Laboratorio di ricerca, incubatore e startup ma anche punto di ritrovo per i massimi esperti internazionali di Bitcoin e criptovalute. È Blockchain Lab, anello di congiunzione tra incumbent e mondo delle unità di scambio paritarie, decentralizzate e digitali.

Blockchain Lab nasce nel 2015 da un’idea di Giacomo Zucco, quando a Milano si incontravano tre dei massimi esperti mondiali di bitcoin. Zucco, imprenditore e attivista, mollò Accenture nel 2012 per occuparsi di startup, innovazione digitale e politica – è stato il portavoce italiano del movimento Tea Party.

Nata come una semplice startup nello spazio di coworking Copernico, oggi Blockchain Lab è un marchio riconosciuto a livello internazionale, nonché il fulcro di un network (BHB network) che guarda anche oltre oceano. A breve l’annuncio di una partnership con la città di Montreal. In calendario una serie di progetti in Asia e Sudafrica.

Là dove le tasse si pagano in Bitcoin

Blockchain Lab ha base anche a Chiasso, in Svizzera, «qui vicino ma in una realtà completamente diversa», spiega Mir Serena Liponi, chief community officer di Blockchain Lab. Oltre a ospitare Cryptopolis, un’ecosistema fintech di startup e di realtà incentrate attorno all’idea di bitcoin e alle cryptocurrencies, Chiasso è infatti la città al mondo in cui vengono pagate più tasse in “oro digitale”. Un primato, questo, che ha fatto schizzare alle stelle la popolarità del piccolo comune del Canton Ticino.

In tre anni di attività Blockchain Lab è cresciuta tanto. E non solo fisicamente, visto che oggi occupa quasi tutto il terzo piano dello spazio di coworking Copernico. C’è stata un’evoluzione anche a livello di community, spiega Liponi: «oltre che una startup ci piace definirci un incubatore, un centro di ricerca e un punto di incontro e di ritrovo».

«Blockchain Lab è un punto di ritrovo»

Questa è forse una delle peculiarità dell’azienda: Blockchain Lab è la casa di chi è veramente interessato al mondo della blockchain (guai a dire Bitcoin!). Esperti internazionali, startup non necessariamente residenti a Milano transitano per gli uffici di via Copernico, dando vita a una rete di relazioni e di collaborazioni fra più parti. È così, per esempio, che è nato il protocollo di lightining network battezzato “Protocollo Milano”. Tutti i massimi esperti mondiali di Lightning Network (un’implementazione che rivoluzionerà la scalabilità di Bitcoin) si erano ritrovati insieme, un po’ per caso, negli spazi di Blockchain Lab. Tutti seduti allo stesso tavolo, a discutere su un problema che inizialmente vedeva i singoli come controparti concorrenti. Alla fine proprio quel tema si è rivelato un proficuo fattore aggregante.

Blockchain Lab è un punto di ritrovo e di incontro anche in un altro senso: «una delle attività fondamentali con cui siamo cresciuti e abbiamo fatto crescere la community di Blockchain Lab sono i meet up mensili», spiega ancora Liponi. «Sono i più grandi e più seguiti d’Europa. Da noi organizzati e ospitati, consistono in incontri con i maggiori esperti internazionali del settore, di fronte a una platea sempre più folta. Abbiamo ospitato Adam Back, Rusty Russell, Matt Corallo, Sipa, Joseph Poon, Elizabeth Stark, Peter Todd e Ryan Sheak, solo per citarne alcuni».

Ma è anche una startup

Blockchain Lab è strutturata a più livelli. «Abbiamo un team di intelligence che porta avanti il core business dell’azienda e si occupa della reportisitca per i nostri clienti», spiega Liponi. Una sorta di consulting, insomma. «Abbiamo poi un team di sviluppatori che seguono la parte più tecnica e tecnologica dei progetti. Stanno addosso al codice tutto il tempo. C’è poi la parte di management».

Blockchain Lab si pone come interlocutore tra il mondo degli esperti di bitcoin e gli incumbent. Quindi tra chi ha le risorse e chi dispone di competenze. In questo momento di grandissimo hype in cui la blcockhain sembra essere diventata la panacea universale è infatti importante avere chiarezza sulle reali possibili applicazioni di questa tecnologia, sui problemi che può effettivamente risolvere e su ciò che, almeno per ora, rimane pura fantascienza.

Un ponte con l’industria finanziaria

Infine – come spiega ancora Liponi – c’è il rapporto con i big. «L’industria finanziaria tende a lavorare con gli scarti del mondo degli esperti di blockchain. Questi, d’altra parte, tendono a lavorare con gli attori marginali, meno interessanti dell’industria finanziaria. Inoltre sono difficili da approcciare. Blockchain Lab è un ponte: garantisce agli esperti di blockchain risorse, spazi comuni, massa critica di progetti. In cambio offre all’industria informazioni aggiornate in tempo reale e approfondite al massimo livello tecnico che non si possono trovare altrove su come funziona questa tecnologia e su cosa diventerà da qui a dieci anni».