L’auto alla prova della conversione digitale. La vera sfida sarà nella gestione dell’energia. Riflessioni di Stex Auer in attesa di Hack ‘n’ Roll.

A una settimana da Hack ‘n’ Roll, il grande hackathon di Microsoft, Couchbase e Spindox sull’auto connessa, ospitiamo una riflessione di Stefano Lazzari – in arte: Stex Auer – sul futuro di quello che è stato e continua a essere uno degli oggetti più importanti del nostro orizzonte quotidiano. Come sta cambiando l’automobile, con l’irruzione del paradigma digitale?

Discutendo in libreria, Milano 2016

“…Certo, le cose cambiano. Siamo in un momento in cui l’auto è al centro di una grande innovazione, non credi?”

“… Per me no.”

“Ma come? Tutte le tecnologie che coinvolgono l’auto cosa ti sembrano?”

“Sono solo applicazioni… la vera innovazione parte dal motore…”

È lo stralcio di una discussione che ho avuto qualche giorno fa con un amico che di auto se ne intende, e anche molto. Non ho ribattuto all’obiezione, ma mi ha fatto molto riflettere su quanto l’automobile, oggetto del nostro orizzonte quotidiano a cui non facciamo più molto caso se non per lamentarcene o per ammirarne le forme, si sta configurando al centro di un vero e proprio “salto quantico” tecnologico che la trasformerà in qualcosa di assolutamente diverso da quello che noi oggi conosciamo, e di come questo inciderà profondamente nella nostra vita.

Si sta per aprire un radicale rinnovamento dell’auto che sarà determinante per cambiare le nostre città. Sarà una rivoluzione che modificherà la visione non solo dell’auto stessa, ma della mobilità come la intendiamo oggi.

Quantum Leap

Questi salti non li viviamo spesso, capitano raramente ma sono radicali profondi. Ce ne accorgiamo solo dopo un po’, quanto ci hanno cambiati. Un esempio è lo smartphone che abbiamo in tasca: chi può dire che è lo stesso telefono di prima o addirittura che sia ancora un telefono? Andando in metropolitana guardatevi in giro: secondo voi che cosa fanno tutte le persone che vi circondano, concentrate sul monitor del loro dispositivo: guardano un telefono?

Credo che per capire le nuove auto – come i nuovi telefoni – sia necessario uno sguardo “dal di fuori”, eretico e irrispettoso, che veda le cose da un punto di vista diverso da quello dagli addetti ai lavori, libera dal culto motoristico.
Ed è su questa strada che vi voglio portare.

Il motore non è più al centro dell’auto

La penso diversamente da quanto afferma il mio amico. Non è più il motore a dare il valore e il senso dell’automobile. Ma lo comprendo, il mio amico: ogni pensiero classico sull’automobile è sempre partito dal motore. Tutto. Il suo suono, la sua potenza, la precisione meccanica sono al centro del pensiero automobilistico. Che cosa vale un’auto, pur bellissima, se il motore non c’è? Anche tutta l’elettronica indispensabile in un’auto moderna, tutti i gadget possibili, tutto il design sono al servizio del motore, l’intero valore dell’auto – tranne la sicurezza – è nella prestazione, nel risparmio di carburante, nella sua resistenza e potenza.

Eppure la visione del futuro dell’auto ci sposta da questa centralità alla ricerca di altri “centri di gravità”, là dove le cose non stanno al loro posto.

A mescolare le cose spostandole dalle loro traiettorie, ci stanno pensando forze tecnologiche e culturali che come selettori naturali darwiniani, hanno spinto le tecnologie dell’automobile a ibridarsi, convergendo verso tre grandi attrattori tecnologici: la convergenza digitale, quella energetica e l’ambientale.
La prima forza, forse quella più dirompente, ha visto prima il travaso di conoscenze e intelligenza dal mondo fisico nella rete e ora vede il ritorno nelle cose e negli oggetti di quella intelligenza raccolta in precedenza: è l’internet delle cose.

La seconda direttrice riguarda l’energia elettrica, fonte unica capace di alimentare tutti gli oggetti dotati di circuiti , processori sensori e motori ovvero la più parte delle cose che ci circondano. La terza e non meno importante dimensione è la convergenza ambientale, che vede il radicalmente modificarsi del paesaggio che vediamo attraverso i finestrini, dove sia le strade che le città andranno modificandosi a misura di una mobilità che non ha più la l’autonomia fra i suoi requisiti. Perché a scegliere la strada non saremo più da soli.

Il pilota non è più solo con l’auto

Paradigma della convergenza digitale è l’auto a guida autonoma, la più mediaticamente potente e popolarmente spendibile delle tecnologie, che vede un’auto capace di prendere il nostro posto non solo per aiutarci a parcheggiare, ma anche nel decidere che strada scegliere, se superare l’auto che ci sta davanti o prendere la decisione di attraversare un incrocio con la velocità giusta per superarlo senza neppure frenare. Parlandone in giro, si vedono sguardi di orrore al solo pensiero di affidarsi in una tale scelta ad un processore, che ancora qualcuno chiama “cervello elettronico” come nella sci-fi anni ‘60.

