IBSI e Associazione Blockchain Italia: nasce la prima rete italiana

da | Apr 18, 2021

Si chiama Italian Blockchain Services Infrastructure (IBSI) ed è un’infrastruttura basata su blockchain e Distributed Ledger Technology (DLT). L’obiettivo è abilitare una nuova forma di servizi pubblici e privati per il Paese.

Si è svolto il 31 marzo 2021 l’evento di presentazione di IBSI – Italian Blockchain Service Infrastructure, organizzato dallAssociazione Blockchain Italia. Fra gli ospiti alcuni dei professionisti coinvolti in prima persona nel progetto.

IBSI nasce con l’intenzione di allinearsi all’European Blockchain Services Infrastructure (EBSI), un network di nodi distribuiti sull’intero territorio europeo. Molti dei personaggi coinvolti sono stati fondamentali nella realizzazione di entrambe le infrastrutture, come Pietro Marchionni, coordinatore sia di IBSI sia di EBSI.

Come nel caso europeo, la tecnologia blockchain vuole essere messa al servizio della collettività attraverso la creazione di un network i cui partecipanti possano usare servizi comuni per cooperare, interconnettere soluzioni esistenti e sviluppare nuovi servizi, sia pubblici sia privati. Attraverso una gestione sicura e trasparente dei dati sarà garantita la privacy dei cittadini, incrementando fiducia e consapevolezza nelle possibilità offerte dalla nuova tecnologia.

Allo stesso tempo però IBSI deve prendere in considerazione le peculiarità del caso italiano. Per questo lo sviluppo del suo modello è in pieno divenire. In altri termini, le basi già gettate sono perfettamente compatibili con l’infrastruttura europea, ma nessuna porta è chiusa per quel che riguarda le tecnologie che verranno adottate nei prossimi mesi.

Sperimentazione è la parola chiave. L’intenzione è verificare in prima persona le soluzioni più adatte ed efficienti, senza escludere nulla a priori.

Gli attori coinvolti in IBSI

I membri costitutivi di IBSI sono già molti: dal settore energetico con RSE e GSE, a Poste Italiane, passando per INPS e INAIL. A livello universitario sono coinvolti sia il Politecnico di Milano, sia l’Università degli Studi di Cagliari.

IBSI però prevede di attirare molti più attori, sia pubblici sia privati. L’ottica di trasparenza, che ha caratterizzato già questa prima presentazione, è inoltre fondamentale per garantire il coinvolgimento dei cittadini, come sottolinea Pietro Marchionni.

Qualche specifica tecnica

Emiliano Vernini, Innovation Manger presso Poste Italiane, chiarisce il carattere duplice della rete. IBSI si configura come una blockchain public-permissioned. Public allo stesso modo dei servizi pubblici, come sanità e istruzione. In questo senso non devono esserci barriere di ingresso per i cittadini. Permissioned perché ogni nodo sarà subordinato alle regole definite da IBSI e all’identificazione univoca garantita dalla tecnologia blockchain.

L’infrastruttura si basa sul client Hyperledger Besu, in linea con l’indirizzo tecnologico preso da EBSI, che garantisce di gestire l’onchain permissioning. Infine, l’algoritmo di consenso IBFT 2.0 non prevede fork e garantisce ottime performance. Nessuna di queste tecnologie è legata a vendor e licenze. L’open source è stato scelto come l’opzione più indicata per le finalità preposte. A oggi la testnet esistente contiene 20 nodi attivi, con almeno un nodo validatore per ogni organizzazione partecipante, ma la rete è in rapida espansione.

L’allineamento alla struttura europea porta una serie di garanzie. Da un lato, assicura la compatibilità tecnica per qualsiasi soluzione sviluppata sulla rete. Dall’altro, la compliance con leggi e regolamentazioni garantisce un ecosistema sicuro in cui sviluppare senza correre rischi.

