Alessandro Albano, developer di Spindox era al Festival della Scienza di Genova. Ha raccontato delle frontiere tecnologiche a supporto dell’accessibilità dei non vedenti e del linguaggio LaTeX per la fruizione dei contenuti scientifici.
Il nostro Alessandro Albano ci parla del Laboratorio Polin di Torino, del progetto DAPARI e di LaTeX, il linguaggio di markup usato per la preparazione di testi scientifici. Ma soprattuto delle sfide dell’accessibilità per gli utenti con disabilità visiva.
Cos’è l’accessibilità? In cosa consiste il problema dell’accessibilità per un non vedente?
Molte persone associano il concetto di accessibilità all’urbanistica interna e esterna, trascurando così tutto il resto delle tematiche accessibili. Noi parleremo di accesso universale al software, libri digitali contenenti formule matematiche, siti web e molto altro. È necessario che chi sviluppa software o distribuisce libri di testo tenga sempre a mente i principi di accessibilità nella creazione degli stessi. In ambito scientifico matematico un grosso limite dei testi scientifici è che le formule sono spesso “incollate” in formato immagine come degli adesivi, e questo non è fruibile dalle tecnologie assistive.
Se invece dobbiamo consultare un libro di narrativa non abbiamo di questi problemi. In modo simile, anche il software può risultare poco fruibile se al suo interno presenta oggetti, sezioni e tanto altro, sviluppato in modalità immagine “appiccicata”, una prassi molto diffusa nella creazione di interfacce grafiche. Le tecnologie assistive funzionano bene unicamente in presenza di testo o immagini ben descritte, ma se ci pensate la presenza nel testo nei siti o nelle pubblicazioni rappresenta la parte più corposa, oserei dire quella più essenziale. È assolutamente possibile creare prodotti software accattivanti graficamente o libri di testo multimediali, rispettando i principi di accessibilità, una cosa non esclude l’altra, soprattutto con l’avvento di HTML 5. Sul sito web del W3c possiamo iniziare a comprendere quali sono le linee guida per progettare interfacce usabili.
Che tipo di strumenti usano le persone con disabilità visiva?
Dobbiamo suddividere in due famiglie le persone affette da disabilità visiva. Esiste infatti la famiglia degli ipovedenti e quella dei non vedenti. I primi hanno esigenze cromatiche, di contrasto e di ingrandimento dei caratteri. I secondi hanno invece esigenze più restrittive che si basano su una concreta accessibilità dei contenuti di cui intendono fruire.
I non vedenti utilizzano dei software chiamati lettori di schermi. Grazie a tali programmi possono utilizzare senza limitazioni Smartphone o Personal Computer che siano prodotti seguendo le buone prassi dell’accessibilità. Per citarne alcuni, Microsoft Windows e Apple iOS sono sistemi operativi accessibili: il lettore di schermo comunica vocalmente tramite sintesi vocale TTS e il testo presente sullo schermo del dispositivo utilizzato permette di utilizzare lo stesso senza vista e senza mouse tramite una vasta gamma di scorciatoie da tastiera. È frequente che un non vedente associ a questi strumenti una barra Braille, un dispositivo elettronico che per mezzo di caratteri piezoelettrici riproduce in rilievo il testo presente sullo schermo del dispositivo a cui è collegata, che sia esso un pc o uno smartphone.
Mentre gli ipovedenti spesso non utilizzano il lettore di schermo, ma fanno affidamento sul loro residuo visivo usando software ingrandenti o video-ingranditori portatili. Alcuni preferiscono gli schermi di grandi dimensioni con un ottimo contrasto.
Parlaci del Laboratorio Polin
Il laboratorio fa parte del Dipartimento di Matematica “G.Peano” dell’Università di Torino. Esso prende origine dalla necessità della diffusione e dell’utilizzo delle nuove tecnologie per l’accesso agli studi universitari, anche scientifici, da parte di giovani con disabilità (sia motoria sia sensoriale). Le attività del laboratorio vanno in due direzioni parallele. Da un lato ricerca e sviluppo di tecnologie per l’accesso e la produzione di contenuti scientifici digitali; dall’altro sperimentazione e disseminazione sul territorio delle tecnologie assistive esistenti.