La convinzione che la tecnologia “disumanizzi” è così profonda e radicale che questa viene popolarmente vissuta come antagonista, dotata di una volontà che ci sottrae controllo riducendoci nella nostra libertà di arbitrio. Ricordo quando anche solo il cambio automatico era un’eresia, la negazione delle abilità del pilota e del controllo del mezzo.

Eppure quello che sta per accadere, è il contrario.

Le tecnologie dell’autoguida esprimono al massimo grado i valori della convergenza digitale: espandere il controllo attraverso la concertazione di informazioni fra oggetti e persone, tutte capaci di dialogare e interrogarsi per dare a noi, al nostro corpo, la capacità di amplificare le nostre potenzialità e i nostri sensi. Un’auto dotata di queste tecnologie ci permetterà di sviluppare una polifonia di sensazioni a disposizione dei passeggeri e del pilota, dandoci una guida certamente non meno consapevole di quella di oggi. Saremo più liberi di decidere e meno di sbagliare, perché la nostra auto penserà con noi alla nostra sicurezza.

Mobilità non fa più rima con libertà

Libertà. Liberi di muoversi.

È nella parola stessa “automobile” il valore primo del nostro mezzo, l’autonomia è la sua cifra, e con l’autonomia, la mobilità.

Centrotrenta anni sono passati dal primo brevetto di Karl Benz e l’automobile continua a esprimere il senso di libertà che le generazioni di piloti e passeggeri, dalla prima motorizzazione ad oggi hanno goduto: ma questo valore sta incominciando a perdere il suo primato.

Libertà rispetto a cosa? Come la trasgressività, anche la libertà in una società avanzata come la nostra viene ridimensionata da una visione dove l’individuo si confronta con i limiti di un mondo i cui confini non sono più “tutto ciò che puoi immaginare” ma con una identità che si rispecchia nella collettività, ”always connected” dei media sociali, della geolocalizzazione e della rete: una appartenenza a cui non vogliamo assolutamente sfuggire.

Oggi all’automobile viene chiesto di non essere di meno di un iPhone e non è un caso che due tra i produttori di tecnologie automobilistiche più avanzate si chiamino Google e Apple. la connettività non è solo una esigenza tecnica e operativa, è un requisito richiesto dalla nostra società e dalla nostra sensibilità.

L’energia del tutto

E tutto questo parte dall’energia. Senza la convergenza energetica la conversione digitale dell’automobile è impensabile.

La trazione elettrica non è recente, anzi. Ma non è bastata a far decollare l’auto elettrica (dicevamo, il motore non è al centro).
I veicoli elettrici hanno una lunga storia alle spalle. La loro origine risale al 1832, ben prima dell’invenzione del motore a combustione interna. La Francia e la Gran Bretagna furono le prime nazioni europee ad avere una diffusione significativa di veicoli elettrici a partire dalla fine del XIX secolo. Seguirono subito dopo gli Stati Uniti, con la prima applicazione commerciale su larga scala nel 1897 quando l’intera flotta dei taxi di New York divenne elettrica. Le automobili erano inizialmente disponibili in tre versioni: elettriche, a vapore e a benzina. Anche l’auto ibrida nacque in quegli anni, e la tecnologia fu sviluppata da Ferdinand Porsche.

Dunque come mai solo ora emerge evidente questo “pacchetto” di tecnologie? Come le tessere di un immenso puzzle a più di un secolo dalle loro comprovate applicazioni, avviene che tramite una serie di condizioni al contorno, di casualità e di opportunità si ricombinano i pezzi nel quadro generale delle convergenze dando l’impulso necessario alle tecnologie per innescare uno sviluppo altrimenti impossibile.

AUTOMOBILE IN MIGRAZIONE

L’elettricità domina ogni parte dell’automobile. Ma senza la contiguità di alimentazione dei suoi componenti i con tutti, ma proprio tutti i dispositivi che ci circondano, dagli elettrodomestici più elementari agli acceleratori di particelle del CERN, la sua evoluzione non poteva avvenire.
Come può l’automobile essere l’unico dispositivo che, per funzionare, deve approvvigionarsi da una unica fonte energetica in estinzione, mentre tutto il resto può trarre l’energia necessaria al suo funzionamento prodotta tramite un incredibile varietà di alternative?

L’automobile è una specie in evoluzione verso lo stato di dispositivo, che si sta riposizionando nell’ecosistema digitale nella stessa linea dei tablet e degli smartphone, apparentati da una comune capacità di comunicare, connessi, intelligenti e alimentati dalla stessa energia.

