Conosciuto da alcuni come Interaction Designer, da altri come DJ, Daito Manabe è stato ospite di Meet the Media Guru. Media artist fra i più noti al mondo, il suo obiettivo è abbattere i confini fra arte e tecnologia.
Nel caldo dell’estate milanese siamo stati rapiti dall’energia audiovisuale di Daito Manabe, esponente del movimento d’arte digitale giapponese, ospite a Meet the Media Guru. Interaction designer, programmatore, ingegnere, professore e DJ, Daito è fra gli autori più noti al mondo di arte performativa basata su sistemi digitali.
Luci innescate dal movimento, musica elettronica prodotta da magneti, volti che si distorcono al passaggio di corrente elettrica: questo è il linguaggio di Daito.
Quanto sia possibile definirlo scienziato o artista è la domanda che in molti ci siamo posti. Certamente a guidare è la musica, la sua più grande passione.
Chi è Daito Manabe?
Figlio di un bassista e una pianista, già da bambino Daito Manabe entra in contatto con la musica. All’età di circa dieci anni, l’attenzione prima orientata verso i videogiochi si sposta infatti su un sintetizzatore Yamaha.
All’inizio il suo sogno è quello di diventare un rapper ma trova la sua strada come DJ. Arriva il momento dell’università e la scelta cade sulla facoltà di matematica, dove si specializza in geometria e topologia. Ma non smette di coltivare la sua passione e fonda la sua band.
Nel 2006 crea con due suoi amici la società Rhizomatiks, con l’intento di promuovere la collaborazione tra media art e mondo del business. Daito è al fianco di Motoi Ishibashi come co-direttore di Rhizomatiks Research, la divisione dedicata all’esplorazione di nuove possibilità nel campo dell’espressione tecnica e artistica.
Ma le attività di Daito non si esauriscono qui. Il media artist collabora attivamente con diverse organizzazioni artistiche internazionali tra cui il Sònar di Barcellona e aziende di moda globali come Dolce & Gabbana e Nike. Daito Manabe è una figura ibrida, a suo agio in consolle quanto in cattedra: specially-appointed professor dal 2015 presso la Keio University SFC.
L’elettro-stimolazione che produce musica
Specialista nel fondere linguaggi e strumenti diversi, il suo lavoro si muove ai confini fra analogico e digitale, tra reale e virtuale, con un filo rosso che non manca mai: la volontà di abbattere i confini fra arte e tecnologia. – Meet the Media Guru.
Gli esperimenti e i progetti di Daito combinano fra loro diversi tipi di discipline e tecnologie: Musica, Realtà Aumentata, Interaction Design, Danza, Intelligenza Artificiale, Elettronica e Computer Grafica.
Sin dai primi studi, viene attratto dalla possibilità di fare musica attraverso l’elettro-stimolazione del corpo. Lui e suoi amici sono le prime cavie di questi esperimenti. I muscoli facciali diventano i tasti per produrre suoni. La corrente elettrica generata da una contrazione muscolare viene istantaneamente convertita in audio. La sequenza di espressioni animano così una traccia musicale.
La realtà aumentata diventa spettacolo
Al picco creativo del suo percorso artistico, Daito ipotizza una performance tutta in mixed reality. Dopo studi e ricerche, da vita al progetto Reframe, in collaborazione con il gruppo nippo-pop tutto al femminile Parfume x TECHNOLOGY. Daito e la sua crew realizzano una performance trasmessa via Web in real time streaming, nella quale si esibiscono in sincrono le tre Perfume Girls separate fra loro da migliaia di chilometri, dal continente americano all’Europa fino al Giappone.
Il nostro artista esprime la sua capacità di superare ogni limite tecnologico dimostrando di avere l’astuzia di un vero nerd. Non essendo possibile abbattere del tutto la latenza delle connessioni fra nodi così distanti, chiede alle artiste di New York e Londra di ballare con un secondo di anticipo rispetto alla performer di Tokyo per ottenere perfetta sincronia nel video streaming.
E nella coreografia trasmessa in 4K via 5G appaiono insieme, una al fianco dell’altra, pur essendo agli estremi opposti del mondo.
Se avete inteso che il mondo digitale di Daito Manabe sia solo immateriale, questo è Obsession uno spot per l’azienda Double A, realizzato insieme al gruppo musicale OK Go:
Due anni di pre-produzione, cinque giorni di riprese, un solo piano sequenza che mostra 567 stampanti in funzione coordinate dal software di Daito.
Daito ci porta a chiederci fino a che punto arte e tecnologia appartengano a mondi diversi. Forse, sarebbe meglio interrogarsi su come andrebbe ridefinito il concetto stesso di “esperienza” quando grazie alla tecnologia, si modificano radicalmente le modalità di comunicazione e di relazione con l’ambiente esterno.