L’ubiquità discreta della Radio Frequency Identification (RFID)

da | Mag 18, 2022

Monitorare i beni aziendali in una determinata area, tracciare flussi di merci in ingresso e uscita, efficientare la gestione dell’inventario. Sono alcune tra le funzioni dell’RFID intrecciate, sempre più proficuamente, col settore della logistica.

La preistoria del Retail

Un sorvegliante a cui ripetutamente sfugge il furto della merce esposta. Una commessa impossibilitata a reperire, all’interno del punto vendita, la combinazione di prodotti richiesta dal cliente. Un fattorino alle prese con una gestione capotica delle consegne da parte del suo capo-spedizioniere. Sono questi i personaggi di “Grandi Magazzini”, mini-serie di successo trasmessa in TV negli anni Ottanta.

Milano pulsa freneticamente e loro ne sono le icone inconsapevoli. Protagonisti comici di un modello di sviluppo arrembante e un po’ pasticcione, oggi soppiantato, laddove i flussi continuano a scorrere più veloci, da una formula breve: RFID. L’acronimo sta per Radio Frequency Identification, una tecnologia che colloca le situazioni appena descritte in un tempo lontano, quasi una preistoria del Retail.

Logistica e Radio Frequency Identification

Dapprima impiegata come sistema anti-taccheggio ricorrendo a etichette elettroniche da applicarsi sui capi di abbigliamento, la tecnologia ha dimostrato di prestarsi in modo duttile all’esigenza d’individuare i prodotti nei magazzini di uno store, oppure di tracciare le merci in entrata e uscita da uno stabilimento di produzione. Si tratta solo di alcune tra le molteplici funzioni intrecciatesi sempre più proficuamente, nel corso degli ultimi anni, con il settore della logistica.

Applicata all’Asset Tracking, la Radio Frequency Identification consente ad esempio di identificare i beni aziendali presenti in una determinata area, monitorandone la collocazione anche in situazioni ambientali sfavorevoli. Si pensi a contesti operativi scarsamente illuminati o sottoposti all’azione degli agenti climatici. La lettura dei caratteri riportati sull’etichetta RFID potrebbe risultarne compromessa, in questi casi è però il chip interno alla stessa a preservarne la capacità di comunicare, continuando a fornire informazioni affidabili, in tempo reale, sui beni in oggetto.

Più in generale, la flessibilità insita nella tecnologia RFID ha mostrato di saper assecondare l’evoluzione verso strategie di logisticacollaborativa sviluppatesi in molteplici settori, dalla fashion industry al food service, dall’automotive all’industria farmaceutica. Il denominatore comune risiede in una gestione delle informazioni ritagliata ad hoc sui processi operativi aziendali e su specifici obiettivi di contesto. Tra questi ricorre l’organizzazione razionale delle risorse di magazzino, data dall’esigenza di velocizzare le operazioni di ricerca e prelievo della merce di deposito, efficientandone l’accuratezza dell’inventario, l’accessibilità alle scorte e le operazioni periodiche di rifornimento.

RFID e Supply Chain

All’ottimizzazione dell’efficienza logistica lungo la Supply Chain, consentita dal tag in radiofrequenza, è stato di recente dedicato il primo di due workshop tenuti da GS1 Italy e dall’RFID Lab dell’Università di Parma. Tra i casi di studio, il principale ha riguardato Bonterre, industria alimentare operante su una base logistica pari a 30.000 metri quadri. Per tracciare la catena di distribuzione verso circa 25.000 punti di consegna, sparsi in 39 Paesi, la scelta del gruppo è stata di applicare un’etichetta RFID su ciascuno dei pallet in partenza dai 14 stabilimenti di produzione. Ciò con la prospettiva ulteriore di passare all’applicazione dei tag sui singoli colli, movimentati nel numero di 70.000 al giorno. Il secondo dei due seminari ha riguardato invece il Retail 4.0 e l’apporto fornito dall’identificazione a radiofrequenza nella gestione dei punti vendita, in ragione della possibilità per la tecnologia RFID di supportare una quantità accresciuta di informazioni, preziosa per la parte di Analytics finalizzata all’offerta di servizi customizzati, sempre più rispondenti alle esigenze dei singoli clienti.

Il presidio della ricerca targata Spindox

All’interno di tali orizzonti si muovono da tempo talune linee di ricerca e sviluppo portate avanti dal gruppo Spindox. Alcune finalizzate all’offerta di soluzioni di Asset Tracking per clienti del settore automotive. Altre connesse alla sperimentazione di dispositivi per la localizzazione indoor, come nel caso di alcune opzioni valutate da Spindox Labs per il sistema antitaccheggio di SpinRetail. Più recenti approfondimenti sono stati dedicati anche al raggiungimento di una migliore operatività nel controllo delle scorte di magazzino nel settore Pharma. Qui l’ottimizzazione si spiega con una delicata gestione quotidiana dell’out of stock e dei flussi in uscita di prodotti spesso dall’alto costo unitario. Da ultimo, con il progetto europeo MIMEX, una parte della ricerca condotta da Spindox Labs ha interessato le soluzioni basate su radiofrequenze, comunemente adoperate in contesti di vendita al dettaglio. Tra le opzioni testate, i tag RFID per via del loro basso costo e della gran quantità di informazioni supportata incrociando l’identità dei prodotti con i dati raccolti da altri sensori durante la visita di acquirenti nel micro-market.

Con ogni evidenza, ove si pone l’esigenza di disporre di informazioni precise in tempo reale, la tecnologia RFID è presente. Allo stesso modo, dove la velocità delle transazioni richiede un presidio affidabile, lì è Spindox. Va da sé che gli spazi aperti dal mercato alle soluzioni di Asset Tracking continueranno a prefigurare incontri proficui tra la ricerca targata Spindox e la Radio Frequency Identification. Sin da subito.

Francesco Altamura
Francesco Altamura
Storico di formazione e archivista per attitudine, dopo il dottorato ha lavorato per fondazioni e istituti di ricerca. Sempre sulle tracce della modernità industriale, si sforza di mantenere uno “sguardo contemporaneo, per le cose lontane”.

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