Il giardiniere e l’automobilista

Energia. Energia pulita, ubiqua, senza esternalità, generata dal sole, dal vento, dall’acqua si può spostare lungo un cavo, da sola. Si immagazzina in celle piccole come pastiglie o grandi come silos. Non puzza. Non produce emissioni velenose per l’ambiente. Abbiamo certo bisogno di elettricità, e pare che sia la carta vincente. Come però diceva Jean Baudrillard, ogni innovazione crea il suo disastro e prima o poi dobbiamo aspettarci quello elettrico. Chissà si scoprirà che smaltire milioni di celle e di pannelli solari è peggio dell’ethernet.

L’industria automobilistica e l’intero universo dell’automobile ha tutto da guadagnare da questa onda positiva. Dopo decenni di auto vista come puzzolente, ingombrante e pericolosa carcassa ritrova un nuovo posto nel futuro.

Ma la finitezza delle risorse è la prima lezione che ci ha dato il pensiero ecologico. Gilles Clemént, giardiniere e filosofo, realizzatore dell’innovativo Parc André Citroën che sorge ora sugli spazi della primitiva fabbrica, ci ricorda le tre funzioni della sua nobile professione: l’organizzazione dello spazio, la produzione e la manutenzione nel tempo. Che il giardiniere,con la sua secolare professionalità possa essere un esempio di come il processo innovativo debba confrontarsi con l’ambiente? La risposta è scontata: certamente sì.

Per questo la terza conversione, l’ambientale, non meno di quella energetica sta dando all’automobile l’occasione per ricoprire un ruolo di prima grandezza.

Design dell’auto-device

Non si può infine non tener conto che le tre convergenze stanno producendo nella nuova automobile l’opportunità di diventare un colossale esercizio di stile per il design.

Le interfacce uomo-macchina-rete, l’ergonomia degli abitacoli, nelle forme e nella progettazione dei suoi componenti, sicuramente più del disegno della carrozzeria e della sua aerodinamica saranno terreno per un ripensamento globale dell’automobile, per coniugare l’insieme auto-dispositivo e l’organismo città-strada unite ora da relazioni ancora più sofisticate. Lo sviluppo dei display e delle informazioni dentro l’abitacolo e fuori, per comunicare il proprio stato e la proprio stato sono al centro di una straordinaria sfida del design alla complessità

Il design infatti avrà da affrontare il problema della gestione di una massa enorme di informazioni non solo riguardanti il rapporto fra il passeggero e la macchina, visto non solo più come pilota, ma soggetto di relazioni sociali con attività tipiche della digital age, ma anche fra macchina e macchina, fra macchina e dispositivi e fra macchina e ambiente, dovendo dialogare e interagire con il mondo che la circonda, ad esempio con i pedoni al di fuori del veicolo.

Diavolo! Amo le automobili, ma così come sono

Qualche settimana fa in YouTube, guardo un video dedicato al restauro e alla riaccensione del motore di una Porsche 917K, in livrea Gulf.
Per chi sa, capisce che è come per un fedele assistere alla liquefazione del sangue di San Gennaro, un miracolo e un atto di fede.

Di più. C’è anche una vera e propria tensione erotica nell’assistere agli ansimi e gorgoglii del motore aspirato che tenta di avviarsi, uno, due, tre e più volte. Si sente che è li lì, ma non parte. Poi con un boato, ecco un ruggito cupo e una fiammata dagli scappamenti e il motore parte. Il risveglio di un demone. Il garage si riempie immediatamente di un fumo grigio di monossido di carbonio, in quantità letali, ma nessuno si muove, anzi, come fosse incenso tutti li a curare il suo risveglio. Feticismo motoristico? forse, certamente fa parte di un mondo bellissimo e ancora vitale, splendido nella sua parabola discendente quasi del tutto consegnato alla storia, già in piena ridefinizione della sua estetica e dei suoi miti, ma che è impossibile non amare. Qui si tratta di sentimenti, di percezione e di empatia, e di questo se ne parlerà ancora a lungo, nelle notti d’inverno, alla luce brillante dei monitor nel buio.

[Foto: Bosch/NewsPress]

Riferimenti e fonti di ispirazione

Pensieri sull’automobile

Virtualcar.it, automobile & fantasia: BMW Vision Next 100

Plug-in magazine, gen-may 2016: In the driver seat of the self driving Lexus

Plug in mazine online: Bosch’s concept of many touchscreens

Pensieri sull’interazione

Anceschi, il progetto delle interfacce oggetti colloquiali e protesi virtuali

Capucci, il corpo tecnologico

Pensieri sula mobilità

Smart mobility world.com: mobilità del XXI secolo

Genitronsviluppo.com Muoversi in Città: Esperienze e Idee per la nuova Mobilità in Italia

Plug-in magazine gen-may 2016: respect of the rules interview Pieter de Haan, traffic psycologist

Pensieri sull’ambiente

Oscar Marchisio: Car-net tappeti volanti e scivoli giganti

Gilles Clément: Il giardiniere planetario 

Pensieri sui termini

treccani.it: convergenza tecnologica

Wikipedia: storia dell’auto elettrica 

Scame.com: origine dell’auto elettrica

Musica (il genere sceglietelo voi)

Magnatune.com