Optimalsharing: l’AI può cambiare la mobilità?

da | Mar 28, 2023

OptimalSharing@SmartCities è il progetto di Spindox Labs e Universitat Oberta de Catalunya (UOC), Universitat Politècnica de Catalunya (UPC), Universitat Politècnica de València (UPV). Lo scopo di Optimalsharing è di cambiare le abitudini di car e bike sharing per creare città più sostenibili tramite AI. Per parlarne, Spindox ha intervistato Angel A. Juan, il direttore scientifico del progetto.

OptimalSharing, ovvero: come creare una città meno trafficata e più sostenibile per chi ci abita. Un progetto di cui Spindox Labs si occupa dal 2022. La città pilota è Barcellona, ma un modello del genere punta a espandersi a tante città del Mediterraneo. Spindox ne parla con Angel A. Juan, direttore scientifico del progetto.

La prima domanda riguarda ciò che vi ha spinto a intraprendere OptimalSharing. Come sviluppatori e ricercatori, quali sono state le vostre motivazioni?

Da molti anni lavoriamo nell’ambito dei trasporti, della logistica, della mobilità urbana. Come ricercatori, abbiamo un profilo piuttosto computazionale. Sviluppiamo algoritmi di Intelligenza Artificiale ormai da quasi dieci anni. Quando si è presentata l’opportunità di trasferire ciò che abbiamo imparato ad uno scenario come quello di Barcellona, ci è parso fantastico. Sarebbe stata l’opportunità per applicare quello a cui da tempo stavamo lavorando. Arrivare a pubblicare su riviste scientifiche non spegne la voglia di impiegare il sapere in contesti concreti di vita reale. Ad esempio, in scenari urbani coordinandoci con collaboratori, altri ricercatori universitari e, in questo caso, con un’azienda quale Spindox.

È bello quando gli studi di teoria incrociano un fine pratico. In particolare, come si relaziona questo progetto con la tua carriera professionale?

Può considerarsi una continuazione naturale. Dopo i primi esordi e la computer science, mi sono molto dedicato a trasporti e logistica. Variare è utile e interessante perché permette di vedere la realtà da prospettive differenti. Ho potuto osservare i sistemi complessi della città, della smart-city, da una prospettiva più algoritmica. Ciò si adatta con la mia traiettoria professionale nel passato, avendo già diretto progetti simili su trasporti, logistica, mobilità urbana.

Diresti che questo progetto rielabora idee sviluppate in precedenti progetti di logistica?

Tutto ritorna ma con componenti nuove. Elementi quali veicoli elettrici, car sharing e ride sharing, sono collegati al tema della sostenibilità e hanno crescente rilevanza nelle città europee. Ogni progetto porta con sé componenti nuove, persino gli algoritmi stanno migliorando, si stanno facendo sempre più rapidi, più efficienti e tentano di integrare gli open data che esistono in città come Barcellona o Roma, che hanno enormi moli di dati disponibili per scienziati che vogliano utilizzarli.

Il progetto è in sperimentazione a Barcellona, ma anche Roma è tra le città prese ad esempio. A quali altri contesti urbani si presterebbe?

Stiamo lavorando a Barcellona ma abbiamo anche un caso pilota in una città più piccola, Ciudad de Alcoy. Il progetto è co-partecipato da Universitat Oberta de Catalunya (UOC), Universitat Politècnica de Catalunya (UPC), Universitat Politècnica de València (UPV) e Spindox. ll nostro obiettivo sarebbe metterci in contatto con città della comunità valenciana, della comunità catalana e con altre città italiane. Guardiamo soprattutto all’area mediterranea.

Pensi a città con un centro storico?

Le città con centro storico hanno caratteristiche peculiari. Penso all’uso della bicicletta in alternativa a veicoli standard. Anche car sharing e ride sharing, nell’ottica di una sostenibilità ambientale, possono essere un’alternativa reale perché le città mediterranee godono di sole in tanta parte dell’anno e in larghe porzioni della giornata.

Optimalsharing contempla varie dimensioni. Si può applicare a città medie, come Alcoy. Più grandi, come Barcellona. Più grandi ancora, come Roma, che è 5-6 volte più grande di Barcellona. Si possono raccogliere dati, analizzare i percorsi stradali impiegati dalle persone e le fasce orarie di spostamento, i problemi di parcheggio… wow!

Disponiamo anche di dati forniti da partner non di progetto che collaborano con noi. È il caso, ad esempio, di Mec car sharing, azienda con servizi in forte espansione installati a Barcellona. Con i dati relativi ai loro clienti siamo nelle condizioni di estrarre modelli di comportamento, analizzare necessità prevalenti e usi abituali, fare forecasting e previsioni su tutto quello che sarà il futuro.

A quali altri panorami si potrebbe applicare il progetto Optimalsharing?

Algoritmi di ottimizzazione per l’uso di veicoli e servizi, Internet of Things, sensori che forniscono informazioni in tempo reale: tutto è concepito in relazione alla mobilità urbana. Ma questa dimensione ne contiene altre ancora: spazi interurbani, spostamenti di media e di lunga distanza. Pensiamo al caso dei veicoli elettrici, di come si stanno imponendo quali mezzi di trasporto e vettori di distribuzione in relazione, anche, ai sistemi di commercio. Gli algoritmi che sviluppiamo si possono adattare a distanze e ambiente specifici, tra cui quelli appena citati.

