Che cos’è la diversity?

La diversity è la pratica che prevede il coinvolgimento nelle stesse attività sociali, produttive e lavorative di figure diverse sotto una varietà di aspetti: origini, cultura, etnia, percorso educativo, orientamento sessuale, religioso, di genere, tipo di abilità psicomotoria, classe sociale, e così via. 

Il mondo è bello perché è vario 

Il mondo è bello perché è vario. Quante volte abbiamo utilizzato o sentito questo modo di dire? Eppure, questo cliché d’altri tempi porta con sé una realizzazione molto importante nel periodo storico che stiamo vivendo.  

È dalla fine del XIX secolo che si parla di globalizzazione. Magari non con questo termine più moderno, usato per la prima volta negli anni ’30, ma ai tempi si percepiva già un processo sistemico di mondialisation (da pronunciare alla francese), un graduale incremento dei livelli di interdipendenza economica e commerciale tra Paesi diversi.  

Da un fenomeno in sordina, la globalizzazione ha beneficiato anche della fine della Guerra Fredda, velocizzando notevolmente i propri ritmi. E adesso, se pensiamo al mondo di 20 anni fa, potrebbe venirci l’impressione di rievocare un pezzo di (prei-)storia.  

Indubbiamente, l’innovazione tecnologica ha fatto da spina dorsale a questa velocizzazione. Basti pensare che crescita e sviluppo tecnologico hanno seguito la cosiddetta la legge di Moore, per cui le capacità computazionali e la potenza dei computer (anche se possiamo estendere il ragionamento al settore tecnologico generico) sono destinate a raddoppiare ogni due anni. Se questa dinamica era stata osservata nel corso degli anni Sessanta, secondo le stime si tratta di un principio ancora valido.  

Tutto il mondo è villaggio  

La ciliegina sulla torta poi ce la mette il World Wide Web: un evento, questo, che i più romantici potrebbero definire un “neo-rinascimento” della società dell’informazione. Relativamente all’improvviso, la quantità di informazioni e conoscenza disponibile e fruibile da una determinata persona aumenta a dismisura, libera da logiche di disponibilità e prossimità fisica. Per altri media, i contenuti erano e sono generalmente standardizzati. La svolta del il WWW è invece offrire la possibilità di informarsi su qualsiasi cosa, in qualsiasi momento e a qualsiasi livello di specificità.  

Mica male… Anche se non finisce qui. La componente di novità è anche l’accesso di massa a strumenti di produzione di contenuti, di comunicazione istantanea e non location-sensitive. Questi stimolano sempre di più lo scambio di informazioni e conoscenza tra utenti che prima non avrebbero mai potuto entrare in contatto a questi livelli. Ebbene sì, stiamo anche parlando dei Social Media, finestre sul mondo, ma anche nuovi spazi e dimensioni in cui abbiamo sviluppato la nostra esistenza e caratterizzati da un’interconnessione continua e istantanea tra gli utenti.  

Questo è stato uno degli ultimi tasselli nella costruzione del villaggio globale, descritto in sociologia come una comunità globale interdipendente e interconnessa. In questa comunità, alle distanze si oppongono conversazioni istantanee, dove posti, luoghi persone e storie sono per noi accessibili e disponibili sulla punta delle dita.

…Quindi? La Diversity  

Ma veniamo al punto, ovvero la Diversity. Il livello di diversificazione della società globale è diventato sempre più lampante. Questo grazie alla possibilità di raccontarsi e di fruire contenuti istantaneamente e senza limiti imposti dalla distanza tra noi e l’informazione. Ci siamo resi sempre più conto di quanto possa variare l’individualità di una persona in base a cultura, origini, storia, ecc.  

Ma soprattutto, è aumentata la consapevolezza, individuale come sistemica, di essere particolari manifestazioni di un insieme più vasto, dove, come diceva H. M. McLuhan nella definizione di società globale: non ci sono limiti e confini […] Tutti i problemi sono così intimi da diventare problemi personali”.  

Ed è questo il punto di svolta. È questo il momento in cui si arriva un’importante realizzazione: l’intero genere umano deve svilupparsi abbracciando e celebrando la propria diversità. Si devono offrire le stesse possibilità a persone con passati, culture e vite diverse. Si devono abbandonare gli stereotipi stantii in virtù di un innamoramento cosmico della diversità e dello scambio, dell’arricchimento, degli stimoli che si porta dentro.   

Nel nostro glossario di sostenibilità, parliamo spesso di come gli attori socioeconomici di oggi siano chiamati ad avvertire e dimostrare un certo senso di responsabilità nei confronti di una serie di prerogative sostenibili. Accanto ad aspetti di sostenibilità più intuitivi, però, questi attori sono valutati sempre più seriamente anche in termini di politiche etiche e di gestione della popolazione aziendale (ma non solo). L’auspicio è infatti il rispetto e la promozione di diversity, inclusione e pari opportunità anche all’interno della propria realtà.  

Come Spindox celebra la diversit

Ci siamo quindi rivolti al nostro reparto di Risorse Umane e abbiamo chiesto loro come le aziende di oggi debbano percepire la diversity e diffondere una cultura positiva di integrazione e inclusività. Di seguito, presentiamo quindi una piccola guida sulla diversity aziendale, a loro cura.  

Porre attenzione alle differenze permette di valorizzare il contributo che ciascuno può portare all’interno dell’organizzazione.  Ad oggi è importante prendere consapevolezza e riconoscere il patrimonio di diversità al fine di garantire il rispetto dei criteri di uguaglianza tra le persone e le singole esigenze.  

Per valorizzare le diversità e creare un ambiente più eterogeneo è necessario: 

  • Riconoscere le diversità 
  • Essere tolleranti 
  • Essere consapevoli di un contesto socioeconomico in continuo mutamento 

Tra i vantaggi dell’integrazione e promozione della diversità sul posto di lavoro possiamo citare: 

  • Motivazione ed efficienza: attraverso riconoscimento e accettazione di esigenze e una valorizzazione quasi “personalizzata” delle potenzialità, i dipendenti saranno maggiormente coinvolti, entusiasti e partecipi ai processi aziendali, con conseguente aumento di efficienza e produttività; 
  • Creatività e innovazione: ognuno persona appartiene a un contesto unico ed è in grado di arricchire l’organizzazione di contributi nuovi e originali, alimentando lo sviluppo di creatività e innovazione; 
  • Flessibilità e problem solving: punti di vista diversi contribuiscono a migliorare la capacità di problem solving.  

Per valorizzare appieno le differenze serve un vero e proprio cambio di mentalità, una conversione culturale, che va promossa con lungimiranza e adeguati strumenti. 

Per valorizzare le differenze occorre prima riconoscerle, rispettarle e accoglierle, il che non è sempre scontato quando si è portatori di prospettive riduttive e ristrette.  

La chiave è offrire a ciascuno la possibilità di sviluppare e applicare sul luogo di lavoro le proprie capacità e competenze, specchio di genere, etnia, nazionalità, età, background socioculturale ed esperienza che contraddistinguono ogni persona.  

Tutto ciò permette di dirigersi verso il diversity management: un processo di cambiamento che punta a valorizzare il contributo peculiare di ciascuna persona e al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il risultato porta a un’organizzazione più resiliente rispetto a sfide e incertezzeanche del mercato esterno.  

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