FCA aderisce al Responsible Sourcing Blockchain Network (RSBN) per costruire un flusso di approvvigionamento più responsabile delle materie prime necessarie alla produzione di auto elettriche.
Un sourcing più efficiente e ora anche più sostenibile sul piano sociale e ambientale nella produzione di auto elettriche, grazie alla tecnologia blockchain. Questo è il cammino che il gruppo FCA ha deciso di intraprendere con l’adesione al Responsible Sourcing Blockchain Network, iniziativa promossa da diversi operatori del settore automobilistico come Ford e Volkswagen.
Lo scopo è tracciare l’approvvigionamento delle materie prime – in particolare dei metalli destinati alla produzione di batterie per l’auto elettrica – dalla miniera fino al mercato. Il problema si pone soprattutto per il cobalto, altamente richiesto per la produzione di batterie agli ioni di litio che alimentano i veicoli elettrici.
L’iniziativa di FCA si colloca nel contesto degli usi della tecnologia blockchain per generare servizi infrastrutturali sostenibili. Si tratta di un ambito molto promettente, come evidenzia lo studio dell’OCSE Blockchain Technologies as a Digital Enabler for Sustainable Infrastructure, pubblicato il 5 settembre di quest’anno.
Da dove vengono i metalli per le batterie?
Il mercato globale delle miniere e dei metalli ha un valore gigantesco. Esso è sempre stato soggetto a inefficienze derivanti da procedure manuali basate su documenti cartacei e dalla mancanza di trasparenza tra gli attori coinvolti nel processo. Lo sviluppo dell’auto elettrica sta contribuendo a rendere particolarmente turbolento, nello specifico, il mercato di alcuni metalli, come litio, cobalto e nichel. Anche perché si tratta di materie prime che provengono da pochi centri di produzione, spesso localizzati in regioni del mondo instabili. Si pensi al caso del cobalto, alla cui produzione la Repubblica Democratica del Congo contribuisce per circa il 60%.
In questo settore, che traina l’economia mondiale e le nuove tecnologie, è molto importante avere al giorno d’oggi un certificato che attesti le informazioni relative all’estrazione delle materie prime. Ad esempio, il luogo geografico di estrazione, il processo di lavorazione, la qualità dell’ambiente di lavoro, i contratti. Sono tutti dati che consentono di monitorare le attività delle aziende e verificare che queste non adottino pratiche poco ortodosse e trasparenti.
Blockchain in miniera: come funziona
La tecnologia blockchain permette di migliorare questa situazione grazie alla presenza di un registro condiviso su una piattaforma cloud, che consente di creare in tempo reale un’unica vista delle transazioni e dei dati dell’intera supply chain, i quali risultano in questo modo visibili a tutti i partecipanti autorizzati.
In sintesi, dopo che il minerale grezzo è stato estratto, la società mineraria inserisce nel registro tutti i dati, comprese le prassi di sostenibilità ed etiche. Ciò consente una verifica indipendente da parte degli organi di controllo e degli utenti finali. Quando i materiali sono poi caricati per il trasporto, la piattaforma può registrare ciascuna transazione e le parti interessate possono visualizzare e riconciliare le informazioni dell’intero percorso.
Le opportunità legate all’uso di tecnologie blockchain per la tracciabilità dei minerali e dei metalli sono ben descritte in uno studio di RCS Global del 2017. La piattaforma cloud messa a punto da RSBN, insieme a IBM e RCS Global Group, diventerà operativa entro la primavera del 2020. La tecnologia blockchain prescelta è Hyperledger Fabric.
Minerali di conflitto: perché è necessario intervenire
Ovviamente non ci sono solo litio, cobalto e nichel, ossia i minerali utilizzati per le produzione delle batterie destinate alle auto elettriche. I cosiddetti minerali 3TG – tungsteno, tantalio, stagno e oro – che si trovano all’interno di una vasta gamma di prodotti come laptop, dispositivi mobili e veicoli, spesso provengono da un giro di affari che finanzia il conflitto armato nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e nei paesi limitrofi.
I minerali estratti da queste miniere vengono contrabbandati dalla RDC verso paesi confinanti come Uganda e Ruanda, poi da lì esportati in Estremo Oriente e fusi con minerali provenienti da tutto il mondo. Una volta che i minerali vengono affinati, è estremamente difficile rintracciarne l’origine.
Per questo motivo in questo settore, è necessario il massimo grado di attenzione da parte delle aziende, alle quali si chiede di agire in modo più etico e responsabile, identificando e analizzando tutti i prodotti fabbricati o commissionati che contengono 3TG e intraprendendo azioni correttive.
Tracciabilità: un nodo cruciale per le aziende
La responsabilità sociale delle imprese, ossia la salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente, costituisce una tema fondamentale per la gestione della supply chain.
Sempre più aziende scelgono oggi di affidarsi alla tecnologia blockchain per disintermediare e certificare nei propri processi. E questo non solo per migliorare l’efficienza della produzione, ma anche per certificare il rispetto di standard di approvvigionamento responsabile rilasciati dall’OCSE.
Gestire meglio gli impatti sociali
Con l’adesione all’RSBN, FCA conferma l’intenzione di affrontare con fermezza il problema dell’approvvigionamento sostenibile nella sua catena di fornitura delle materie prime.
«Il nostro impegno per l’approvvigionamento responsabile delle materie prime è di vitale importanza per l’integrità e la sostenibilità della nostra catena di approvvigionamento, in particolare quando la nostra strategia di elettrificazione aumenta» ha dichiarato Carl Smiley, Chief Acquisti e Supply Chain Officer di FCA. «Intraprendere questo viaggio insieme alla tecnologia e ai leader del settore ci consentirà di avere visibilità sulle miniere artigianali e su piccola scala, permettendoci di gestire meglio gli impatti sociali e ambientali della nostra attività».
Insomma, il colosso automobilistico non intende restare indietro e vuole arrivare preparato per il lancio entro il 2022 di oltre 30 modelli a trazione elettrica. Grazie al RSBN, FCA potrà tracciare e validare i suoi rifornimenti minerali e nello specifico di cobalto.