IBSI: sei obiettivi per dodici mesi

Monica Gabrielli, responsabile di Digital Experience preso Sogei e coordinatrice della governance di IBSI, si è occupata di presentare le linee strategiche che guideranno le operazioni nel corso del prossimo anno:

  1. Favorire la digitalizzazione tenendo conto degli aspetti tipici dell’Italia, in un’ottica di semplificazione dei servizi;
  2. Sviluppare un ecosistema blockchain nazionale in sinergia con EBSI;
  3. Realizzare attività di ricerca e sviluppo sulle specificità della tecnologia blockchain/DLT;
  4. Creare una comunità tecnica focalizzata sui casi d’uso di blockchain/DLT;
  5. Sviluppare prototipi, progetti pilota, sperimentazioni di applicazioni e casi d’uso per servizi di interesse nazionale, che prevedano anche l’interazione transfrontaliera;
  6. Promuovere la collaborazione fra i membri dell’ecosistema, con particolare attenzione all’interazione fra soggetti pubblici e privati.

Il periodo di sperimentazione iniziale, come nel caso di EBSI, permetterà di ottimizzare l’ecosistema grazie ai contributi di tutti i partecipanti.

Lato pubblica amministrazione, IBSI vuole diventare un punto di riferimento per la creazione di servizi pubblici completamente digitali e orientati al cittadino. Allo stesso tempo IBSI nasce con l’intenzione di coinvolgere il mondo privato nel cammino verso la trasformazione digitale, in maniera strutturata e trasparente.

Lo stesso modello di condivisione e interoperabilità verrà applicato al mondo imprenditoriale come alla PA, senza dimenticare le startup innovative.

Il primo caso d’uso, energia green in mano ai cittadini con GSE

Molte sono state anche le proof of concept presentate dai rappresentanti nel corso della rappresentazione. Alcuni esempi, che verranno ampliati e a cui se ne aggiungeranno molti altri nei prossimi mesi, sono stati offerti da GSE, Cimea, INAIL, INPS, AGID, INFRATEL, ENEA e Poste Italiane. Ne riportiamo alcuni fra i più interessanti.

GSE ha realizzato tre proof of concept (POC) con un approccio di sostenibilità ecologica. Entro il 2030 è previsto che in Italia siano messe in circolo circa sei milioni di vetture elettriche e ibride. Con queste figure in mente, uno dei POC mira a garantire la provenienza green dell’energia utilizzata nelle stazioni di ricarica delle automobili. Gli utenti possono ricercare su un’applicazione le colonnine di ricarica ecologiche e sceglierle in cambio di ricompense non monetarie. Attraverso questa e altre iniziative, l’obiettivo è sviluppare maggiore consapevolezza e fiducia nei cittadini rendendo il settore energetico sempre più inclusivo, e migliorando l’efficienza e la trasparenza dei processi e dei servizi. La conclusione di GSE è che l’implementazione di una blockchain come IBSI sia strategica al fine di sviluppare casi d’uso d’interesse degli stakeholder e con impatti positivi per la collettività.

Altri casi d’uso di IBSI: la digitalizzazione dei processi di gestione

Un altro caso d’uso, proposto da INPS e INAIL ma che coinvolge anche comuni, regioni e altre organizzazioni come ASL, l’Agenzia delle Entrate e ACI, prevede la digitalizzazione dei processi di gestione dell’invalidità civile e degli infortuni sul lavoro. Attraverso la blockchain sarebbe possibile accertare e garantire l’erogazione dei benefici richiesti da parte del disabile in maniera univoca.

Gli esempi presentati sono molti: si va dalla gestione dei titoli di studio alla certificazione di test immunologici, passando per l’ottimizzazione dei dati relativi al reddito di cittadinanza e la gestione dei flussi energetici relativi all’edificio F40.

Ciò che è chiaro è che la tecnologia blockchain offre stimoli a tutti gli attori coinvolti e promette di rivoluzionare ben più di un mercato italiano, con un’ottica di collaborazione e innovazione senza precedenti.

Se ti interessa scoprire le origini della tecnologia blockchain e perché sia così fondamentale in termini di sicurezza e privacy ne abbiamo parlato in questo articolo. Se vuoi saperne di più sulla differenza fra blockchain pubbliche, autorizzate e private, puoi trovare qui una nostra analisi approfondita.

Lorenzo Montalti
Lorenzo Montalti
Nativo digitale ma amante della parola stampata. Si è diplomato in Informatica e laureato in Culture e Letterature del Mondo Moderno. Così come il binario alterna 0 e 1 anche lui è in costante ricerca del giusto equilibrio fra analogico e tecnologico.

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