67 miliardi di dollari: è questo il prezzo pagato da Dell per l’acquisto di EMC, leader nel mercato mondiale degli apparati di data storage. Il che ne fa l’operazione più grande di sempre, nel settore dell’hi-tech. Dell cerca così di riposizionarsi commercialmente e agli occhi degli investitori, riconoscendo implicitamente che il comparto dei personal computer non ha futuro. Lo stesso comparto, non a caso, già abbandonato da HP e IBM.

Resta da capire se EMC porti in dote a Dell qualcosa di significativo. Due terzi del valore di EMC sono rappresentati da VMware, che fornisce tecnologie per la virtualizzazione dei sistemi informativi con l’etichetta di Unified Hybrid Cloud. Qui, come si dice, c’è la ciccia. Il resto del gruppo opera infatti in un settore, quello dell’hardware per la conservazione dei dati, non meno maturo di quello dei PC. D’altra parte, fa notare Dal Gallagher sul “Wall Street Journal” di ieri nel suo commento Why Dell’s EMC Bid Leaves VMware Looking Like Devalued Currency, la strategia di Dell nei confronti di VMware è poco chiara. C’è dunque il rischio che i migliori talenti lascino la società, come spesso succede in questi casi, deprimendone il valore. VMware continuerà a essere trattata al NYSE, ma se la quota flottante dovesse crescere in misura considerevole, questo non gioverebbe al prezzo delle azioni oggi riconosciuto dal mercato. Né si possono escludere contromosse proprio da parte di IBM o HP, per evitare che VMware finisca nelle mani di Dell.

Quali scenari può aprire questa operazione? Se guardiamo alle analisi delle solite Gartner e Forrester, ma ancora di più alle scelte che compiono gli acquirenti di servizi IT in tutto il mondo, l’informatica del futuro non è qui. I nuovi leader si chiamano AWS, Google e Microsoft, le tre società che hanno saputo meglio interpretare, fin qui, i nuovi paradigmi.