Da on-premise a cloud: la migrazione che migliora performance e gestione delle risorse

da | Mag 20, 2019

Settore: Fashion | Anno: 2018

Così Spindox progetta e realizza la migrazione del parco applicativo di un importante marchio di moda italiano.

Gestione flessibile, ottimizzazione dei costi e innovazione dell’infrastruttura applicativa. Questi sono i tre bisogni intorno a cui nasce e si sviluppa il progetto di cloud migration per un grande marchio di moda italiano.

Il cliente – uno dei più rinomati marchi italiani nel mondo – aveva bisogno di un’architettura applicativa in grado, a seconda del periodo e della contingenza degli eventi, di gestire picchi e carichi di richieste ai server non preventivabili. I limiti in termini di scalabilità di una struttura on-premise – in forza al cliente – emergono con evidenza nei periodi di forte pressione.

Un esempio calzante per l’ambito del cliente in questione è la settimana della moda di Milano. La kermesse che, due volte l’anno, raccoglie i principali brand di moda globali nella città meneghina, rappresenta un momento di forte pressione mediatica e comunicativa per il marchio. Pressione che si traduce in un numero molto alto di richieste di connessione all’infrastruttura applicativa. La quale deve necessariamente poter disporre di una gestione flessibile delle sue risorse di calcolo.

Come avviene ormai da tempo in Spindox, anche per la realizzazione di questo progetto, il paradigma operativo alla base è quello CI/CD (Continuos Integration and Continuos Deployment). Il paradigma DevOps – che implica un lavoro sinergico tra le squadre Operations e Developmentpermette agli sviluppatori di rilasciare il codice in modo più veloce, continuo e automatizzato. Migliorandone di conseguenza il processo di sviluppo e limitando gli errori in fase di rilascio.

Soluzione

L’operazione ha implicato la migrazione – in modalità lift and shift – del parco applicativo del cliente (di cui la maggior parte a uso interno). Spindox ha progettato la migrazione dei portali applicativi dai server fisici on-premise verso l’infrastruttura cloud di AWS

Dunque, è stata eseguita la containerizzazione degli applicativi. Dai tradizionali software che girano su macchine virtuali, si è passati a container a microservizi. Come docker o in formato serverless – lambda function.

Tutta l’infrastruttura applicativa è stata migrata in Amazon Web Services. Anche la parte di database e quella di cache. Invece, sono rimasti esterni ad AWS servizi core – come SAP – che si trovano sui server fisici del cliente. Questi rimangono raggiungibili attraverso un direct connect con il cloud provider.

Vantaggi

Scalabilità dell’infrastruttura applicativa. La nuova configurazione permette di far fronte a picchi di richieste che arrivano da più utenti collegati simultaneamente.

Ottimizzazione dei costi. Come noto, utilizzando un’infrastruttura cloud “paghi solo per quello che usi”. Si paga la singola chiamata che l’utente fa all’applicazione. Questo permette di abbattere costi di maintenance e pagare solo per le risorse di calcolo utilizzate.

Ridondanza dei server. La ripetizione dei server, permette di collocare i server più vicini agli utenti. Uno degli applicativi migrati – disegnato e progettato interamente da Spindox – ha i nodi dislocati in tre diverse region. In modo da poter garantire performance migliori in base alla region di provenienza del client.

Valeria Vitale
Valeria Vitale
Ariete ascendente Leone, ma sono anche simpatica. La mia forma di espressione preferita è la danza, ma anche a scrivere me la cavo. Mi piace viaggiare, parlare francese e discutere di serie TV.

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