L’acquisizione di Joyent da parte di Samsung potrebbe essere un evento chiave per il cloud computing. Ecco perché.
L’annuncio è di poche ore fa: Joyent, uno dei player più visionari nel campo dei servizi cloud per le applicazioni mobile e web, entra a far parte della galassia Samsung. Non è dato conoscere il valore dell’acquisizione, sulla quale finora non sono stati forniti molti dettagli. Si sa che Joyent – da tempo indicata come un ottimo target, a maggior ragione dopo analoghe operazioni portate a termine da IBM, Cisco, Hewlett-Packard, EMC e Datapipe rispettivamente con SoftLayer, Metacloud, Eucalyptus, Cloudscaling, e GoGrid – sarà collocata all’interno della unit Mobile Communications di Samsung.
Ma perché l’operazione è degna di nota? Attendiamo di avere più dettagli sul modo in cui il colosso coreano integrerà Joyent nella propria strategia. Intanto segnaliamo che l’azienda è una di quelle che hanno fatto la storia non solo del cloud, ma anche e soprattutto delle tecnologie open source per il mondo mobile. Basterebbe ricordare, in tal senso, il fatto che Joyent ha dato un contributo decisivo allo sviluppo di Node.js, considerato oggi uno standard de facto per le architetture web, mobile e IoT. Oppure il suo ruolo nell’industrializzazione della tecnologia basata sui container (evoluzione delle macchine virtuali), del cosiddetto compute-centric object storage e di un concetto ancora più innovativo come quello del serverless computing. Tutte tecnologie sulle quali l’attenzione di Spindox è concentrata da tempo.
Da questo punto di vista nel catalogo di Joyent ci sono due prodotti di grande rilevanza: Triton (container as a service) e Manta (soluzione di object storage). E sui possibili scenari evolutivi è intervenuto proprio ieri Bryan Cantrill, CTO di Joyent, con un post in cui si sottolinea l’importanza di ottenere, grazie all’acquisizione da parte di Samsung, le risorse finanziarie indispensabili per proseguire con l’evoluzione di questi prodotti. Servono soldi, insomma. Soldi per competere ad armi pari in un mondo, quello del cloud computing, in cui i giochi sono sempre di più nelle mani di pochi giganti come AWS, Microsoft, Google e IBM. Dovremo aggiungere, a questi nomi, anche quello di Samsung?