La scommessa sostenibile del metaverso: il mondo del futuro tra reale e virtuale

da | Mar 30, 2022

Lo sviluppo del metaverso sta affascinando l’ICT. Un nuovo mondo, o una riscrittura di quello materiale, che si porta dentro infinite possibilità. Ma qual è il costo di queste grandi promesse, a livello di sostenibilità?

Già allo stato embrionale, sono tante le domande da porsi sul metaverso

Se all’alba della primavera 2022 non avete ancora sentito parlare di metaverso, probabilmente avete passato gli ultimi quattro o cinque mesi sotto una pietra. Ascoltando l’opinione degli esperti sul metaverso una cosa risulta palese: siamo alle porte (già schiuse) di una rivoluzione che potrebbe stravolgere la nostra percezione del rapporto tra reale e virtuale e come noi costruiamo la nostra identità in questi spazi sempre più interconnessi. O sempre più confusi.

Ci siamo già addentrati nella definizione del metaverso in un articolo sul blog di Ublique. Al momento, sembra che la direzione presa dallo sviluppo di questa tecnologia sia quella che porta a una sorta di digital twin del mondo reale. Al suo interno la società sarà popolata dagli avatar degli utenti, gli spazi saranno tridimensionalmente abitabili e interagibili grazie all’utilizzo di voce e visori VAMR. Le dinamiche sociali a livello micro e macro saranno le stesse del mondo fisico, come anche le opportunità offerte. Ci potremo ritrovare con i nostri amici nel metaverso proprio come oggi ci diamo appuntamento al bar, al ristorante, al cinema. Avremo la possibilità svolgere qualsiasi attività, sviluppare gli interessi più diversi e costruire identità nuove. Riusciremo a viaggiare per il mondo senza lasciare le nostre case, scalare montagne dal confort del nostro divano e senza doverci allenare. A differenza dei videogiochi o dei social media, nel metaverso saremo più immersi. O forse più sommersi.

Per gli scettici, il metaverso potrebbe costituire una minaccia che incombe sulle nostre vite. Per gli entusiasti, è l’inizio di una nuova vita fatta di infinite ed eccitanti possibilità. Si potrà essere, fare, diventare quello che si vuole. Le promesse sono tante, quindi. Ma sono tante anche le scommesse. Perché specialmente dal punto di vista della sostenibilità, la posta in gioco di un cambiamento del genere è estremamente alta. Ed è giusto, se non necessario, chiedersi già adesso quale sia.

L’economia del metaverso

Secondo le stime di Gartner, nel 2026 il 25% della popolazione globale passerà almeno un’ora al giorno nel metaverso. Ovviamente, quest’adozione di massa avrà delle conseguenze economiche non indifferenti. In questo senso, la novità del metaverso rispetto a tecnologie passate starà nella pervasività di queste ripercussioni economiche, sia a livello interno al software che esterno.

Dato che il metaverso punta a costituire un mondo nuovo, basato sulle dinamiche più partecipative, immersive e decentralizzate del Web 3.0, la spina dorsale dell’architettura di questo spazio sarà necessariamente un’economia virtuale di un certo livello. Gli oggetti di questa economia, le merci che verranno scambiate, saranno NTF o non-fungible token: prodotti virtuali unici, oggetti che si possono creare, acquistare, vendere. Un non-fungible token può essere un bene di qualsiasi tipo: un pezzo di terra, un capo di abbigliamento per il proprio avatar o un biglietto per un evento. Potenzialmente, qualsiasi cosa che possiamo comprare nel mondo reale con i nostri soldi reali può anche esistere nel mondo virtuale in forma di non-fungible token. Questi oggetti si possono acquistare attraverso criptovalute: le valute virtuali, i soldi del mondo digitale.

Forse, per i meno esperti questa contestualizzazione potrebbe sembrare un po’ confusa, o confondente. Se serve un esempio pratico degli effetti e le dinamiche del metaverso, NTF e compagnia, abbiamo dedicato un intero articolo al caso della metafashion.

Rispetto ad esempi del passato quali Fortnite o Animal Crossing, quindi, il metaverso ci permetterà di sviluppare le nostre vite virtuali ad un maggior livello di verosimiglianza con il mondo reale. Questo maggior livello di complessità e sofisticatezza porterà a un boost economico non indifferente: un’analisi da parte di Bloomberg, infatti, individua nel metaverso un mercato di 800 miliardi di dollari. Un numero che perde la propria straordinarietà se si prova a immaginare anche solo l’aumento della domanda rispetto ai due elementi “base” che ci permetteranno l’accesso al metaverso: i visori o sistemi VAMR e le criptovalute. Direttamente conseguente a questo aumento di domanda ci sarà un aumento dell’offerta lavorativa, e non solo a livello della produzione dei dispositivi. Sempre più aziende, infatti, punteranno ad estendere la propria esistenza nel metaverso aumentando le possibilità di impiego (reale) per chi se ne intende di NFT o sarà in grado di sostenerle in questa transizione verso il virtuale.

