Abbiamo già parlato di AWS Interact, l’evento di riferimento in Italia sui servizi cloud di Amazon, che si è svolto a Milano nel novembre scorso e di cui Spindox è stato sponsor e partner tecnico (abbiamo fra l’altro fornito l’applicazione e i dispositivi indossabili impiegati per la registrazione degli ospiti).

Ma quali sono le principali novità presentate da Amazon ad AWS Interact? Una delle più significative è senza dubbio AWS Lambda. Il nuovo servizio rende disponibili in pochi millisecondi le risorse di calcolo necessarie all’esecuzione di codice, in risposta a uno specifico evento. Questo può essere, per esempio, il caricamento di un’immagine, il clic di una URL, l’azione dell’utente di una app o qualsiasi output di un dispositivo online. Si paga solo per le richieste che sono onorate e solo per il tempo necessario all’esecuzione del codice, sulla base di scaglioni di 100 millisecondi. La console di AWS Lambda è molto semplice: è possibile caricare direttamente il proprio codice (pensiamo, ad esempio, a un’applicazione in Node.js) e definire i trigger di esecuzione, i quali possono anche derivare da altri servizi AWS, come Amazon S3 o Amazon DynamoDB. Non a caso Lambda viene presentato in contemporanea a una novità che riguarda proprio S3: la funzione che genera un evento ogni volta che un oggetto è aggiunto o modificato in un bucket. Siamo insomma nell’ambito di quello che potremmo chiamare “event-driven cloud computing”. Ma c’è di più: AWS Lambda permette di trasformare una libreria, anche nativa, in un backend disponibile sul cloud e attivabile mediante poche righe di JavaScript. Lo stesso codice usato per gestire una richiesta al giorno può così rispondere, in modo trasparente, a migliaia di richieste al secondo. A nostro avviso si tratta di uno dei servizi in grado di trasformare radicalmente il modo in cui oggi utilizziamo l’infrastruttura AWS. Il video qui sotto offre un approfondimento su tema:

Altra importante innovazione è costituita dall’AWS Service Catalog. Si tratta di un servizio pensato per agevolare l’accesso alle proprie risorse sulla piattaforma AWS e la loro gestione da parte del dipartimento IT. In pratica, con AWS Service Catalog gli amministratori possono impostare alcuni gruppi di servizi preconfigurati o applicazioni a cui far accedere solo determinati utenti autorizzati, tenendo traccia del loro comportamento. In altri termini è possibile definire template personalizzati, contenenti prodotti AWS che incorporano architetture standard e relative configurazioni.

Degna di nota anche la tanto attesa integrazione di Docker in Amazon AWS con il nuovo servizio EC2 Container Management Services, finalmente rilasciato in preview. Il Docker integrato in AWS sfrutta il principio dei sistemi distribuiti mediante virtualizzazione del sistema operativo, su cui appunto si fonda il progetto open source Docker. Si tratta di un ambito in cui anche Google si sta muovendo, forte della propria esperienza interna. Non a caso, uno dei prodotti più interessanti dell’offerta Google Cloud è proprio Google Container Engine. Quest’ultimo è addirittura più avanzato di Amazon AC2, il quale non gestisce le virtual machine sottostanti. Si tratta, in entrambi i casi, di servizi fondati su paradigmi che potrebbero evolvere profondamente nel giro di un anno o due.

Infine un accenno va fatto anche ad Aurora, il motore di database per RDS (Amazon Relational Database Service) compatibile con MySQL, che tuttavia promette performance fino a cinque volte superiori rispetto ai classici MySQL. A ciò si aggiungono un migliore gestione della sicurezza, nonché maggiori scalabilità e disponibiltà (availability del 99,99%) rispetto a soluzioni di fascia alta SAN (Storage Area Network) e database commerciali.

In generale si può dire che la capacità computazionale nettamente superiore a quella dei concorrenti si dimostri sempre di più uno dei punti forti dei servizi AWS rispetto ad altre infrastrutture cloud. I dati parlano chiaro: con ben un milione di clienti attivi, Amazon AWS continua a essere il leader mondiale del cloud. E – non dimentichiamolo – “cloud has become the new normal.”