Con la stesura del “Manifesto della Crescita”, è giunta al termine la seconda edizione del Festival della Crescita, il progetto dedicato alla crescita felice lanciato da Future Concept Lab.

Si è concluso nella suggestiva cornice dello storico Palazzo delle Stelline il secondo Festival della Crescita, che dopo aver toccato 11 città italiane in un susseguirsi di interventi, workshop, approfondimenti e laboratori, ha scelto il palcoscenico di Milano per la sua ultima tappa.

Il Festival della Crescita è un progetto ideato dalla società di ricerca, consulenza e formazione per l’innovazione Future Concept Lab, fondata vent’anni fa e da sempre impegnata nella ricerca della crescita felice. La manifestazione intendeva rappresentare la palestra attraverso la quale idee e metodo vengono allenati per suggerire soluzioni per mettere in atto uno sviluppo sostenibile.

Il Manifesto della Crescita

Nel corso dei quattro giorni milanesi del Festival, dal 13 al 16 ottobre scorso, cittadini e imprenditori, professionisti e studenti insieme a enti e istituzioni hanno partecipato attivamente alla stesura del “Manifesto della Crescita”: un documento che pone le basi su cui costruire, tutti insieme, il futuro della crescita. Non un decalogo definitivo – come più volte ha precisato Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab – ma un punto di partenza aperto a modifiche e nuovi contributi.

Ecco la prima stesura del documento, al centro di quattro intensi giorni di dialogo, in cui la passione per l’avvenire ha fatto da fil rouge:

1 Definire un’alleanza virtuosa tra le generazioni

2 Ridare centralità ai gesti e alle parole

3 Insegnare il coraggio e il rischio intelligente

4 Valorizzare il bene comune

5 Alimentare connessioni inaspettate

6 Riscoprire la verità nella comunicazione

7 Stabilire le regole per un commercio onesto

8 Incrociare le sapienze locali

9 Amplificare con il digitale la qualità dei contenuti

La passione dell’educare

Non si cresce senza passione. Quella sola forza capace di spingerci oltre lo status quo, scardinando ogni convenzione. Ma in un mondo dalle infinite potenzialità offerte dalla rete e della tecnologia, la passione sarebbe nulla senza disciplina. Ecco perché diventa necessario educarsi ed educare continuamente al miglioramento.

Festival della crescita 2016

Un manifesto per il futuro.

L’educare alla crescita è stato infatti il tema della prima giornata del Festival, che ha visto protagonisti diversi atenei, italiani ed esteri. Dall’Università degli Studi di Milano e alla Bocconi, dall’Università degli Studi di Pavia alla John Hopkins University. Gli istituti scolastici sono stati coinvolti in progetti e concorsi sulla social innovation e la sostenibilità, lavorando a stretto contatto con esponenti del mondo della comunicazione e dell’imprenditoria. Tra cui anche Spindox, presente al Festival all’interno del workshop: “Il grande ritorno della scrittura: scrivere per crescere” con Paolo Costa, Direttore Marketing e Comunicazione.

Durante l’incontro – al quale hanno partecipato il linguista Massimo Arcangeli, il filosofo Franco Bolelli e la scrittrice Giuseppina Norcia – Paolo Costa ha preso spunto dal primo punto del “Manifesto della Crescita” per introdurre una particolare interpretazione dei classici della letteratura come possibile “alleanza virtuosa tra le generazioni”. Per questo oltre a parlare di scrittura, ha aggiunto Costa, bisognerebbe parlare di lettura ed educare le nuove generazioni a considerare la lettura come un fondamentale strumento di interpretazione critica del mondo. A questo obiettivo risponde il progetto “TwLetteratura”, realizzato con il sostegno di Fondazione Cariplo. Un metodo per la didattica della letteratura che, prestando “il paradigma della brevità a supporto della complessità”, utilizza la grammatica di Twitter per leggere, riscrivere e divulgare in maniera interattiva le opere della letteratura, delle arti e della cultura.

