South working e reshoring, dalla Sardegna con furore

da | Feb 1, 2021

Lavorare in smart working dal sud per un’azienda del centro-nord oppure di un altro Paese. Il south working, fenomeno accelerato dalla pandemia da Covid-19, sta ripopolando le regioni meridionali e le isole, rilanciando le rispettive economie locali.

South working e reshoring, due trend sempre più diffusi

‘South working e Reshoring: come cambiano le geografie del lavoro’. È questo il titolo del workshop in diretta Facebook giovedì scorso sulle pagine di Innois – Innovazione e idee per la Sardegna e StartupItalia. Una preziosa collaborazione che ha visto tra i protagonisti anche la community degli Innovators sarda, The Net Value, e il contributo di Fondazione Sardegna. In questo clima frizzante fatto di nuove idee, energie positive e voglia di fare, c’eravamo anche noi di Spindox. Presenti come impresa che ha investito nell’isola.

Il workshop è stato interessante nella sua interezza. In questo post però vi riportiamo con attenzione le esperienze raccontate dai due ospiti della prima tavola rotonda. Chiara Trombetta, vice direttrice di StartupItalia, ha moderato gli interventi del nostro Giovanni Obino e Davide Agazzi. Giovanni, Digital Business & Market Director, ha raccontato l’avventura di Spindox a Cagliari. Davide Agazzi, Policy Advisor e PM di Brindisi Smart Lab a Brindisi, ha presentato le molte iniziative in cui è focalizzato il suo lavoro. Entrambi hanno descritto molto bene i due fenomeni del south working e reshoring. Ad accompagnare la discussione, anche l’illustratore Alessandro Ripane. La bellissima immagine di Giovanni Obino contornato dalle parole della sua testimonianza, è opera sua.

Svimez e l’associazione South-Working

Durante la live, si è visto come il lavoro da remoto sia appetibile da molte persone e quanto tutto questo si traduca in un mercato in forte espansione. I dati dello Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, e dell’associazione di promozione sociale South Working – Lavorare dal Sud, hanno stimato che tra le 50 e le 100mila persone ― soprattutto giovani ―, hanno deciso di rilocalizzarsi al sud pur avendo lavoro a Milano, Barcellona, Londra. Ovviamente il mare e la qualità della vita non sono le sole ragioni alla mobilitazione ma rappresentano un segnale molto forte del fenomeno se anche le aziende più grandi stanno attuando una riorganizzazione.

Le geografie del lavoro cambiano anche grazie al reshoring, con il rientro delle imprese che in precedenza avevano delocalizzato in paesi con un costo del lavoro più basso, offrendo anche in questo caso nuove opportunità di rilancio economico del Paese.

Spidox e la sede di Cagliari

Spindox vive il fenomeno del south working con un’esperienza diretta. Nel 2018, infatti, è stata inaugurata la nuova sede di Cagliari e nel corso della diretta, Giovanni Obino, ha raccontato le ragioni dietro la scelta dell’azienda di muoversi in terra sarda.

Dalla diretta del workshop 'South-working e Reshoring: come cambiano le geografie del lavoro'
Dalla diretta del workshopSouth-working e Reshoring: come cambiano le geografie del lavoro’ (nell’immagine sono presenti in ordine, dall’alto al basso: Chiara Trombetta, Davide Agazzi, Giovanni Obino e Alessandro Ripane, autore dell’illustrazione che ritrae il nostro Giovanni Obino).

Innanzitutto, abbiamo aperto una nuova sede per rispondere all’elevata domanda di clienti presenti in tutta Italia, da nord a sud; e poi per estendere il business anche in Sardegna. In seconda battuta, la buona reputazione dell’Università di Cagliari e i contatti già esistenti sul territorio hanno fatto il resto.

