Dalla ricerca dell’Osservatorio IoT del PoliMI emerge il profilo di un mercato in continua crescita che ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro, anche se ancora spinto prevalentemente da obblighi normativi.
Il 21 aprile si è tenuto a Milano il convegno “Internet of Things: oltre gli oggetti, verso i servizi”, organizzato dall’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano. È stata l’occasione per affrontare diversi temi, in relazione soprattutto alla crescita del mercato, alle strategie delle aziende italiane e al ruolo giocato dai vari ambiti applicativi.
Il valore del mercato IoT in Italia
Nel 2016 il valore del mercato di IoT italiano è aumentato del 40% rispetto all’anno precedente, arrivando a sfiorare i 3 miliardi di euro, confermando un trend in continua espansione.
Se le stime di Gartner prevedevano per il 2016 una crescita del mercato a livello globale fino al 31%, possiamo dire che la crescita italiana sia decisamente sopra la media europea, sebbene questi dati siano fortemente influenzati dalle installazioni obbligatorie dei contatori del gas intelligenti imposti dalla legge 554/2015/R/gas.
Depurando il dato dai numeri relativi agli obblighi di legge, la crescita rimane comunque attestata su un confortante 23%, passando dai 1,5 miliardi del 2015 ai 1,85 del 2016.
Nel complesso possiamo dire che lo sviluppo di IoT in Italia al momento è decisamente trainato da smart metering (contatori intelligenti), auto connesse, smart building (gestione automatica degli impianti e dei sistemi dell’edificio per il risparmio energetico, la sicurezza dell’edificio e delle persone al suo interno) e logistica (tracciabilità di filiera, sicurezza in poli logistici complessi, gestione delle flotte).
La spinta arriva dai contatori
Come già detto, la maggior parte dei numeri sullo sviluppo IoT del 2016 arrivano dalle installazioni obbligatorie dei contatori del gas intelligenti, dove la normativa prevedeva la copertura 15% di tutte le installazioni per il 2016 e il 50% entro il 2018.
Nell’ambito smart metering, interessante sarà anche il rollout delle installazione riguardanti anche i consumi elettrici, in seguito al Dlg 102/2014 e la delibera 646/16, che prevedono il completamento dell’installazione di contatori intelligenti entro 15 anni:
Automobili connesse
Anche qui gli obblighi normativi danno una certa spinta, infatti dal 31/3/2018 la normativa europea prescrive l’installazione di e-call su tutte le auto di nuova produzione. Si tratta di un dispositivo satellitare in grado di chiamare il 112 in modalità automatica (in seguito ad attivazione di air-bag) o manuale, nonché di registrare le dinamiche di un eventuale incidente, dando la possibilità alle compagnie assicurative di garantire risarcimenti equi.
La connettività delle auto non si ferma a e-call, ma anche alla fornitura di servizi per auto connesse nativamente via SIM, come prenotazioni, assistenza, manutenzione predittiva etc.
Logistica
Buoni i risultati della smart logistics, che con i suoi 250 mln di euro detiene circa il 9% del mercato IoT, soprattutto grazie alla gestione delle flotte aziendali e alla tracciabilità di filiera, numeri che corrispondono a oltre 200.000 veicoli nativamente connessi.
Smart City
Più contraddittori i numeri relativi a smart city, dove circa il 78% dei comuni con più di 15.000 abitanti ha realizzato progetti di smart city, ma paradossalmente il 39% dei cittadini non ha mai sentito parlare di smart city, e di quelli più “informati”, l’89% non è comunque soddisfatto dell’offerta del proprio comune, segno questo di progetti realizzati senza pianificazione.
Smart Building
Smart building e smart home hanno avuto una crescita importante, rispettivamente del 45% e del 23%, numeri legati prevalentemente alla sicurezza (serrature intelligenti, sensori di movimento…), con il progressivo spostamento dai soli grandi edifici alle piccole costruzioni e ai negozi.
Riguardo specificamente la smart home, si sono però ancora riscontrati alcuni problemi, relativi alla scarsa integrazione fra i canali, poca offerta di servizi, preparazione insufficiente dei venditori, e in generale di un’esperienza d’uso ritenuta ancora non soddisfacente.
Industry 4.0 e Industrial IoT
Industria 4.0 e Industrial IoT sono due altri motori di sviluppo che contribuiscono alla crescita del complesso mercato IoT. Tuttavia, l’indagine dell’osservatorio su un campione di 82 aziende italiane ha riscontrato che il 27% del campione non ha mai sentito parlare di IoT, e meno di metà di chi lo conosce ha avviato progetti IoT per il B2B.
Tra le cause principali riscontrate spiccano la mancanza di competenze in azienda (confermata dal fatto che circa l’80% del campione non ha e non prevede un ruolo aziendale specifico per IoT), e la difficoltà di integrazione.
Interessante notare che i problemi economici non sembrano costituire la difficoltà principale.
Proprio per questo è stato istituito il piano nazionale di sviluppo per Industria 4.0 riguardante soprattutto gli investimenti e la formazione di competenze, con il supporto di infrastrutture abilitanti e strumenti pubblici di supporto.