L’aggiornamento di Penguin, confermato da Google nei giorni scorsi, costituisce un’importante novità per chi si occupa di SEO. Vediamo perché.
Alla fine la conferma è arrivata: Penguin è ora parte dell’algoritmo principale di Google Search. Con un annuncio di poche righe, apparso il 23 settembre nel blog Webmaster Central, il motore di ricerca di Mountain View ha comunicato due importanti novità.
La prima è che Penguin agisce ora in tempo reale. Mentre in passato la lista dei siti penalizzati dall’algoritmo antispam di Google veniva aggiornata periodicamente, da oggi tale aggiornamento avviene in modo continuo, ogni volta che un documento è identificato dal crawler del motore di ricerca e indicizzato.
La seconda novità è che la funzione antispam è ora più granulare: Google è in grado di declassare una singola pagina, anziché un intero sito web.
Per effetto di questi due cambiamenti, Google ha anche annunciato che non comunicherà più, in futuro, ulteriori modifiche di Penguin. In sostanza Pengiun diventa parte integrante dell’algoritmo principale di Google Search, che analizza oltre 200 segnali per determinare la graduatoria dei risultati nelle ricerche.
Penguin fu introdotto nel 2012 per contrastare le principali tecniche di webspam adottate all’epoca, come il keyword stuffing o il cosiddetto “mercato dei link” (link schemes). Da allora l’algoritmo è stato aggiornato più volte e ha conosciuto tre versioni principali. Quella rilasciata il 23 settembre scorso, dunque, è la quarta.
Per evitare di essere penalizzati da Penguin è importante evitare le pratiche classificate da Google come webspam. Un utile ripasso è disponibile nella pagina di Webmaster Guidelines della Google Search Console.