto a chi è in difficoltà.

Il nostro augurio per questo Natale è di affrontare le celebrazioni con la giusta sobrietà. Che non vuol dire privarsi della gioia di stare insieme e condividere la sacralità del momento, ma cercare di vivere le feste con meno sprechi, ponendo l’attenzione su quei gesti di valore e rispetto dell’ambiente e del prossimo.

Fonti dei dati: WWF, Waste Watcher

Valentina Capozza
Valentina Capozza
Un po' designer, un po' fotografa, un po' analista. Sempre in cerca di un punto di equilibrio fra il precipizio e il volo divino.

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