Si fa open innovation anche all’interno dell’organizzazione. HiPo, il programma di Spindox per lo sviluppo di talenti e l’arricchimento dell’offerta.
Anche se il concetto di open innovation rimanda all’idea di un’organizzazione che innova ricorrendo a risorse esterne (università e centri di ricerca, startup, partner tecnologici), in realtà fare open innovation significa esplorare una vasta gamma di risorse, interne ed esterne, integrandole fra loro attraverso una pluralità di canali. Insomma open innovation si fa anche all’interno dell’organizzazione.
È sulla base di questa convinzione che nasce il programma HiPo (High Potentials) di Spindox. Tutto nasce dalla recente collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la sponsorizzazione del Master MAINS (Management Innovazione e Ingegneria dei Servizi), che ha visto negli Innovation Labs un’occasione di incontro e scambio fra le fresche idee degli studenti, le esigenze di business delle aziende partner e le più recenti innovazioni tecnologiche disponibili sul mercato. Open innovation, appunto.
Un’esperienza di grande successo, di cui abbiamo parlato anche qui, e che oggi viene riproposta in una nuova veste. Il nuovo programma HiPo è un percorso di lungo periodo volto alla crescita professionale per alcuni dei giovani talenti di Spindox. I protagonisti compongono un piccolo ma vivace gruppo di colleghi, che in questa prima fase del programma parteciperanno agli Inno l@b. In questi laboratori d’innovazione dovranno ideare e progettare contenuti d’offerta nuovi, che contengano una chiara proposizione di valore, portino un vantaggio competitivo a Spindox e risultino sostenibili sul piano degli asset e dei tempi necessari per il go-to-market. È un modo per fare open innovation all’interno della propria organizzazione, partendo dal presupposto che il contributo deve venire da tutte le persone e non solo da specifiche funzioni.
Ma chi sono gli HiPo?
La scorsa primavera si è svolta una selezione in due fasi: un questionario attitudinale preparato dalla società partner Idea Management, rivolto a tutti i colleghi nella fascia di età 25-35 anni. E un incontro individuale con Learning & Development per i candidati che hanno ottenuto i migliori risultati, dove dimostrare di essere pronti a esprimere il proprio potenziale.
È d’obbligo sottolineare che il potenziale non è una qualità intrinseca, quanto l’insieme delle caratteristiche che tutti noi abbiamo quando otteniamo un risultato importante: entusiasmo, abilità, maturità, gestione del cambiamento. Ciascuno di noi, nel tempo, sperimenta queste caratteristiche, la vera difficoltà è valorizzarle con costanza, anche nelle difficoltà. Ecco perché quella degli HiPo non è una comunità definita e immutabile, ma evolverà insieme alle persone che la compongono e ai colleghi che mostreranno di poterne fare parte, magari proprio grazie all’aiuto degli HiPo di oggi. Anche questo, del resto, è coerente con l’idea di open innovation.
In che cosa consistono gli Inno l@b?
Spindox ha individuato due macro tematiche fra le molte considerate “calde” dagli indicatori di mercato e caratterizzate da un elevato tasso di innovazione tecnologica. La prima riguarda la creazione di chatbot che supportino l’erogazione di servizi di Operation, con l’obiettivo da un lato di automatizzare tali servizi, dall’altro di fornire feedback più rapidi e soddisfacenti agli utenti. Il secondo tema prevede la messa a punto di uno strumento di analisi predittiva per le banche retail, a supporto dei processi di up/cross selling, churn prevention e fraud detection, ricorrendo a modelli di analisi predittiva che facciano uso di algoritmi di machine learning.
Gli HiPo, organizzati in due team eterogenei, sono già al lavoro per ideare delle soluzioni che rispondano a queste esigenze. Essi dovranno analizzare il problema da punti di vista, anche quelli che nell’attività quotidiana non sono chiamati a considerare. Hanno quindi la ghiotta occasione di confrontarsi con i Market Leader, i Manager e tutti i colleghi di Spindox che hanno esperienze utili alla causa; potranno sfruttare i tempi e gli strumenti che riterranno più opportuni e che saranno in grado di ricavare, dentro e fuori dai propri uffici. L’obiettivo? Arrivare a soluzioni che potranno andare anche oltre quanto indicato dal tema proposto.
Come sono organizzati?
La sfida è impegnativa e ricca di incognite, per questo pur lavorando in autonomia saranno affiancati da Elisabetta Baudino e Christian Zehnder, che agiranno da advisor rispettivamente per il progetto Predictive Analytics e Chatbot & DevOps.
Non mancheranno neppure i momenti di formazione: lo SCRUM Master Valerio Alba li aiuterà ad adottare un approccio agile, Paolo Locati, certificato PMP, li supporterà nella gestione dei progetti, Elena Merlanti dell’area Resource Planning fornirà loro nozioni di staffing e recruitment e il team Learning & Development li affiancherà nello sviluppo delle competenze manageriali. A supporto per le analisi di mercato e business case ci saranno Dario Di Ventura, Alessandro Roccavilla e Riccardo Meringolo.
A noi non resta che fare un grosso in bocca al lupo ai colleghi impegnati in questo percorso, con l’augurio di vedere il portafoglio di Spindox arricchito di due nuove offerte a gennaio. E se busseranno alla vostra porta, siate pronti a dar loro una mano!