A Cagliari il lavoro è un mix tra sviluppo di business con clienti locali e clienti fuori dalla Sardegna; questo in un’ottica di crescita che l’azienda stava cercando di implementare già nel 2018. All’epoca Spindox aveva sede in Italia a Milano, Roma, Maranello, Torino, Ivrea e di conseguenza stava guardando al sud come area geografica per crescere a livello aziendale. Parte della cultura dell’azienda è quella di seguire il cliente e stare vicino al business. A Maranello, per esempio, la sede ha sviluppato competenze in una industry specifica. «Non sempre tutto ciò è necessario, come nel caso dello sviluppo di software. Il bisogno di avere le persone vicino si è ridimensionato a seguito della pandemia da Covid-19» ha precisato Giovanni.

Il programma Academy di Spindox

Spindox ha creato un’Academy per i giovani al fine di inserirli successivamente all’interno dell’azienda. Ai ragazzi si condivide prima di tutto la visione tecnologica di Spindox, che è focalizzata sull’innovazione, ma anche sulla consulenza.

La strategia aziendale del delta arancione si è basata fin dall’inizio sulla crescita delle persone a partire dalla loro formazione (qui trovi una riflessione di Paolo Costa in merito alla formazione, alla trasformazione digitale, all’istruzione nel mondo dell’ICT in rapporto ai pregiudizi di genere; negli anni passati abbiamo parlato anche della formazione che cambia e fatto il punto della situazione in Italia su formazione-lavoro con Eleonora Voltolina della Repubblica degli Stagisti, trovi qui l’articolo).

La forma che quindi viene utilizzata a Cagliari è una formula che già collaudata altrove in Italia e che, guardando ai risultati, sembra funzionare molto bene. Quello che facciamo è cercare ragazzi giovani, con passione, con interesse al mondo tecnologico, non solo per necessità.

Spindox ha sempre avuto una mentalità da start-up, con la crescita ha subito qualche modifica e ha richiesto riorganizzazioni molto frequenti, e una maggiore struttura. Questa mentalità consente da un lato di essere più agili e dall’altro di avere a che fare sempre con persone e non con numeri, come spesso accade nelle grandi aziende.

Cercare nuovi progetti, costruire tramite innovazione interna e investimento in ricerca e sviluppo, mostrando alla fine il prodotto al cliente. Questa è la strategia di Spindox, ha sottolineato Giovanni. «Essendo agnostici dal punto di vista dell’approccio, il punto di partenza non è qualcosa che si conosce già, ma qualcosa che serve; è molto importante quindi comprendere il contesto nel quale si opera.»

La realtà di Brindisi, sul lungomare del mondo

Nel corso della diretta Davide Agazzi ha raccontato la sua testimonianza. Agazzi si occupa di nuove progettualità sul territorio pugliese, rese possibili grazie alla diffusione dei fenomeni di reshoring e south-working. «Tra gli ultimi progetti realizzati, c’è Palazzo Guerrieri, un palazzo sul lungomare di Brindisi, trasformato in uno spazio di coworking aperto al territorio, anche se con la diffusione del Covid-19 può sembrare un eufemismo», ha raccontato Agazzi. Questo dovrebbe contribuire allo sviluppo territoriale di Brindisi, città con un passato industriale molto forte. Qui, infatti, si sono consolidate l’industria chimica, petrolchimica, farmaceutica, aeronautica ed energetica. Tutto ciò ha generato sul territorio grandi impatti, primo fra tutti quello occupazionale e ambientale, limitando allo stesso tempo il formarsi di altri cluster di sviluppo.

A questo proposito, non possiamo non ricordarvi che anche Spindox ha una sede in Puglia, a Bari (siamo presenti nello spazio di coworking Aulab. Per una visione più chiara della nostra presenza in Italia, vi invitiamo a guardare la pagina dei contatti del nostro sito corporate).

Nuove progettualità

L’idea alla base del progetto di Agazzi era d’investire in ambiti diversi sul territorio come turismo, agricoltura, cultura, manifattura leggera e welfare. Per questo motivo hanno cominciato a cercare persone che volessero investire in nuove progettualità sia nell’ambito dell’impresa, sia nell’ambito dell’azione sociale. Da qui sono nate nuove collaborazioni: viene sovvenzionata una startup che sta realizzando il prototipo di una stampante per la costruzione di case in 3D in cemento e viene realizzato il progetto di un orto urbano in un quartiere periferico. «Progetti molto diversi, ma vista la scala della città bisogna essere capaci d’intercettare chiunque abbia voglia di fare, provando a fornirgli gli strumenti per contattare nuovi partner e creare così occasioni di sviluppo», commentava Agazzi.