Terminato OptimalSharing, quali sono i piani per il futuro?

OptimalSharing è finanziato dal Comune di Barcellona con finalità specifiche. Ce ne sono però altri relazionati, progetti europei o di ricerca finanziati dal ministero della scienza e dell’innovazione. Tra tutti questi, una componente importante è sempre riservata allo sviluppo di idee e concetti nuovi, applicabili a trasporti e logistica in ambito urbano e interurbano. Una delle dimensioni da sondare è riferita certamente al tema del risparmio energetico, con l’obiettivo di città sostenibili e di una sostanziale riduzione delle emissioni.

Gli sviluppi di questo progetto non possono prescindere dal continuo accrescersi del nostro know-how. Sbaglio?

Non sbagli affatto. Quando si introducono tecnologie nuove, come, per esempio, car sharing e ride sharing, sfide e opportunità si intrecciano continuamente. Con i veicoli “classici”, ci si riforniva alla stazione di servizio più vicina quando se ne presentava la necessità. Con i veicoli energetici il quadro cambia. Le città non sono ancora del tutto preparate: la quantità di energia richiesta è alta e non ci sono sufficienti punti di ricarica. Questo tipo di progetto aiuta a decidere dove ubicare i punti di ricarica e le aree di parcheggio, dove distribuire sull’area urbana i veicoli condivisi. In maniere efficiente. Tutte decisioni rese possibili dall’accesso all’enorme mole di dati adesso disponibili.

Quando, ad esempio, parliamo di ride sharing, parliamo di una persona che si sveglia al mattino dicendo “ho bisogno di andare in centro” e sceglie un veicolo con il cellulare inoltrando una richiesta al servizio online; in tempo reale, c’è un utente che decide di condividere con lui l’auto. Sono gli algoritmi a determinare quale utente incontrare lungo il percorso senza arrivare in ritardo. E queste modalità di risoluzione dei problemi sono, quotidianamente, sempre più in uso.

Guardando ai progressi maturati durante il progetto Optimalsharing in una città mediterranea quale Barcellona, quali sfide ancora intravedi?

Se sostituissimo oggi tutti i veicoli standard in circolazione a Barcellona con veicoli elettrici, non disporremmo di tutta l’energia necessaria. Ma non sapremmo neanche come installarla! Inoltre, il tempo di ricarica sarebbe tutt’altro che veloce, bisogna necessariamente stabilire nuovi meccanismi. Fornire soluzioni a queste problematiche apre enormi opportunità.

Certamente, il miglioramento che abbiamo raggiunto riguarda la riduzione dell’inquinamento acustico, ma ci attendono ulteriori livelli di complessità. Penso all’incremento significativo delle vendite online: consegne a domicilio e delivery possono essere ottimizzate, al fine di ridurre traffico urbano e livelli di inquinamento. I dispositivi diesel vanno sostituiti con quelli a emissione 0, ma poi come consentiamo a questi veicoli modalità agili di parcheggio? Come rendiamo ciò compatibile con la mobilità ordinaria dei cittadini, senza intralciare il trasporto pubblico? Questo vale per Barcellona come per una qualsiasi altra città del Mediterraneo.  

È tutto molto interessante e mi sento fortunata nel poter interloquire di questo con te. Mi viene in mente quando da piccoli ci dicevano “per migliorare il mondo, prima migliora il tuo ambiente!” Ci sono altri progetti in corso a Barcellona che riguardano la mobilità dei cittadini?

I progetti scientifici sono molti, anche se i cambiamenti non si notano dall’oggi al domani. Eppure, si tratta di ambiti di ricerca imprescindibili! Senza algoritmi non sarebbe possibile offrire servizi di ride sharing e car sharing in modo sostenibile. Sostenibile per l’amministrazione metropolitana, per il benessere dei cittadini e per l’ambiente.

Sono molte le città già interessate da questi processi.

Tutti dovrebbero fare proprio questo modello di sviluppo. Efficiente dal punto di vista economico, oltre che ambientale. Le imprese tarderanno a investire in questo tipo di soluzioni se non disporranno degli algoritmi che ne assicurino la sostenibilità economica. È un win-win. Per raggiungere questo win-win è necessario che tutta l’operatività e la logistica siano ottimizzate.

Credi ci sia un fattore umano che favorisca il cambiamento su questi temi o pensi che riguardi persone già consapevoli?

Domanda molto bella. Ho visto una grande evoluzione in questi cinque anni nei paesi dell’area mediterranea. Forse per mia esperienza, notavo già questa consapevolezza nei paesi centroeuropei. Però, nello stesso tempo, vedo che in paesi come Spagna e Italia stiamo recuperando il terreno perso. La cittadinanza – soprattutto i giovani – hanno molto chiaro che è importante trovare un equilibrio con l’ambiente e con l’idea di sostenibilità. Un miglioramento che anche le aziende stanno iniziando a maturare.

Camillo Cantarano
Camillo Cantarano
Ho sempre avuto le idee chiare: ho una laurea triennale storia medievale e sono vissuto a Parigi, quindi adesso lavoro nell’ambito di comunicazione e giornalismo a Roma. In mezzo, ho studiato giornalismo, ho lavorato su mondo crypto e criminalità, ho scritto un po’ e ho accumulato tante esperienze significative. Non mi spaventa scrivere di nessun argomento, a parte “scrivi qualcosa su di te”

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