Il progetto Integr-Abile ha obiettivi di ottimizzazione, sperimentazione, diffusione e sviluppo di nuove tecnologie per l’accesso a studi, anche scientifici, per studenti con disabilità motorie o sensoriali. Il lavoro si articola in servizio, ricerca, formazione e condivisione.
Quali sono i problemi dell’accedere a testi con formule e qual è la tua esperienza personale con le formule?
Come anticipato il problema dei testi con formule nasce dal formato in cui sono distribuiti e dagli strumenti con cui sono redatti. Se creiamo un documento Word e appiccichiamo delle immagini contenenti formule matematiche non riusciremo mai a renderle accessibili alle tecnologie assistive. Nemmeno i classici sistemi OCR in commercio ci possono aiutare in questa problematica.
Che soluzione abbiamo trovato a questi problemi? Cos’è il LaTeX?
Per rendere una formula matematica accessibile, leggibile e comprensibile serve che sia scritta “in linea”, andando un po’ contro a ciò a cui siamo abituati a vedere (di solito le formule sono spesso espresse su più righe). Da questo paradosso ci siamo chiesti perché non utilizzare “il metodo” universale con cui viene scritta la matematica utilizzando il latex.
Il LaTeX è il più diffuso linguaggio di marcatura usato per la preparazione di testi scientifici, ma purtroppo, soprattutto in Italia, non tutti lo utilizzano. Il codice prodotto può essere facilmente consultato, usato per svolgere un esercizio e successivamente compilato in un file pdf dall’aspetto comune di un libro di testo. Abbiamo così le due fasi: quella del codice sorgente, facilmente interpretabile e utilizzabile per studio, e la seconda fase che crea un file pdf utile alla diffusione, che per esempio può essere consegnato ad un insegnante per la correzione di un esame.
Quali sono i vantaggi?
Il punto di forza di questo approccio è che gli insegnanti di matematica conoscono questo linguaggio e di conseguenza non ci sono limiti nell’utilizzarlo per studenti non vedenti, ma può essere liberamente insegnato anche a studenti normodotati. Nel proporlo, non devo assicurarmi che l’insegnante impari il linguaggio, ma gli presento una cosa che non conosce. Con le tempistiche delle scuole di oggi sarebbe impensabile chiedere ad un docente di imparare un linguaggio appositamente creato per rendere testi accessibili. È necessario sfruttare qualcosa di universale che già conosciuto.
Ecco un esempio di una formula in linea scritta in latex: \[\sqrt{\frac{1}{4}}\] .
Questa semplice forma in linea rappresenta la frazione ¼ sotto radice quadrata. Una formula su più righe scritta in linea. Questo metodo aveva risolto il problema di scrittura delle formule, ma non quello della consultazione. Da qui è emerso il bisogno di sviluppare un pacchetto aggiuntivo denominato Axessibility che, se applicato al file latex, aggiungendo una sola riga di codice, permette la creazione di pdf completamente accessibili. Questo rappresenta un grande aiuto per chi studia e una gran semplificazione per chi scrive i documenti.
Alessandro, come hai scoperto il LaTeX e come lo usi?
Ho scoperto il LaTeX alla fiera Handimatica di Bologna nel 2014. Fino a quel giorno avevo incontrato diversi problemi nel trovare e consultare testi scientifici matematici con l’ausilio di lettore di schermo. Ricordo che la cosa che mi entusiasmò molto fu che al mio rientro a casa, cercando in rete, trovai subito del materiale in latex disponibile, pronto da studiare. Il latex è semplice da utilizzare, basta un editor di testo comune o meglio se si utilizza un software come texnicCenter, tutto completamente gratuito. Muoversi in un file di testo risulta molto semplice e con dei dizionari specifici per la matematica il latex viene letto in linguaggio naturale dal lettore di schermo.
Cos’è il progetto della biblioteca accessibile?
Il progetto della biblioteca accessibile online nasce per mettere a disposizione di tutti testi e dispense scritte in latex liberamente scaricabili, per ottenere in tempi rapidi materiale di studio. Al momento disponiamo di un testo di Analisi matematica, ci è stato concesso da un docente che appoggia il nostro progetto, è un grande traguardo poter disporre di questo testo e vogliamo fare in modo di arricchire notevolmente la nostra biblioteca.
Finora si è parlato di università. Ma prima dell’università come fanno i non vedenti ad accedere ai testi?
