Dino Boschiroli, 19 anni di esperienza nelle telecomunicazioni, gli ultimi cinque in Spindox. È stato testimone della nascita e dello sviluppo di tutte le tecnologie del settore, ma è anche riuscito a coltivare le sue passioni. Tanto di cappello!

Cosa fai in Spindox?

Mi occupo dell’ingegnerizzazione e della messa in campo della parte core network 4G di Vodafone. È il futuro, per gli apparati di fascia alta.

So che sei uno dei veterani di Spindox

Ormai sì, sono arrivato da Vodafone nel 2011. Allora Spindox era piccola, era uno spin off di Visiant ed eravamo solo una settantina. Io facevo il PM tecnico, nel gruppo di ingegneri impegnati nell’integrazione della rete TeleTu.

Aspetta, partiamo dall’inizio. Che percorso hai fatto?

Appena diplomato in elettronica e comunicazione mi sono ritrovato in Telecom Italia per lavorare all’assistenza clienti business, un servizio nuovo all’epoca. Nello stesso periodo sono stato iscritto per un po’ all’università. Ho anche dato degli esami, ma era faticoso dividersi tra quella, i turni a lavoro e lo studio della musica a Pavia, così l’ho lasciata.

Musica?

Sì, ho studiato batteria alle Civiche. Sono passato attraverso il solfeggio, gli spartiti… È una storia durata cinque anni, ho partecipato a vari concorsi e sono stato anche in radio. Occupava molto tempo ma mi piaceva. Quando non lavoravo, suonavo. In seguito mi sono appassionato di cinofilia.

Anche?

Sì, è la mia passione più grande. Oggi faccio parte della scuola italiana cani salvataggio – che Spindox ha anche sponsorizzato! – e nei weekend sono istruttore cinofilo. Io stesso ho tre cani: un labrador, un pastore tedesco e un barbone medio. I primi due ovviamente addestrati ai salvataggi in acqua, l’altro no perché ha solo cinque mesi.

Complimenti, sai come tenerti impegnato! Ma torniamo a parlare di lavoro…

Ho continuato in Telecom, incanalandomi sui servizi di rete business. Da lì mi sono fatto conoscere e sono passato a Italtel, che mi ha mandato all’estero: in Polonia, in Germania, tanto tempo in Grecia… Poi mi hanno chiesto di spostarmi a Ivrea per Vodafone, dove sono rimasto un anno per la migrazione delle tecnologie IMS: quelle che oggi sono evolute nel 4G e sono diventate l’IP generale via etere, per intenderci.

Ma tutto questo in quanti anni?

Sono entrato in Italtel nel 2006, ci sono rimasto finché non sono passato in Spindox. Come dicevo prima, ho iniziato lavorando sulla migrazione tecnica di TeleTu, passando poi alla gestione delle interconnessioni, fino a arrivare al 4G di adesso. Sono breve perché se parlo di tecnologie diventa veramente troppo lunga.

Dino Boschiroli con cani davanti a una cascata

Il nostro Dino Boschiroli, parte della scuola italiana cani salvataggio.

Ma no, anzi, siamo qui per questo

Allora, come dicevo sono core network engineer. Mi occupo della messa in esercizio dei server e degli apparati che gestiscono a livello centrale la rete 4G di Vodafone. Attraverso questa è possibile fare voice over IP, cioè far passare tutte le chiamate sulle reti dati, trattandole come se fossero accessi ad internet. Io ho un team di dieci persone e mi occupo di gestire e discutere l’ingegnerizzazione di questi servizi insieme ai miei corrispettivi stranieri, che operano negli altri paesi in cui c’è Vodafone. Noi lavoriamo per la delivery di questi servizi in Italia e Malta.

Quindi stai vivendo l’innovazione in prima linea

Assolutamente, sia quando ho lavorato alla prima implementazione massiccia in Italia del 4G, sia adesso che è uscita la voce HD, entrambi progetti con Vodafone. Considera che in questo momento ci sono più di 300mila clienti attivi, ma entro un anno, mano a mano che i terminali cambieranno, si arriverà a un milione.

Cambiamo argomento: come si entra a lavorare nel settore delle telecomunicazioni?

Devi farti la gavetta (ride, ndr).

Eh, certo… ma da dove si inizia?

Guarda, in questo momento nel mio campo è abbastanza importante conoscere le tecnologie in modo trasversale. Perché solo così puoi conoscere tutta la rete, dal 4G fino al 2G – che è ancora usato dove non c’è copertura. Ad alto livello questo lo puoi imparare in breve, ma per essere valutato e valorizzato devi avere un bagaglio tecnico e di esperienza notevole.

Un settore di tecnici

Sai, bisogna dimostrare di sapere, altrimenti non sei credibile e non hai voce in capitolo.

E il rapporto con i colleghi?

Dici in un team? Le persone devono completarsi sia dal punto di vista delle competenze sia dal punto di vista umano. Devono incastrarsi come il cubo di Rubik. È un po’ il contrario dei social network: lì per farsi notare spesso si punta sulla quantità, qui meno fai fumo e più hai credibilità quando ti esponi. Se lo sai, bene. Se non lo sai, lo ammetti e ti informi.

Di Spindox che ci puoi dire?

Spindox, rispetto a quello che vedo in generale in altre aziende, guarda al singolo individuo, alla sua professionalità. Non ti fa sentire come un numero, ma come parte integrante: ti permette di metterci del tuo nel lavoro che fai. Non ci sono paletti, si può dire tutto praticamente a tutti, in maniera costruttiva. E non lo dico per dire, è la realtà. Qui nessuno mi ha mai detto “non dirlo a me, dillo all’altro”: semmai “dillo anche all’altro”.

La capacità di ascolto e di unire le prospettive del mercato con le passioni è una cosa molto particolare. In sostanza mette vicino la tecnologia con l’empatia.

Tecnologia ed empatia. Bellissimo. Posso usarlo come titolo?

Ma certo!