AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO, FRA INCERTEZZA DELL’EDITORIA TRADIZIONALE E TANTE NUOVE IDEE, VA IN SCENA IL FUTURO DELLA LETTURA.

Sullo stato di salute del libro e della lettura ci si interroga da tempo. E il Salone di Torino, giunto quest’anno alla sua 29a edizione, è sempre occasione per riflettere, commiserare, auspicare. C’è chi proclama la morte del libro, almeno nella sua forma tradizionale. Chi lamenta il fatto che in Italia e nel mondo si legga sempre meno. Chi recrimina contro la dittatura di Amazon e le miserie dell’e-book. Ma anche chi esalta il nuovo che avanza, a prescindere.

Abbiamo un fatto un salto a Book to the future, la sezione del Salone che propone una rassegna – certamente parziale, ma significativa – di idee sul futuro del libro. A presentarle sono altrettante startup, selezionate da un’apposita giuria nelle settimane scorse. Ognuna in cerca di visibilità, conferme e capitali. Che cosa si può vedere, in questa anteprima sospesa del mondo che verrà? Si va dai prodotti multimediali di nuova generazione – liquidi, immersivi, tridimensionali – ai servizi innovativi per la distribuzione dei contenuti digitali, con un occhio anche alla questione del copyright.

Ci è piaciuto, per esempio, l’e-book interattivo ExplorArt Klee, prodotto da Lapisly per bambini di età compresa fra i 4 e i 12 anni. Bello perché si basa su disegni di notevole qualità, realizzati a mano, integra con efficacia testo scritto, voice over e immagini in un percorso didattico coerente, propone un’esplorazione molto libera ma al tempo stesso filologicamente corretta della poetica di Paul Klee. Per ora quello dedicato al pittore tedesco-svizzero è l’unico e-book di Lapisly. Attendiamo dunque i prossimi “volumi” per confermare il nostro giudizio positivo.

Interessante, ma da verificare sul piano della sostenibilità, l’idea di Quibee. Attraverso la tecnologia iBeacon e un’apposita app, questa startup rende accessibili contenuti editoriali all’interno di zone ben definite: navi da crociera, alberghi o villaggi turistici, spiagge. Il modello è di tipo B2B. Quibee vende sia all’editore sia al titolare dello spazio entro il quale è offerto l’accesso ai contenuti. Al primo la startup offre il servizio di distribuzione, al secondo l’infrastruttura di accesso ai contenuti, ossia la piattaforma di prossimità Hooney che permette di configurare l’area di lettura. Al consumatore non resta che scaricare e installare la app sul proprio dispositivo. Naturalmente Hooney mette a disposizione del retailer diverse funzionalità di grande interesse: profilazione, analytics e comunicazione push.

Starfriend, invece, è un servizio che mette in contatto luoghi, contenuti e persone attraverso il meccanismo della georeferenziazione. L’utente può condividere i libri e i posti del cuore, quelli che hanno segnato i momenti salienti della sua vita, e conoscere in tal modo coloro che amano le stesse letture e gli stessi luoghi. Evidenti i punti di contatto con Pleens, una piattaforma nata qualche anno fa ma mai decollata.

C’è poi il caso di Librerie in Cloud. Il nome dice tutto: si tratta di un sistema gestionale online, che permette al librario di geolocalizzare i titoli disponibili nel proprio punto vendita. In tal modo i lettori possono sempre sapere qual è la libreria più vicina con il libro di loro interesse. Anche in questo caso l’approccio è di tipo B2B e anche in questo caso ci si chiede se il modello di business sia sostenibile, visti i margini già modesti a disposizione delle librerie. Inoltre va capito meglio il meccanismo attraverso il quale l’informazione a sistema viene aggiornata. Infatti un libro disponibile in un dato istante può non esserlo più dopo dieci minuti, perché nel frattempo è stato venduto. La logica di Librerie in Cloud, peraltro, assomiglia molto a quella di Libricity, un’applicazione presentata a Book to the future lo scorso anno.

Tuttavia il progetto più interessante fra quelli visti a Book to the future è probabilmente Yeerida, una piattaforma di free streaming letterario per il momento disponibile ancora in beta. Yeerida permette la diffusione di contenuti testuali. L’accesso è offerto agli editori a titolo gratuito. Naturalmente anche in questo caso è lecita una domanda: quale forza avrà un servizio come Yeerida, per opporsi all’offerta di colossi quali Kindle Unlimited, Oyster e Scribd?