Inoltre, con l’arrivo della prima scuola nel metaverso, istruzione e formazione sembrano farsi più disponibili, più accessibili anche a chi non ne ha i mezzi fisici. Proprio nel matrimonio tra educazione e metaverso troviamo quindi un’altra grande promessa. Imparare sarà più semplice, più divertente e più accessibile, supportando la nostra crescita intellettuale e aumentando la nostra impiegabilità futura anche nel mondo reale che esiste fuori dal metaverso.

Metaverso e ambiente: un bene o un male?

Considerando lo stato ancora embrionale dei lavori, definire il futuro impatto del metaverso sull’ambiente non è per niente semplice. Osservando i diversi punti di vista in materia, però, la metafora delle promesse e delle scommesse risuona di nuovo, forse in maniera ancor più lampante.

Le promesse ambientali del metaverso sono diverse, tutte incentrate su una sorta di alleggerimento dell’impatto della vita umana sull’ecosistema terrestre. Questo mondo virtuale di infinite possibilità potrà infatti ospitare tutta una serie di attività che attualmente gravano su riscaldamento globale, emissioni e preservazione di flora e fauna.  Ad esempio, abbiamo già descritto le possibilità e i modi in cui potremo ricostruire contesti sociali nel metaverso. Dai concerti ai corsi di formazione, dalle serate in compagnia allo smartworking, saremo sempre più vicini e connessi senza doverci spostare dalle nostre case. Inevitabilmente, questo avrà un risvolto positivo in termini di un ridotto costo ambientale nell’area dei trasporti pubblici e privati.

In materia di data storage, inoltre, la migrazione verso il Cloud che sarà incoraggiata dall’adozione del metaverso potrebbe mettere la parola fine a numerosissimi data centre fisici e i consumi ad essi connessi. Una prospettiva interessante, se si considera che i maggiori fornitori di tecnologie cloud si stanno impegnando nella direzione del carbon-free o del carbon-negative.

Un ultimo, interessante risvolto positivo che il metaverso potrebbe avere per il nostro pianeta è quello di fungere da laboratorio dall’alto potenziale per le scienze della terra e del clima. Creando un digital Twin del pianeta attraverso l’utilizzo di dati satellitari e unendo questi modelli all’intelligenza sofisticata del metaverso, sarà infatti possibile sviluppare e testare soluzioni più efficaci per contrastare il cambiamento climatico nel lungo termine.

Ma quanto ci vorrà prima di arrivare a queste incredibili possibilità? La tecnologia del metaverso e degli NFT dovrà intraprendere un incredibile sviluppo prima di poter ospitare le grandi iniziative di salvaguardia del pianeta di cui abbiamo appena parlato. Passerà molto tempo, e molta CO2, prima che i modelli di intelligenza artificiale siano abbastanza raffinati da permetterci di diventare supereroi ambientali. Come se non bastasse, durante questo sviluppo i database fisici continueranno ad esistere, funzionare, inquinare e richiedere incredibili quantità di energia. Allo stesso tempo, industrie collaterali quali quelle di produzione dei sistemi VAMR che ci permetteranno di accedere al metaverso subiranno un’impennata, aggiungendo ulteriore stress all’ecosistema. Di conseguenza, qui troviamo un’altra grande scommessa del metaverso. Che lo sforzo ambientale richiesto dal suo sviluppo sia compensato in tempo dalle opportunità di calcolo offerte (o, in questo caso, agognate).

Un ultimo dilemma: la sostenibilità sociale

Una delle aree forse più delicate, in questa discussione del metaverso, è però quella umana. Perché sostenibilità non vuol dire solo creare nuove possibilità economiche mentre ci si procura valore, né solo rispettare l’ambiente mentre si occupa lo spazio (reale e virtuale) intorno a noi. Nel 2022 la sostenibilità diventa un valore fondamentale delle nostre esistenze, sia come consumatori che come individui. In passato, ci chiedevamo: ciò che sto comprando proviene da fonti sostenibili? È prodotto nel rispetto di ambiente e persone? I soldi che investo in un bene di una determinata azienda vengono usati da quest’ultima in maniera responsabile? Dopo una pandemia globale e a fronte di una tecnologia così immersiva, è necessario porsi oggi un’altra domanda: questo prodotto è sostenibile per me? Il metaverso ci offre una nuova esistenza, un’occasione per reinventarci e la possibilità di essere e fare ciò che vogliamo e come vogliamo. Dobbiamo però considerare anche il costo di una tale promessa a livello individuale.

