Ancora dubbi sulla meta description? Facciamo il punto sulla sua utilità ai fini SEO e sulla sua giusta lunghezza, dopo il nuovo cambio di rotta di Google.
Ci eravamo lasciati alla fine del 2017 con una grande novità: l’aumento di lunghezza della meta description visualizzata negli snippet di ricerca di Google. Da 155-156 caratteri si passava a 280-320 in media, ovvero 4-5 righe di testo. Avevamo parlato di cambiamento storico, di tentativo di Google di fornire snippet più descrittivi e utili, per aiutare i propri utenti a capire meglio la rilevanza dei contenuti della SERP rispetto alle loro ricerche.
Ebbene, contrordine compagni! A sei mesi di distanza è la stessa Google ha informarci di essere tornata sui suoi passi. A ufficializzare la notizia è stato Danny Sullivan, con un tweet del 14 maggio scorso.
Ricordiamo che Sullivan, per anni autorevole giornalista per Search Engine Land e altre testate del gruppo Third Door Media, lavora in Google dalla fine del 2017.
Dunque, si ritorna al vecchio limite di 155 caratteri. Limite che – lo ricordiamo – si riduce ulteriormente se consideriamo l’interfaccia mobile di Google Search. Per essere dunque sicuri di veicolare un messaggio chiaro nella SERP, dovremmo contenere il contenuto della descrizione entro 110-130 caratteri.
Ma la meta description serve davvero?
Spesso la meta description originale è modificata da Google in modo automatico. Secondo uno studio di Moz, solo nel 36% dei casi Google conserva la meta description impostata dall’autore del documento o dal sistema di content management. In tutti gli altri casi questa viene riscritta o integrata con altri contenuti. Ciò ha portato diversi siti a concludere che non valga la pena di adoperarsi per fare descrizioni appropriate. Tanti più che la presenza della meta description nell’intestazione della pagina non sembra essere un fattore di ranking diretto.
Ci sono alcuni siti di grande successo che non usano meta description e lasciano a Google il compito di generarla automaticamente nello snippet. Il caso forse più autorevole di questo comportamento è Wikipedia.
Tuttavia, noi consigliamo di continuare a pubblicare contenuti corredati da meta description. Il nostro suggerimento si basa sulle seguenti considerazioni:
- Creare una buona meta description, ossia di lunghezza appropriata e contenente informazioni chiare sul contenuto del documento, aumenta le probabilità che Google la validi senza modificarla
- Se la descrizione è fatta bene, può avere un impatto positivo sul click-through rate, il quale a sua volta influenza positivamente il posizionamento nella SERP (per cui – seppure indirettamente – la meta description è un fattore di ranking)
Le regole per una buona meta description
Le cose da ricordare, per produrre una buona meta description, sono poche:
- Occorre attirare l’attenzione dell’utente, proponendo un’anteprima chiara del contenuto del documento.
- Bisogna tuttavia evitare di fornire troppe informazioni, altrimenti l’utente sarà appagato dall’anteprima dello snippet e non avvertirà il bisogno di fare clic verso il nostro sito.
- È importante che la meta description contenga la parola chiave principale su cui stiamo lavorando, a patto che ciò sia fatto in modo naturale.
- Può essere utile elaborare la meta description in forma di call-to-action, facendo leva sugli obiettivi che l’utente potrebbe soddisfare accedendo al nostro documento.
- È fondamentale il rispetto degli standard di lunghezza: la descrizione troppo lunga viene troncata, mentre quella troppo breve viene sostituita o completata da Google con contenuti non nostri.
Sui fondamenti di una buona descrizione può essere utile leggere anche ciò che Barry Schwartz scriveva qualche mese fa su Search Engine Land. Nel frattempo, se usate WordPress con il plugin Yoast SEO, occhio alla versione che avete installato: potrebbe suggerirvi comportamenti inappropriati.