Che cos’è la biofilia?
La tendenza umana a sentirsi emotivamente in connessione con forme di vita diverse: altre specie animali, l’ambiente, i fenomeni atmosferici. Un “amore per la vita” in tutte le sue forme e manifestazioni.
Origini del termine
Il termine è stato introdotto per la prima volta nel corso degli anni ’70, quando lo psicologo Eric Fromm lo utilizzò per indicare l’amore spassionato della vita e di tutto ciò che è in vita, per poi essere ripreso nel 1984 dal biologo Edward O. Wilson. Questi ne perfezionò la definizione in ciò che ora identifichiamo nella connessione che noi umani avvertiamo con il pianeta, le altre specie animali e vegetali.
Ma cosa vuol dire questa “connessione”? In altre parole, noi umani percepiamo la nostra esistenza e il suo significato anche in funzione di ciò che ci circonda, e la natura ha per noi un ruolo simbolico, perché fin dai primi passi della nostra specie abbiamo instaurato un legame unico con il pianeta e le altre forme di vita avvertite intorno a noi, attraverso di noi, dentro di noi.
La biofilia oggi
Sfortunatamente, parlare di biofilia oggi è come parlare di un amore perduto, di qualcosa che, nel corso dell’avanzamento (tecnologico e sociale) della nostra specie abbiamo dato per scontato e trascurato. La crisi climatica, i disastri ambientali e il fatto che il tasso di estinzione di specie animali e vegetali oggi è tra le 1000 e le 10000 volte più alto rispetto al tasso di estinzione naturale parlano chiaro. Ci siamo dimenticati di essere biofili, di questa connessione genetica che ci differenzia dalle altre specie. Di questo nostro superpotere, svilito e affievolito dalla kryptonite dell’avanzamento tecnologico e della globalizzazione.
Negli ultimi anni, siamo stati testimoni di una crescente quantità di programmi istituzionali, agende e iniziative per contrastare il cambiamento climatico. Sul nostro blog, abbiamo parlato molto di questi temi, dalla macchina elettrica, agli E-Fuels, dal Fit-for-55, alla sostenibilità digitale, passando da economia circolare, moda sostenibile e agricoltura del futuro.
Ma la biofilia, come la sostenibilità in generale, non deve limitarsi a progetti geopolitici, attività aziendali o iniziative di larga scala. Non dimentichiamoci che la biofilia nasce da dentro di noi: è un sentimento personale, un legame collettivo tanto quanto intimo. Un desiderio di connessione che possiamo far partire dal nostro quotidiano, per dare vita a un cambiamento dal basso verso l’alto. Un piccolo passo per migliorare l’umanità partendo dai suoi atomi, ovvero da chi siamo e da chi vogliamo diventare. Una realizzazione ancora più importante, questa, se consideriamo il fatto che popolazione mondiale ha appena varcato la soglia degli 8 miliardi.
Biofilia macro, ma anche micro
Ecco perché, accanto al livello macro, dobbiamo occuparci anche del micro. Questo significa impegnarsi personalmente a dare voce a quell’amore, a ristabilire quel legame emotivo che ci distingue dalle altre specie. Nella nostra vita quotidiana, ci sono accorgimenti che possiamo adottare per muoverci in questa direzione. La parola chiave in questo senso è una particolare consapevolezza (dall’inglese consciousness), che implica un senso di responsabilità e un desiderio di cambiamento.
In particolare, biofilia e l’essere conscious possono unirsi in un’unica prospettiva o mentalità, quella dell’eco-consciousness, ovvero l’essere consapevoli nei confronti dell’ambiente. Questo include tutti gli atteggiamenti che mostrano una mentalità aperta e ricettiva nei confronti dell’ambiente e riguarda quelli che forse sono i concetti più noti, quando si tratta di mostrare amore verso l’ambiente. Ad esempio, effettuare una corretta raccolta differenziata per promuovere il riciclo dei materiali. Scongiurare la fast fashion in virtù di marchi di moda più sostenibili. A livello di prodotti alimentari, possiamo trasformarci in localvori, ovvero in “mangiatori locali”, che si nutrono di prodotti di provenienza locale. In generale, possiamo investire in marchi e attori economici che hanno a cuore il futuro del pianeta, che si interessano al benessere e allo sviluppo delle comunità in cui operano e si impegnano in progetti di sostenibilità ambientale e integrazione sociale.
Questi atteggiamenti d’acquisto promuovono il cosiddetto conscious consumerism, ovvero consumismo/capitalismo consapevole, un modo nuovo di fare acquisti che ci riporta in connessione con un sentimento biofilo che, per noi umani, è vecchio tanto quanto il mondo.