Cristiano è arrivato in Spindox a ventisei anni. Oggi ne ha trentuno, è account manager e guida Spindox Labs, la nostra società di Trento. Ci racconta il suo percorso personale e la sua esperienza di crescita in Spindox.
Cristiano Carlevaro è il responsabile della sede Spindox di Trento, di cui ci ha parlato qualche mese fa. Questa volta gli abbiamo chiesto del suo percorso personale prima e dentro Spindox.
Allora, in che modo si può entrare nel mondo del lavoro?
In generale in un’azienda si può entrare con uno stage, con un tirocinio o con una collaborazione di tesi, per esempio. Comunque di solito se non si ha qualche esperienza lavorativa pregressa, si passa attraverso lo stage di sei mesi, attraverso cui le persone possono abituarsi all’ambiente e capire se il lavoro che gli è stato offerto è quello che vogliono fare.
Il fatto è che, essendoci ancora un grosso distacco tra mondo del lavoro e mondo universitario, molto spesso un neolaureato ha poco più di una vaga idea di cosa vuole fare. Lo stage dà la possibilità sia all’azienda sia al diretto interessato di darsi il tempo di capire se c’è la giusta inclinazione per quello specifico mestiere.
Concluso lo stage?
A quel punto si indossano i panni di una delle varie figure professionali: sviluppatore, UX designer, analista funzionale o di business… A questi si aggiungono i ruoli commerciali e di governance, cioè di gestione di progetti, ovvero project manager o PMO, che è sostanzialmente una figura di sostegno al PM.
Queste figure lavorative poi con l’aumentare del tempo e dell’esperienza crescono, passando dal livello junior, all’intermediate, al senior. Ora, se parlo a un pubblico che non conosce le realtà aziendali, conviene spiegare cosa sia un percorso aziendale.
Ogni azienda strutturata ha un percorso di carriera prefissato per i propri dipendenti. Stabilisce quanta esperienza deve avere e quanto tempo deve passare perché una persona con un certo ruolo passi a una posizione superiore. Di solito questo percorso si divide in due macro-rami: uno più tecnico e uno tendenzialmente più commerciale.
Tu come hai iniziato?
Sono partito dal primo livello, primo e mezzo possiamo dire, perché non sono entrato come figura junior, ma direttamente come sviluppatore.
E prima ancora che studi hai fatto?
Ho fatto tutto il percorso di studi – dalle elementari all’università – a Trento. Dopo la laurea ho lavorato in una piccola software house locale dove facevo sviluppo di app Android e Java enterprise. Da lì sono entrato in Spindox a Maranello, dove sono rimasto per più di 4 anni e ho fatto un grosso percorso di crescita: da sviluppatore, a project leader, a PM.
All’inizio conducevo piccoli progetti, poi sempre più grandi, fino a occuparmi di un progetto molto complesso che è durato 20 mesi, con un team internazionale di oltre 10 persone.
Da lì ho avuto un’ottima opportunità e sono passato a Microsoft come technical account manager, lavoro che ho svolto per nove mesi. Era un lavoro più commerciale, seguivo progetti di servizi per grandi aziende.
Però non sei rimasto…
No, sono tornato in Spindox che mi aveva ricontattato per realizzare il progetto Spindox Trento, che ho ritenuto iper interessante! Ero contentissimo: prima di tutto per la stima, secondo perché nasceva da una mia proposta fatta all’azienda qualche anno prima. Ovviamente le scelte vanno ponderate e la decisione di aprire una nuova sede non si poteva prendere in un minuto o in un mese, richiedeva tempo per essere discussa. Alla fine l’idea è stata accolta positivamente e mi hanno richiamato con questo ruolo.
Arrivato, andato via, tornato… Spindox l’hai vista da dentro e da fuori. Dicci: com’è?
È particolare. Spindox è una realtà grande che ragiona con una mentalità da startup: è attiva e sempre entusiasta. Qui saper ascoltare e avere voglia di imparare sono due cose fondamentali. È una realtà dove se hai voglia di crescere riesci a farlo davvero, io penso di esserne una dimostrazione.
Cosa intendi per “mentalità da startup”?
È il fatto di essere strutturata, con dei ruoli abbastanza definiti, ma non troppo. Questo è un pregio, è la bellezza di Spindox: i ruoli delle persone non sono strettissimi, non costringono ad essere troppo vincolati ad un singolo compito e basta. Quando una persona si occupa di una cosa, allo stesso tempo aiuta i suoi colleghi a fare altro.
Se hai voglia e dimostri di mettere nel tuo lavoro impegno e tempo, il ritorno c’è sempre in termini di formazione e opportunità. Se dimostri di volerlo e di esserne capace, ti è permesso anche ricoprire due ruoli contemporaneamente – anche di questo sono stato un testimone diretto!
Che ruoli ricopri ora?
Sono responsabile della sede di Trento e account manager.
Due ruoli di responsabilità… Scusa se te lo chiedo, ma quanti anni hai?
Nessun problema: ho trentuno anni, e anche riguardo questo ho qualcosa da dire sulla mia esperienza qui…
Vai.
Spindox è una realtà giovanissima. Ci sono tantissime persone sotto i trentacinque anni, ma anche moltissime sotto i trenta. E ancora: sono l’esempio vivente di questo. Io sono arrivato a 26 anni, rientro totalmente nella media.
Questo è bello perché dà l’innesco a mille occasioni di condivisione, allo scambio di opinioni, di proposte fresche, nuove. Ma non è scontato neanche che questo sia possibile, che le persone con più esperienza – più grandi insomma – siano disposte ad ascoltare i più giovani, magari meno esperti ma con più voglia di fare. Fa capire molto sul mindset aziendale.