Il mercato ICT in Italia: la luce dopo il Covid?

da | Lug 1, 2021

IDC fotografia il mercato ICT italiano. La pandemia ha generato un clima di incertezza globale, ma la ripresa è possibile.

Lo scenario del mercato ICT in Italia: cosa raccontano i dati e come sfruttarli. se ne è parlato in occasione dell’evento organizzato da IDC Italia, focalizzato sui dati, la loro interpretazione e il modo migliore di usarli. Un messaggio soprattutto per chi opera nei  mercati globali e nazionali, una guida per prendere decisioni e cogliere grandi opportunità.

Il webinar, mediato da Fabio Rizzotti, Associate Vice President, Head of Research and Consuling presso IDC, ha avuto come ospiti Carla La Croce, Senior Research Analyst, Consumer Insights & Analysis e Gabriele Roberti, Research Manager,Customer Insights & Analysis.

I driver che caratterizzano gli scenari globali

Anche nel mercato ICT il new normal del post Covid è caratterizzato da incertezza e volatilità. I driver che agiscono in questo clima sono di due tipi. Da un lato quelli che dovrebbero favorire una ripresa più veloce, dall’altro quelli che – viceversa – rischiano di generare un impatto negativo.

Tre le dinamiche che possono generare un impatto positivo ci sono gli stimoli governativi, la Next generation EU ed i piani di ripresa e resilienza dei paesi. A questi va aggiunta la domanda crescente di strumenti per l’innovazione digitale. Il sistema Italia, si sa, è in grave ritardo. Ma paradossalmente questo rappresenta un vantaggio per l’industria dell’ICT, in quanto potrebbe sostenere la domanda nei prossimi anni. Certo, tale domanda sarà sempre più selettiva, nel senso che si concentrerà sui servizi e le tecnologie che abilitano la trasformazione digitale: cloud, big data, internet delle cose, mobile e intelligenza artificiale.

Dall’altro lato ci sono degli elementi disturbanti nel percorso verso il Next Normal del mercato ICT. Tra questi la confusione generata dalla pandemia, che ha poi causato la crisi dei modelli tradizionali della supply chain. Ci sono anche eventi macroeconomici, non direttamente legati alla crisi del Covid-19, che possono generare un impatto negativo. Alcuni esempi sono la Brexit e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.

C’è poi il caso italiano, che merita un’analisi a parte. Lo spiega bene Roberti: «Queste dinamiche globali macro economiche hanno delle ripercussioni sul nostro paese. Vorrei condividere il risultato di un sondaggio in cui vengono messe a confronto le priorità delle imprese in Italia ed in Europa. Le aziende dello stivale posizionano al primo posto l’operational efficiency, seguita dall’innovazione e dalla customer satisfaction. A seguire le dimensioni economico-finanziare come utili e ricavi, la produttività degli impiegati e l’organizzazione nel suo complesso.»

La sottolineatura di Roberti non può che fare piacere a Spindox, che ha fatto dell’intelligenza artificiale al servizio dell’efficienza operativa e dell’ottimizzazione dei processi uno dei cardini della propria offerta. Pensiamo all’automazione di planning, scheduling e dispatching. Oppure alla gestione integrata di revenue management e demand intelligence.

Le dinamiche di budget nel mercato ICT

Le dinamiche di incertezza influenzano le percentuali di spesa dedicate al settore dell’ICT. In questo senso IDC Italia ha chiesto alle imprese di confrontare il budget IT 2021 con quello dell’anno precedente. Quello che emerge dal sondaggio è che il 42% delle imprese prevede di non variare il proprio budget, il 38% prevede un incremento e il 18% delle aziende intervistate stima una flessione.

Ma come viene distribuito il budget IT? Circa un 30% delle imprese dichiara di indirizzare la spesa verso quello che viene definito maintain, ovvero il mantenimento delle operazioni IT già in atto. Il 28% del campione lo punta sul sustain, ovvero sui processi di modernizzazione, non necessariamente legati alle dinamiche del Covid-19. Le altre due categorie vengono definite shitf e added. Se la prima prevede un’allocazione del budget su iniziative fortemente legate alla pandemia, la seconda strategia rilancia l’impresa verso processi di innovazione per guardare al post covid o al Next Normal.

Una fotografia del mercato ICT italiano

Ma quale sarà il tenore degli investimenti in Italia, in questo clima di incertezza come quello generato dalla pandemia? L’impatto del Covid-19, sulle aziende e sul business in generale, ha determinato una variazione delle previsioni di mercato.

Dall’indagine svolta da IDC Italia nel maggio del 2021 emerge che circa il 70% delle aziende si trova in fase di ripresa, o si aspetta una ripresa nella seconda meta del 2021. Cominciano così a vedersi segnali positivi che suggeriscono il progressivo ritorno alla crescita. Si tratta di una situazione promettente per l’Italia. Lo conferma il fatto che oltre il 60% degli intervistati dichiari di voler chiedere un aiuto economico con il recovery plan, per continuare così la strada verso la ripresa. Il recovery plan avrà infatti un ruolo rilevante nei prossimi mesi e nei prossimi anni, anche per il sostegno delle spese IT.  