Gli interventi sul tema dell’educare sono stati tanti, come tanti i nomi dei professionisti, degli imprenditori e dei brand da loro rappresentati e degli educatori che si sono dedicati all’argomento. Common Goods, Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione GesuitiEducazione, Unione Nazionale Consumatori, Assolatte e Birra Peroni.

La passione del creare

Idee e condivisione. Il secondo giorno del Festival è stato dedicato al ruolo centrale delle co-creatività.  Nel corso del dibattito sono stati presentati scenari inediti e sostenibili per il Paese. Parallelamente all’interno del Palazzo delle Stelline, in mostra le “Visions of Venice”, primo capitolo del progetto dell’artista Roberto Polillo “Impressions of the World”. Un racconto delle infinite e spesso sotterranee relazioni che possono instaurarsi nella città – in questo caso Venezia – raccontate attraverso i colori e i movimenti che ogni giorno vengono disegnati.

Tra i grandi nomi intervenuti, numerosi i brand impegnati in coworking e sharing economy, condivisione di spazi e di idee, con Impact Hub, FIES CORE e Collaboriamo, rispettivamente rappresentati da Viviana Cannizzo, Lorenzo Facchinelli, Marta Mainieri e con l’intervento di Daniele Pario Perra, designer, artista relazionale e ricercatore.

Alberto Alessi e Chiara Luzzana hanno scaldato il pomeriggio con ricordi ed emozioni, trasmettendo la passione del creare attraverso l’alluminio e la “vista dei suoni” che si fanno design. Un modo per ripristinare la relazione primordiale con la natura e la nostra capacità innata di sentire e ascoltare, fare e creare.

Paola De Angelis, conduttrice del programma radiofonico “Sei gradi” su Rai Radio 3, ha proposto poi una rivisitazione della teoria dei sei gradi di Frigyes Karinthy: un’esperienza di crescita in sette brani, corrispondenti ognuno a un grado di separazione, che passa per momenti di dolore ed evoluzione. Come il disperato tentativo di sopravvivere alla perdita del proprio figlio che ha portato Nick Cave alla creazione di “I Need You” o il tormentato percorso di trasformazione alla base del progetto musicale “Emily” di Esperanza Spalding.

La passione del comunicare

Nel terso giorno, spazio alla comunicazione a tuttotondo: pubblicità, giornalismo, relazioni e amministrazioni pubbliche, con un’attenzione particolare al ruolo dell’intelligenza artificiale nel prossimo futuro dell’interazione tra persone, enti e brand.

Insieme a Vittorio Bucci, Managing Director di PHD, agenzia media parte di un network globale specializzato nel communication planning e buying, ci si è interrogati sul contributo e l’influenza delle innovazioni tecnologiche nel modo di comunicare. Grazie a reti neurali che permettono l’elaborazione di algoritmi alla base dell’autoapprendimento, presto le macchine saranno in grado di elaborare emozioni, aprendo possibilità inedite per il marketing. Ne abbiamo parlato qualche mese fa qui. I virtual assistant sono già una realtà di oggi, ed entro il 2024 si prevede una loro presenza diffusa nella nostra vita quotidiana.

Quale sarà la fine delle emozioni all’interno di queste relazioni? Sarà possibile ancora comunicare?

Questi, e molti altri, sono stati i quesiti ricorrenti durante gli incontri della terza giornata. Tra gli ospiti, sono intervenuti in merito al tema della crescita legata al giornalismo, Francesco Cancellato di Linkiesta, Andrea Cambrini di Class CNBC, Federico Ferrazza di Wired, Alessio Maurizi di Radio 24, Giovanni Anversa di Rai 3.

La passione dell’intraprendere

“Incoraggiare i giovani verso le spinte passionali che hanno e far sì che tali passioni, anche alimentando connessioni inaspettate, si trasformino in azione è il primo passo necessario per creare innovazione con coraggio e nel rispetto della verità”. Così PierCarla Delpiano, Presidente della Fondazione Stelline, ha chiuso le quattro giornate del Festival. Un accorato invito alla partecipazione, rivolto soprattutto alla classe dirigente del paese affinché sia concesso più spazio alla freschezza di una generazione, quella dei più giovani, a cui viene tramandato il fondamentale compito di realizzare il sogno della crescita felice.