Per Anouk Wipprecht gli abiti sono la nostra interfaccia col mondo. A Meet The Media Guru la fashion artist olandese racconta la creatività ai tempi della manifattura 4.0.
L’incontro di Meet The Media Guru con Anouk Wipprecht si inserisce nel calendario ufficiale degli eventi della Milan Fashion Week e inaugura la collaborazione tra MtMG e Innovation and Craft Society.
Ingegnere e fashion artist olandese, Anouk Wipprecht progetta indumenti micro-comandati, utilizzando sensori che monitorano i bio-segnali e sistemi di machine learning abbinati ad una tecnologia animatronica. I suoi abiti non sono solo in grado di rilevare la temperatura corporea e la pressione sanguigna, ma mettono in relazione il corpo con l’indumento e l’ambiente circostante.
La designer è considerata una pioniera e una delle principali protagoniste del Fashion Tech, un ambito che integra la moda con la robotica e le scienze ingegneristiche, intrecciando queste discipline per esplorare nuove possibilità: corpo, indumento e tecnologia diventano un tutt’uno. Anouk Wipprecht vuole creare una moda intelligente, che viva con noi e ci permetta di trovare nuovi modi di interfacciarci con il mondo. Lee sue creazioni dimostrano come la tecnologia possa attivare una relazione fisica e psicologica con ciò che indossiamo.
Il percorso di Anouk Wipprecht inizia a 14 anni, quando intraprende gli studi di moda. La designer olandese si rende presto conto del potenziale espressivo e comunicativo dei vestiti. Il suo desiderio è però di andare oltre la natura puramente estetica e analogica degli abiti. Il suo obiettivo è renderli interattivi. Due anni dopo scopre la robotica e avvia una ricerca che la porta a integrare questo mondo con quello della moda, applicando la tecnologia ai corpi.
Anouk Wipprecht combina le ultime scoperte in campo scientifico e tecnologico per rendere la moda un’esperienza capace di trascendere la mera apparenza. I suoi modelli sono equipaggiati con numerosi sensori che controllano lo spazio intorno al vestito. Altri sensori monitorano i parametri vitali dell’individuo che indossa la sua opera, come i livelli di stress, il respiro, il battito cardiaco o l’ansia.
Il suo Spider Dress è un esempio perfetto di questo tipo di estetica, dotato di sensori di prossimità e 6 braccia mobili situate sulle spalle e le clavicole che contribuiscono a creare un limite fisico più definito dello spazio personale. Questo abito nasce da una riflessione sullo spazio personale ed è in grado di comprendere ed interpretare 12 diverse modalità comportamentali. Lo Spider Dress reagisce quindi in 12 modi diversi. Se ci si avvicina troppo, l’abito attacca. Viceversa se si rimane lontani, le braccia si muovono in maniera armoniosa, quasi danzando e invitando ad avvicinarsi. Il vestito è programmato in modo tale che «le interazioni con l’ambiente non siano solo un sistema di norme universalmente codificate, ma anche una reazione personalizzata e determinata dall’unicità del singolo individuo», come spiega la stessa Wipprecht. Si tratta quindi di un sistema che lavora per noi, mettendo la tecnologia al nostro servizio creando un’interfaccia che ascolta il corpo ed agisce, ad esempio in base ai livelli di stress o attenzione.
«Gli abiti del futuro – sostiene Wipprecht – potrebbero espandere la nostra coscienza, agendo come una seconda pelle intelligente, in grado di comunicare i nostri stati interiori, attraverso i vestiti che indossiamo».
La fashion artist prende spesso ispirazione dall’etologia degli animali, analizzando la loro meccanica e i loro modelli comportamentali. È il caso del meccanismo di difesa che caratterizza lo Spider Dress e lo Smoke Dress. Quest ultimo, ispirato al sistema utilizzato dalle seppie, possiede dei sensori in grado di rilevare il numero di persone che si trovano intorno all’abito e rilasciare del fumo se si ci si avvicina. Maggiore è il numero di individui presente e maggiore sarà il fumo rilasciato.
Anouk Wipprecht progetta abiti che possano creare un’interazione particolare tra chi li indossa e gli ospiti. Ecco quindi il Cocktail Dress, ideato per alcuni nightclub di Las Vegas e dei locali di Ibiza. Questo vestito è dotato di un sistema elettronico con una pompa peristatica posizionata sulla schiena della modella, ed è in grado di preparare dei cocktail schiacciando semplicemente un pulsante. Questa creazione quindi crea un’interazione con gli ospiti, rendendo l’abito e chi lo indossa interattivi.
Un’altra sua creazione particolarmente interessante è Intimacy, un abito composto da cristalli liquidi polimerici, la cui composizione può essere alterata attraverso l’intensità luminosa che modifica la densità dei cristalli. In tal modo il livello di trasparenza del materiale cambia a seconda delle circostanze esterne. La particolarità di materiali come questo ci permette di sperimentare ed ideare dei design completamente nuovi.
Le creazioni di Anouk Wipprecht aprono quindi le porte ad un nuovo tipo di moda e di vestito. L’abito diventa un’installazione artistica che modifica i parametri di interazione tra uomo e tecnologia, dando un significato diverso al concetto di wearable technology.