La survey mostra peraltro che nel 2020 la spesa ICT in Italia è diminuita del 3% circa, risultato sicuramente deludente e inferiore a tutte le aspettative. Ma questo risultato va valutato in parallelo con quello relativo al PIL. Lo scorso anno l’Italia ha registrato infatti un calo del prodotto interno lordo del 9% a causa della pandemia. Il nostro è stato uno dei paesi maggiormente colpiti. Visto in quest’ottica, il -3% del comparto ICT fa meno impressione. Quanto a Spindox, ricordiamo che nel 2020 i ricevi della nostra società sono cresciuti del 10%.

Insomma, l’ICT infatti ha avuto un ruolo importante durante la pandemia. Gli investimenti in questo settore sono stati fondamentali per mantenere in vita le organizzazioni italiane, e più in generale tutte le aziende, accelerando processi che erano stati messi in atto prima del 2020. L’ICT ha così permesso di mantenere un costante interazione tra aziende ed impiegati, tra aziende e clienti e tra tutta la supply chain.  

I segmenti dell’ICT e l’impatto del Covid-19

IDC segmenta il mercato complessivo ICT in servizi IT, servizi per le telecomunicazioni, hardware e software.

Nel 2020 il sottocomparto del software è l’unico, nel mercato ICT, che ha registratato una forte crescita. Questa performance è dovuta soprattutto alla domanda di infrastrutture cloud. La migrazione verso il cloud dovrebbe rimanere una delle voci più attive anche nel 2021: tutte le aziende che avevano iniziato il processo di digital trasformation proseguiranno per quella strada, accelerando addirittura i tempi di trasformazione.

Al contratio, il mercato dell’hardware ha subito una leggera contrazione. Tuttavia la riduzione non è stata così forte. Questo perché le nuove abitudini introdotte dalla pandemia – DAD e smart working – hanno generato una grande domanda di personal computer.

Aggiunge Rizzotti: «ogni segmento dell’ICT risente di tutta una serie di dinamiche. L’IT service ed il business service hanno subito entrambi un impatto fortissimo legato alla crisi del 2020. Anche il servizio Telecom ne ha risentito. È tuttavia prevista una crescita per gli IT services mentre i servizi Telecom risentono di un grande dinamismo ma allo stesso tempo di una fortissima battaglia competitiva che continuerà a determinare una leggera flessione.»

E le industrie?

Nel 2020 alcuni comparti del mercato ICT hanno subito l’impatto della pandemia in misura più significativa di altri. Tra questi il manifatturiero, soprattutto per effetto della disruption di tutta la supply chain, il copmarto dei trasporti ed il retail. Ci sono invece altri settori che, in qualche modo, hanno beneficiato di questa crisi per affrontate determinate spese che erano necessarie.

Tuttavia nel 2020 le aziende hanno beneficiato del supporto economico dei governi. E questo è visibile dai dati di Eurostat da cui emerge che le dichiarazione dei fallimenti nell’anno di pandemia sono diminuite per quasi tutti i paesi europei. Nel 2021 è invece molto importante il recovery plan dei vari paesi.

In generale, con questa situazione, un anno di attività è andato perso.

Perché abbiamo bisogno di dati

Secondo IDC i dati saranno sempre di più il dialetto condiviso fra industria ICT e aziende clienti. Per questo è importante che entrambe le parti imparino a parlarlo. Solo in questo modo per un fornitore di servizi o prodotti ICT sarà possibile comprendere bisogni e obiettivi degli end user. La pianificazione strategica è sicuramente uno dei principali terreni di confronto. È lì che si decide come bilanciare in modo corretto le risorse e il tempo con le opportunità. E anche questo è un messaggio incoraggiante per Spindox, che ha fatto evolvere la propria offerta proprio intorno all’approccio ai dati basato su modelli di analisi quantitativa. Ublique© è la punta avanzata di questa visione.

C’è di più. In un paese come l’Italia, dove operano molte filiali di importanti multinazionali, i dati possono supportare gli obiettivi di vendita. I dati possono essere utilizzati a sostegno del marketing ma anche dello sviluppo di prodotto.  In questo modo si può comprendere dove e come le soluzioni tecnologiche verranno utilizzate dagli end user. Infine i dati possono essere utilizzati per la comunicazione di leadership, quindi per supportare la comunicazione, inviando  messaggi più consistenti ai clienti.

Tre raccomandazioni per navigare nel mercato ICT

IDC formula tre raccomandazioni. Sono le tre stelle che, secondo la società di ricerca, è opportuno seguire per navigare nel mercato dell’ICT in Italia.

La prima deriva dalla grande incertezza che abbiamo vissuto in questo periodo. È importante guardare ai dati aggiornati con la massima frequenza perché ci sono molti fattori che governano ed influenzano lo scenario del mondo dell’ICT, il quale è in continua evoluzione.

Guardare i dettagli è il secondo consiglio. I dettagli sono fondamentali per poter prendere le decisioni corrette, avendo scelto le figure giuste con cui confrontarsi.

Infine è importante cercare opportunità di crescita concrete e dunque posizionarsi all’interno di un mercato specifico, perché ogni settore ha esigenze in parte diverse. Fare questo è possibile guardando come gli end user utilizzano la tecnologia per i loro use case.

Beatrice Mingazzini
Beatrice Mingazzini
Laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione, è specializzata in design e moda. Appassionata del viaggio on the road, sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo, nel tempo libero le piace sperimentare tecniche di pittura.

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