Come molti altri settori, anche la moda sembra muoversi sempre di più verso il mondo online. Molti sono i casi di successo. Basti citare i ben noti Zalando e Yoox. Il segmento moda in Italia ha registrato un +25 per cento per il 2014 nelle vendite online. Che miglioramento hanno avuto invece le vendite offline? Nessuno. -7 per cento nel 2014. Decrescita stabile da qualche anno a questa parte. Questi semplici numeri dovrebbero bastare a darci un’idea della direzione che anche in Italia si sta prendendo.
L’acquisto online, parliamo quindi di e-commerce, costituisce ormai abitudine comune a molti Italiani. Si parla di più 24 miliardi di euro come fatturato dell’e-commerce in Italia nello scorso anno con un costante aumento.
Il settore moda, soprattutto quando intendiamo capi di un certo livello e valore economico, pareva essere uno dei più resistenti al passaggio dall’offline all’online. Questa resistenza sembrava dovuta al tipo di esperienza (quasi) insostituibile che si ha nel processo di acquisto di un capo. Scegliere un paio di scarpe online non trasmette le stesse sensazioni e sicurezza che si provano toccando la merce con mano, indossandole e facendo due passi per sentire come stanno al piede. Queste barriere però stanno venendo meno poco alla volta, per via della frenetica vita che conduciamo, che ci obbliga a risparmiare più tempo possibile sfruttando i tools tecnologici che abbiamo a disposizione. Un altro fattor che ci spinge in questa direzione è la creazione di un ponte tra offline e online. E qui si inizia a parlare di multicanalità e integrazione degli store con il catalogo online, due dei temi più caldi affrontati all’incontro “e-commerce per il fashion” a cui abbiamo partecipato il 14 maggio scorso.
Da una parte si punta a una comunicazione online che spinga l’acquisto in-store dei capi, dall’altra si rimanda al catalogo online i clienti che nel negozio non trovano quello che cercano.
Un caso esemplare di integrazione digitale ci arriva proprio da Milano, con l’apertura del primo Real Value Store che ha avuto luogo l’11 maggio 2015. All’interno del M Collective store si può vivere un’esperienza di shopping emotivo grazie ai ledwall che contraddistinguono gli ambienti interni. Ciò che ci incuriosisce di più è l’interazione dei clienti con gli schermi touch presenti dentro i camerini. Questi permettono, una volta avvicinato il cartellino del capo al monitor, di conoscere le taglie e i colori disponibili e leggere i consigli di abbinamento di alcuni fashion stylist e bloggers. Si tratta del primo caso di questo tipo in cui lo store parla con la persona tramite la tecnologia. Caso italiano che punta a raggiungere tutte le principali capitali europee, come segnalato da modaonline.it.
Siamo andati ad ascoltare l’esperienza di chi opera in questo mondo per capire ancora meglio come la moda si stia spostando online. Abbiamo partecipato alla conferenza di NetComm Connect con un occhio curioso non tanto verso questo settore ma piuttosto verso le tecnologie che stanno avendo la meglio.
Molto interessante il confronto tra due realtà della moda che sfruttano il web in maniera differente con due business core differenti. Da una parte troviamo la testimonianza di showroomprive.com, diventato la seconda maggior piattaforma di vendita online in Europa. Questa realtà opera solo online e non prende in considerazione, almeno per il momento, l’offline. Con 20 milioni di utenti e collaborazioni con importanti brand continua la loro crescita in maniera costante.
In 5 milioni hanno scaricato la app di Showroomprive, disponibile in sei lingue, e questo fa sì che ben il 45 per cento del fatturato provenga da acquisti effettuati da mobile. Un dato impressionante che probabilmente lascia dietro anche i più grandi e-commerce mondiali. Basti pensare che Amazon nel 2014 non è arrivato con gli acquisti da mobile nemmeno al 20% del suo fatturato.
Il secondo interessante caso è invece quello di Le Pandorine. Una realtà decisamente più modesta e giovane che confessa di utilizzare l’online non tanto per la vendita ma come trampolino di lancio per gli acquisti in-store. Questi infatti rappresentano il 96% dei 5 milioni di euro di fatturato. Una buona presenza sui social, 77mila fan su Facebook e 10mila su Instagram, unita ad un sito curato fanno si che questo nuovo brand stia ottenendo ottimi risultati. L’e-commerce esiste e viene utilizzato non solo per l’acquisto ma principalmente per scoprire i nuovi prodotti e le nuove collezioni. A questo si aggiunge la possibilità di interagire con esse grazie a un pannello di personalizzazione che consente di scegliere colori e scritta della borsa che più ci piace.
Il fashion sta giorno per giorno conquistando il web. Dalla forte crescita dell’e-commerce alla digitalizzazione degli store. In tutto ciò Spindox rimane al passo con i tempi supportando in questo momento l’evoluzione digitale di un importante brand italiano.