Hack ‘n’ Roll è la prima hackathon organizzata da Spindox. Terrà impegnate decine di sviluppatori per 24 ore consecutive, mettendo alla prova il loro talento per risolvere i problemi delle auto connesse.
Abbiamo placcato Paolo Costa, direttore marketing e comunicazione, nella nostra break room per farcelo raccontare direttamente da lui. Ecco cosa ci ha detto.
Prima di tutto una spiegazione ai profani: che cosa è un Hackathon?
Un’hackathon è una competizione, una gara tra sviluppatori di software. È una parola che nasce da una crasi tra i due termini hacker e marathon. L’hacker, nella cultura geek, è lo sviluppatore-sabotatore di software, la maratona è una competizione di lunga durata.
La caratteristica principale dell’hackathon è che si tratta di una gara che dura minimo 24 ore, durante le quali i concorrenti vanno avanti a sviluppare senza fermarsi mai – neppure per dormire – per raggiungere il traguardo.
Chiaro. Ma perché organizzare una competizione del genere?
Le hackathon sono uno strumento molto efficace per fare innovazione, per entrare in contatto con persone geniali, con persone che hanno voglia di fare, di costruire, di realizzare. In questo contesto Spindox si trova perfettamente a suo agio. E poi sono anche molto di moda.
E il tema qual è?
Questa hackathon si concentra al contempo su un tema di business e su uno scenario tecnologico. Il tema di business è quello dell’auto connessa, dell’automobile intelligente. Tema di grande attualità che a Spindox interessa in modo particolare, vista l’importanza del mercato automotive per la nostra azienda. Lo scenario tecnologico sul quale invitiamo i nostri sviluppatori a cimentarsi, è piuttosto articolato.
Vai, dicci tutto
Da un lato si basa sul concetto di cloud computing, perché tutto quello che i concorrenti della nostra hackathon faranno, lo faranno in un ambiente di sviluppo completamente virtualizzato, sul cloud Microsoft Azure. Dall’altro lato c’è il tema della cosiddetta internet of things, perché si parla di auto connessa.
Anche qui dobbiamo chiederti di spiegarci cosa si intende per auto connessa
Si tratta di un’automobile che, attraverso internet o una rete di comunicazione, trasmette una serie di informazioni sul proprio stato, le proprie condizioni, la propria posizione, istante per instante, a una destinazione remota. Questa ha poi il compito di raccogliere le informazioni ed elaborarle. Ma c’è di più: le informazioni che l’auto trasmette a questa fonte remota le mette insieme attraverso una serie di sensori, cioè dispositivi elettronici che rilevano parametri di vario tipo relativi all’ambiente e al comportamento della vettura stessa.
E i partecipanti dell’hackathon cosa dovranno fare?
A loro chiederemo di sviluppare delle idee partendo da uno scenario tecnologico di questo tipo. Avranno a disposizione un ambiente di sviluppo di tipo IoT e numerosi sensori con i quali potranno simulare situazioni che tipicamente si determinano a bordo di una vettura.
Per essere più precisi ai partecipanti noi proponiamo di utilizzare alternativamente due stack tecnologici completamente diversi per sviluppare le loro applicazioni, uno targato Microsoft e l’altro open source. Quello targato Microsoft si basa sulla piattaforma di sviluppo .NET, che faremo girare su Windows 10 IoT. Chi sceglie l’altra opzione potrà lavorare con la piattaforma di sviluppo NodeJS e quindi svilupperà appunto applicazioni con linguaggio Javascript. Ci sarà libertà di scelta se andare in una direzione o nell’altra.
Benissimo, c’è altro che vuoi dirci?
Sì, vorrei aggiungere che questo è il primo di una, spero, lunga serie di hackathon che noi faremo in futuro. Immaginiamo di organizzarne un altro nel corso del 2016 e poi nel 2017, chi lo sa.