La SEO (search engine optimization) non è più quella di una volta. Ogni due anni Moz, società di Seattle che fornisce una popolare piattaforma di web e social analytics, pubblica uno studio sui fattori che influenzano la visibilità di qualunque sito nei motori di ricerca. L’analisi si basa su un sondaggio condotto presso 150 esperti SEO e su un successivo lavoro di correlazione dei dati raccolti.

SEO, by spindox

L’ultima edizione, Search Engine Ranking Factors 2015, è stata pubblicata pochi giorni fa. Lo studio contiene utili indicazioni sull’evoluzione dei motori di ricerca – Google in particolare – e, conseguentemente, sui criteri da applicare per un’efficace attività di SEO. In particolare gli esperti intervistati da MOZ esprimono un giudizio su 90 fattori di ranking: quanto peso hanno e, soprattutto, quanto ne avranno nei prossimi dodici mesi?

Ovviamente non siamo certi che Google e gli altri motori di ricerca considerino effettivamente tali fattori. Possiamo solo supporlo, osservando le caratteristiche delle pagine web che si posizionano meglio nelle SERP (le search engine results page). I 90 fattori di ranking sono stati suddivisi da ricercatori di Moz in 9 aree o raggruppamenti. Ed ecco qual è il giudizio degli esperti relativamente all’influenza di ciascuna area, in una scala da 1 a 10, sulla visibilità di un sito nei motori di ricerca:

Fattori di ranking, la scala di influenza da uno a dieci

Analizziamo i singoli raggruppamenti, cercando di capire quali fattori includa ciascuno di essi. L’area indicata come più influente (8,22 su 10) è quella relativa all’autorevolezza a livello di dominio. Essa si riferisce alle metriche dei link in entrata (back link), ossia alla loro quantità e importanza, nonché al PageRank del sito a livello di dominio. Segue l’area relativa ai link a livello di pagina (8,19 su 10), che include il PageRank delle singole pagine web, la quantità di siti che espongono link verso il nostro sito (linking root domain), il numero di collegamenti ipertestuali in valore assoluto, la distribuzione delle keyword negli anchor text dei singoli link e la cosiddetta “spamminess” dei link in entrata. Al terzo posto, in ordine di importanza, c’è la qualità delle keyword e dei contenuti a livello di pagina (7,87 su 10): da un lato, dunque, la rilevanza e la quantità di contenuti, dall’altro l’uso appropriato delle keyword della pagina. C’è poi l’area relativa alla qualità a livello di pagina, keyword escluse (6,57 su 10), ovvero fattori quali lunghezza del testo, leggibilità, originalità, velocità di caricamento, qualità del codice e adozione del protocollo HTTPS. Le performance in termini di traffico sono al quinto posto, con 6,55 su 10 punti. Seguono l’autorevolezza offline del brand associato al domino (5,88 su 10), misurata in termini di menzioni nei media, e la qualità delle keyword a livello di dominio (4,97 su 10). Chiudono la classifica dei gruppi di fattori più influenti la qualità a livello di dominio, keyword escluse (4,09 su 10) e la popolarità sui social media a livello di pagina (3,98 su 10).

Di particolare interesse è un’altra parte della ricerca di Moz, in cui sono sintetizzate le opinioni degli esperti SEO sui fattori di ranking che acquisteranno più peso nei prossimi 12 mesi. Colpisce – ma non è una sorpresa – soprattutto un dato: per l’88% degli intervistati la compatibilità di un sito web con i dispositivi mobili (la cosiddetta mobile friendness) avrà in futuro un impatto crescente sul posizionamento nei motori di ricerca. Sempre più importanti saranno poi il valore percepito del sito o della singola pagina, il numero di risultati visualizzati nella SERP in forma di instant answer, il comportamento dell’utente (click-through rate, tempo di permanenza nella pagina ecc.) e l’usabilità del sito. In sostanza gli esperti confermano che proseguirà una tendenza già in atto. I motori di ricerca – Google in particolare – stanno dando più peso a quei fattori che forniscono una conferma del reale interesse degli utenti per un sito, una pagina o un contenuto. E per i maghi della SEO sarà sempre più difficile barare.