Riprendiamo il polemico articolo pubblicato oggi da Wired per parlare di un’immensa vetrina a disposizione dell’Italia in questi giorni. Ieri siamo andati alla scoperta di un ecosistema forse ignorato in Italia, tra workshop e interessanti stand, insieme a due giovani startupper. Sono i fondatori di Snuplace e Giftsitter, che dalle due maggiori isole italiane hanno deciso di prendere un aereo per essere presenti a Milano dove tutto si muove, o almeno dovrebbe.
Apre le danze alle ore 9 Jonathan Ortmans, Chairman del GEC 2015, in un auditorium che fatica a riempirsi. Il primo a parlare di Italia, durante la cerimonia di inaugurazione, è Andrea Illy. Sviluppa un ragionamento che tocca le tradizioni e i valori collegati alla storia di successo della sua famiglia e della sua azienda. Rigorosamente made in Italy. “Mio nonno è partito nel 1933 a Trieste con un sogno molto chiaro: offrire il miglior caffé al mondo.” afferma l’attuale Amministratore Delegato.
Poco dopo viene svelato il nome della città in cui si terrà il GEC 2017, e non si tratta di una location scontata. Non sarà a NY, Shangai, Londra o Tokyo. Nel 2017 gli imprenditori di mezzo mondo potranno incontrarsi a Johannesburg, segnando una data storica: il primo evento mondiale sull’imprenditoria per il continente africano. Un passo importante che racchiude tante aspettative. Uno dei rappresentanti annuncia in modo sicuro: “Vi stupiremo! Siamo lieti di invitarvi a quello che sarà l’evento mondiale migliore mai tenuto in Africa.”
Facciamo un salto in una delle sale che stanno contenendo i primi panel. Si parla di start-up schools in Italia e viene illustrato l’eccellente esempio dei Contamination Lab promossi da alcuni Atenei del Bel paese. Cagliari, Cosenza, Reggio Calabria, Catania e Napoli presenti con alcuni loro startupper per spiegare in che modo è possibile oggi imparare a mettersi in gioco partendo da zero. Vengono presentati i progetti vincitori dell’ultima edizione svolta nei vari atenei nei quali è diffusa l’iniziativa, tra i quali spicca la massiccia presenza del gruppo di Clabbers di Cagliari con tutti e 3 i team finalisti presenti a Milano per l’occasione. Idee eterogenee ma tutte con grande potenziale: dal booking delle escursioni in barca (Naustrip) a giochi che stimolano il pensiero creativo dei team di lavoro (Newmes), passando per una app che aiuta i non udenti a “sentire” i suoni della propria casa (IntdendiMe).
Parallelamente, nelle altre sale, vanno avanti presentazioni di vario tipo. Ninjamarketing riserva una sala per l’intera giornata (lo farà anche i prossimi giorni) e trattiene i curiosi ed i professionisti del settore tra un workshop e l’altro. I temi affrontati sono quelli di interesse comune per chiunque lavori o voglia specializzarsi nel settore: da come lanciare una start-up tech a come farsi trovare sui motori di ricerca.
In un’altra hall si parla invece di Makers e Innovazione in un confronto tra il fondatore di Arduino e Mattia Corbetta, Segretario del Ministero dello Sviluppo Economico. Riferimento dovuto alla prima Maker Faire in Europa, tenuta a Roma nel 2014 e che ha visto inventori e curiosi di tante nazionalità condividere questa passione in una 3 giorni di successo. Molte aspettative per la prossima edizione che si terrà a ottobre sempre nella capitale Italiana.
Nel pomeriggio finiamo in mezzo a un confronto tra fondatori di start-up di successo e investitori. Scopriamo solo dopo qualche minuto di trovarci davanti a uno da cui si può solo imparare e seduti accanto ai due maggiori VC in Italia. Il CEO di Infogr.am racconta se stesso e risponde a tutte le domande dei presenti. Non si tratta di una conferenza: il relatore è seduto in mezzo al piccolo gruppo che ha optato per quella panel session. Ci si rende conto che qualcosa allora si sta muovendo davvero, che non si tratta delle solite conferenze strutturate in cui si raccontano sempre le stesse cose. Si ha occasione di stare davvero in mezzo a chi la fuori sta cambiando il mondo.
L’ultima presentazione della giornata è quella di Bob Dorf che illustra alcuni dei 500 errori più comuni per le start-up. La sala è gremita e non bastano i posti a sedere, la gente rimane in piedi pur di cogliere qualche chicca che potrebbe ispirare ad un cambiamento anche piccolo nei propri progetti. La platea è composta da volti giovani in giacca e camicia. E alla domanda di Bob “quanti di voi lavorano in una start-up?” si vede un intera sala che alza le mani, il 90% almeno.
Nei larghi corridoi che danno accesso alle sale, tra gli spazi messi a disposizione di progetti innovativi scopriamo teenager che decidono di dedicare il proprio tempo nel creare qualcosa di nuovo. Tre ragazzi del nord Europa ci presentano la loro invenzione, una tasca per smartphone che permette, mentre questo è in carica, di appenderlo al caricatore attaccato alla spina, proteggendolo quindi da eventuali incidenti.
Ci avviciniamo curiosi ad un altro tavolo con sopra una mano robotica. Scopriamo che è stata creata per comunicare nella lingua dei segni. Tramite un sistema creato con l’utilizzo di Arduino questa può tradurre in linguaggio dei segni qualsiasi parola pronunciata nell’apposito riconoscitore vocale. “No, scusate vorrei precisare che noi non siamo una start-up. Siamo una classe di liceo, abbiamo creato questo progetto e vinto già alcuni premi.” ci dicono i piccoli inventori. “Beh allora se non volete fare una startup e non vi piacciono i soldi non c’è problema, ditelo.” Rispondiamo in modo sarcastico. I ragazzi colgono l’ironia e con un sorriso rispondono che una volta terminati gli studi saranno pronti a mettersi in gioco.
Questo è lo spirito che si respira in questi giorni presso il centro Congressi MiCo. Gli imprenditori ci sono, le aziende ci sono, gli esperti ci sono, le start-up ci sono, gli investitori pure. Non esiste motivo per non andarci, no non si paga. FREE. Andiamo al GEC 2015, abbiamo ancora un giorno per farlo.