South-working e reshoring come riequilibrio territoriale

Quando si parla di south working e di reshoring si fa riferimento a nuove possibilità che si aprono per un riequilibrio territoriale. Trattandosi di possibilità, bisogna capire se il territorio è in grado di coglierle o meno. All’inizio della diffusione del Covid-19, questa dimensione di stallo sembrava essere a breve termine. «Vedendo che la situazione non mutava, le aziende continuavano a lavorare da remoto; le scuole erano chiuse, le famiglie hanno capito che il luogo in cui vivevano poteva non coincidere con il luogo in cui lavoravano e si sono aperte diverse possibilità», ha raccontato Agazzi.

A Brindisi sono aumentate le presenze in città perché le persone abbinavano a un periodo di vacanza, uno di lavoro da remoto. Grazie a questi nuovi flussi di persone abbiamo aperto spazi di coworking gratuiti. Successivamente, è stato indetto un concorso per offrire dieci giorni di lavoro in un ufficio attrezzato su una barca a vela ospitata nel porto di Brindisi. Al concorso, organizzato da due realtà del territorio che si occupano di strategia di destinazione dei territori, Brio e Destination Makers, si sono presentate più di 750 persone. È stato un test di mercato per capire se e quanto le persone fossero disponibili a spostarsi.

I benefici di questi nuovi fenomeni

Davide Agazzi sostiene che questi fenomeni favoriscano uno scambio di competenze e di esperienze e permettano di mescolare le reti. Questo è fondamentale per creare progetti nuovi.

Il Comune di Brindisi è riuscito a interagire con il Ministero dello Sviluppo Economico e Invitalia, proponendo di localizzare in Puglia una serie di programmi di accelerazione pronti al lancio: è nata quindi l’iniziativa Bravo Innovation Hub, rivolta a tutte le regioni del sud Italia ma localizzata a Brindisi. Ma non è tutto: il primo programma di accelerazione dedicato a turismo e cultura, è in partenza. Abbiamo selezionato le 10 start up, l’evento si terrà in digitale ― causa Covid-19 ― ma, in assenza di pandemia sarebbe stato ospitato in loco, creando ulteriori sinergie con il territorio.

I segnali positivi e di fiducia sono tanti: c’è aria di cambiamento per le città del sud. Basta guardare al numero di investimenti che il Fondo Nazionale Innovazione sta facendo, soprattutto in meridione. E l’ultimo investimento anche da parte di Talent Garden è rivolto proprio ad aprire nuove sedi nel sud Italia. Si può fare, bisogna solo mettersi a lavorare!

Territorio, lavoro, passione e impegno. Cosa significa per noi fare south working

La testimonianza di Giovanni Obino ha sottolineato un altro aspetto molto importante. Dal punto di vista di Spindox, quello che il south working e l’apertura di una nuova sede in Sardegna hanno potuto offrire al territorio, è sicuramente il lavoro. D’altra parte, quello che Spindox ha ricevuto in cambio sono stati passione e impegno. Entrambi elementi che caratterizzano i dipendenti della sede di Cagliari. «Loro sono come una comunità, un gruppo molto unito. Questa è una caratteristica che non va data per scontata, considerando che pian piano il numero di persone è aumentato e che tutto questo poteva scemare nel tempo».

Un altro elemento che contraddistingue la sede di Cagliari è un’attenzione importante ai ritmi di lavoro. Un miglior rapporto del cosiddetto work-life balance permette una vita più regolare, con orari meno frenetici. Quello che si ottiene sono buoni risultati, con stili di vita diversi da quelli cui si è abituati.

Beatrice Mingazzini
Beatrice Mingazzini
Laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione, è specializzata in design e moda. Appassionata del viaggio on the road, sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo, nel tempo libero le piace sperimentare tecniche di pittura.

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