Se parliamo di testi di narrativa, storia, geografia e lingue essi sono disponibili tramite enti statali che li forniscono, con diverse tempistichee modalità. Per quanto riguarda quelli scientifici rimane invece il problema dell’accessibilità. Noi pensiamo che con il latex si possa superare anche questo ostacolo e lo testimoniano diversi docenti che insegnano il latex anche nelle scuole medie ed esso rappresenta un metodo di scrittura molto apprezzato anche tra gli altri studenti della classe. Se ci fosse consapevolezza di questa metodologia, gli insegnanti stessi sarebbero motivati a consigliare ad uno studente con disabilità visiva ad intraprendere un percorso di studio scientifico, sia per le scuole medie superiori, sia per l’università. Oggi le tecnologie ci sono, non è presente quindi alcun ostacolo oggettivo.
Cosa fa il laboratorio per formare i docenti?
Il laboratorio ha svolto e continua a svolgere corsi di formazione per i docenti che intendono apprendere questa metodologia. Se pensiamo a degli insegnanti di sostegno, essi magari devono apprendere queste metodologie per trarre il massimo dagli studenti diversamente abili che seguono personalmente. Per questo sono state avviate diverse collaborazioni con il Comune di Torino per formare il corpo docente.
E dopo l’università? Qual è il rapporto tra non vedenti e mondo del lavoro? Le aziende sanno di queste tecnologie e dell’importanza della formazione?
La cosa che mi capita più di frequente, è sentirmi dire dalle aziende, dai responsabili dei progetti, dagli HR, che non erano a conoscenza di tutto ciò che, da non vedente, riesco a fare, a produrre. C’è molta ignoranza in materia. Il che toglie opportunità occupazionali a tante persone persone. Peggio: non rende consapevoli le aziende del fatto che l’impiego delle categorie protette non è solo un obbligo di legge, ma rappresenta un’opportunità occupazionale importante. La formazione è importante per le persone normodotate allo stesso modo di quelle diversamente abili, un individuo può ambire a diventare un professionista solo con una adeguata formazione ed un continuo aggiornamento. Ma naturalmente, i materiali con cui si studia e ci si forma devono essere ugualmente accessibili per tutti.
Cosa fa il laboratorio in relazione al mondo del lavoro?
Nell’ambito del progetto “Potenziare l’occupabilità di persone con disabilità visiva”, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino (Fondo Regionale Disabili) e l’I.Ri.Fo.R. si è svolto un corso di 14 ore rivolto a disabili visivi per potenziarne le competenze informatiche indirizzate al mondo del lavoro. Inoltre, sono stati attivati nove tirocini retribuiti di tre mesi presso alcune aziende torinesi, dove alcuni corsisti hanno l’occasione di mettere in pratica le conoscenze acquisite. Due di essi si sono conclusi con l’assunzione a tempo indeterminato. La Dottoressa Tornavacca, nell’ambito del progetto DAPARI, diffonde la cultura dell’accessibilità presso aziende private.
Quali sfide per il futuro nel mondo dell’accessibilità?
Il futuro dell’accessibilità è roseo, sono molto positivo. I grandi colossi tecnologici come Google, Apple e Microsoft sono attenti alla tematica e lo dimostrano i prodotti che escono sul mercato. Abbiamo sistemi operativi muniti di lettori di schermo, sistemi di dettatura vocale integrati e assistenti vocali che permettono di usare la voce per interagire con i dispositivi. Anche gli sviluppatori delle app di terze parti sono attenti e basta sollecitarli per vedersi consegnare app più accessibili. Tutta la community dello sviluppo di software è attenta ad una tematica che sembra riscuotere molto interesse. Certo non è sempre così ed è nostro compito sollecitare le situazioni anomale. Forse il settore che più lentamente si sta adattando a questo cambiamento è quello dell’editoria, probabilmente per problemi legati al diritto di autore, ma bisogna fare comprendere che dall’editoria passa il sapere delle persone, un’editoria più accessibile è un bene per tutti.
Quali i progetti futuri del laboratorio?
creazione di una Biblioteca Europea Accessibile
ottimizzazione del pacchetto Axessibility
realizzazione di un OCR per testi scientifici
diffusione della cultura dell’accessibilità nel mondo della scuola e nel mondo del lavoro.