La prima linea di questo dilemma è necessariamente la sicurezza. Quali saranno le regole del gioco? Perché la convivenza sociale è ardua da strutturare se le possibilità offerte ad ogni utente sono infinite. Tra i primi episodi che rendono questo problema lampante abbiamo già delle molestie, di utenti che al posto di divertirsi con le attività più disparate hanno preferito palpeggiare gli avatar di altri. A dubbi sulla sicurezza per i nostri avatar, tra l’altro, si aggiungono quelli sul trattamento dei nostri dati sia a livello di privacy che di cyber-attacchi. A differenza di altre tecnologie di VAMR meno avanzate, la posta in gioco è più alta in termini di sicurezza. Al metaverso, quindi, dovremo avvicinarci con più prudenza. Proprio per questo abbiamo discusso il tema della sicurezza d metaverso in un articolo dedicato del nostro blog.

Tra l’altro non bisogna dimenticare che il metaverso sarà accessibile attraverso visori e sistemi di realtà aumentata e mista. Questi saranno in grado di offrire un’immersione mai vista prima in virtù della comunione con un’intelligenza artificiale basata su parametri biometrici. Da un lato, questo promette l’adattamento del mondo virtuale ai nostri corpi fisici in maniera praticamente impercettibile. Dall’altro lato, le implicazioni etico-psicologiche non sono da ignorare. Se il movimento dei nostri occhi sarà letto e interpretato per capire il nostro umore, personalità, il nostro essere mentre utilizziamo i dispositivi, allora, i rischi etici non sono pochi. Appropriandosi della nostra privacy mentale, il metaverso potrebbe perfino cambiare la nostra personalità, influenzare i nostri gusti, generare bias difficili sia da individuare che da contrastare.

Inoltre, questa realtà virtuale fatta per rispondere ai nostri gusti e desideri potrebbe isolarci dalla realtà fisica, specialmente nel caso di persone già a rischio psicologico. A differenza di esempi passati di videogame e tecnologie VAMR, nel metaverso non c’è neanche un endgame, uno scopo finale che, una volta raggiunto, ci farà mettere giù il visore e tornare alle nostre vite reali. Inevitabilmente, il rischio di assuefazione digitale sarà ancora più alto, perché avremo sottomano una tecnologia invariabilmente piacevole, senza le inconvenienze, gli imprevisti o i lati negativi della vita quotidiana.

Potrebbe sembrare un’ipotesi lontana, una distorsione distopica ed esagerata, ma un esempio pratico potrebbe chiarire questo punto. Dato che il metaverso può tutto, presumibilmente, a un certo punto sarà perfino possibile ricostruire avatar digitali di persone che abbiamo perso, simili in termini di aspetto, comportamento ed emozioni. Quanto tempo passeremo in loro compagnia sul metaverso? Quale saranno gli effetti sulla nostra psiche? Come potremo tornare a goderci la vita in carne ed ossa?

Metaverso sì o metaverso no?

Difficile farsi un’idea degli effetti del metaverso, specialmente a questo livello di sviluppo. In termini di sostenibilità potrebbe essere la soluzione di ogni problema, come l’inizio della fine. Queste infinite possibilità rendono difficile prevedere, capire, farsi un’opinione.

Per ora, l’unico auspicio o augurio che possiamo farci è che i grandi investimenti e gli sviluppi in materia di metaverso mettano le persone davanti al profitto e che, allo stesso tempo, tengano a mente l’ambiente. Perché non c’è metaverso se non c’è un pianeta o l’energia per propellerlo. Sarà impossibile sviluppare un mondo virtuale se non includiamo nell’equazione anche il futuro di quello reale.

Noi di Spindox continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: unire il meglio dell’innovazione tecnologica all’ingegno umano per dare il nostro contributo verso la costruzione di un mondo che unisca la perfezione del virtuale alla bellezza imperfetta del reale.

Elena Masia
Elena Masia
Con studi ed esperienze di lavoro internazionali, è una poliglotta in giro per l'Europa con una sola missione: trovare le parole giuste per comunicare nel terzo millennio.

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