In occasione della Design Week 2015 il tecno-poeta olandese Daan Roosegaarde torna al Fuorisalone di Milano per parlare di architetture aumentate e paesaggi urbani sensibili. Lo farà questa sera, al Museo della Scienza e della Tecnologia, ospite di Meet the Media Guru. (hashtag #meetdaan) Appuntamento da non perdere, perché Roosegaarde – direttore creativo dello studio che porta il suo nome – è uno degli architetti e designer più visionari della scena internazionale. Spindox ci sarà e vi racconterà l’evento in diretta, attraverso Twitter (seguiteci qui).

La lezione di Roosegaarde è semplice: la tecnologia è diventata, in modo pervasivo, l’interfaccia fra noi e il mondo. Progettare spazi significa dunque, in gran parte, disegnare interfacce. E se parliamo di “social design”, è perché all’interno di questi spazi si creano relazioni dinamiche non solo fra le persone, ma anche fra le persone e le cose. Gli oggetti di cui ci circondiamo diventano sensibili, ossia capaci di riconoscere i nostri comportamenti e di reagire ad essi. Di più: il paesaggio urbano diventa sensibile alle nostre emozioni. Allo stesso tempo gli individui stabiliscono una relazione nuova con lo spazio progettato, una relazione fatta di continui scambi. Cose e persone si adattano le une alle altre, comunicano, imparano a conoscersi a poco a poco.

Per noi che ci occupiamo di tecnologia questa funzione dello spazio rimanda a temi con i quali ci confrontiamo ogni giorno: sensori in grado di tradurre il linguaggio analogico del mondo in codice digitale, protocolli di comunicazione fra macchine diverse, grandi quantità di dati generati da questo nuovo modo di abitare che devono essere decodificati. Roosegaarde è in grado di tradurre tutto ciò in un progetto poetico. Come Rainbow Station, il sistema di illuminazione del tetto della Stazione Centrale di Amsterdam, che sfrutta speciali lenti a cristalli liquidi per produrre un arcobaleno di colori tutte le sere, dopo il tramonto. O, per restare nel campo dell’illuminazione, il progetto Dune, basato su una miriade di lampade a LED che reagiscono al passaggio delle persone lungo la Mosa, a Rotterdam. O come Intimacy 2.0, una collezione di abiti hi-tech che adattano il grado di trasparenza al livello di intimità fra le persone che li indossano.

Questa sera a Meet the Media Guru Roosegaarde parlerà fra l’altro di Smog Free Park, un progetto realizzato per la città di Pechino che sfrutta la tecnologia della ionizzazione per estrarre lo smog dall’aria e solidificarlo sotto forma di anelli. Il che ci ricorda come, nella progettazione dello spazio urbano, sia sempre più importante affrontare il problema della sostenibilità del proprio lavoro. In questo senso Roosegaarde svela la sua anima green e si mette alla guida di un movimento che aspira a creare città più pulite e “intelligenti”.