Spindox <3 Stackhouse: la nostra nuova storia d'amore

da | Lug 15, 2022

Dopo una lunga collaborazione, Spindox acquista Stackhouse, potenziando le proprie capacità fullstack. In questo articolo, il CEO Filippo Candio racconta la storia di questa realtà alla ricerca di nuovi (e tanti) talenti.

C’è fermento nell’aria

È stato intorno al 2011-2012, mentre mi trovavo negli Stati Uniti, che le applicazioni mobile iniziarono ad andare davvero forte, come mai prima nella storia del loro sviluppo. Io stesso avevo sviluppato una app mobile, ma le difficoltà di farle funzionare bene ai tempi non erano state poche. Queste, legate al limite di dover lavorare multipiattaforma, mi impedivano di sentirmi soddisfatto del mio lavoro. Pertanto in quel periodo iniziai ad interessarmi di tecnologie web nuove, capaci di ottenere maggiori performance e sopratutto meno stress per gli sviluppatori. Tornato in Italia, aprii uno dei primi coworking della storia perché sentivo il bisogno di circondarmi di persone con la mia stessa filosofia.

Una mossa, questa, che si rivelò vincente.

Andrea Zucca: l’incontro

La forza di Stackhouse nasce proprio dall’incontro con uno dei founder, Andrea Zucca (oggi CTO) e dalla nostra comune passione sulla strabiliante, neonata ReactJS/-native, una tecnologia che sposta le logiche e le capacità di sviluppo dal back- al front-end, sfruttando Javascript. Era il 2014-2015, e inconsapevolmente diventammo due veri pionieri (in Italia e nel mondo) di una tecnologia front-end che oggi domina il mercato mondiale.

Mettere le radici… Dove erano sempre state

Dopo aver viaggiato tanto e vissuto in diverse parti del mondo, iniziai a cercare un posto che potesse darmi il supporto e mezzi adatti a sviluppare le mie passioni. Ironicamente, dopo tanto girare scoprii che la risposta era sempre stata a casa mia. Come l’Alchimista di Coelho (spoiler alert), trovai il mio tesoro a Cagliari, ancora oggi un vivacissimo scenario per lo sviluppo sia del framework che del front-end in generale. Il primo provider europeo nacque proprio qui intorno alla metà degli anni Novanta: si chiamava Video On Line ed era un antenato della moderna TIM. Nello stesso periodo, Cagliari vide anche la creazione di uno dei primi giornali online della storia, oltre che alla rivoluzione della webmail, che finalmente permise di accedere alle mail anche dal browser.

Stackhouse e il piano d’attacco che ha fatto la differenza

Andrea ed io sapevamo entrambi quale fosse il punto di forza di queste tecnologie, ovvero il fatto di saper offrire un solo sviluppo per le varie piattaforme Web, iOS e Android. Avevamo raggiunto un match importante, intorno al 90%, che permetteva al nostro codice di essere usato su tutte le piattaforme, riducendo esponenzialmente i tempi di sviluppo. Allora si trattava di una rivoluzione, qualcosa che quasi nessuno riusciva a offrire. Ovviamente, nel giro di poco tempo arrivammo a raggiungere quasi il 100%.

Percependo il valore di questo enorme potenziale, prendemmo una decisione strategica: specializzarci profondamente solo su questo Stack (reactJs, NodeJS, AWS, MongoDB), nonostante le nostre conoscenze relative a diverse tecnologie. Prendemmo del tempo prima di immetterci nel mercato e implementare quelle che venivano definite allora come problematiche di sviluppo. Realizzammo numerose librerie ai fini di ottimizzazione.

Questa scelta imperativa significò rinunciare a molti lavori, anche importanti, che avrebbe potuto portare profitti di un certo volume, ma che dal nostro punto di vista ci avrebbero fatto apparire come una software house qualsiasi. Ma noi non scendemmo a compromessi: eravamo sicuri che il nostro posizionamento ed abilità nelle allora nuove tecnologie FE avrebbe fatto la differenza. Noi volevamo fare innovazione e lavorare solo su ciò che ci portava vere soddisfazioni.

Da qui il nome, Stackhouse: questo è il nostro Stack, questo è qualcosa su cui noi siamo fortissimi. Su questo Stack, siamo a casa nostra! Fa un po’ Full Metal Jacket, lo so, però è sostanzialmente il nostro mantra. 

Negli anni, crescemmo e sviluppammo anche un nostro software di sviluppo (BPM, lowcode based) sulla base di queste tecnologie: Flower JS, software che permette maggiore velocità, qualità e controllo. Ad oggi Flower JS è operativo già in numerosissimi progetti di importanza nazionale e internazionale. Il tutto, grazie all’intuitività con cui rivoluziona il processo di scrittura di codice, introducendo elementi grafici che permettono la riduzione del tempo, ma non della qualità del codice prodotto, rendendo prende Flower JS il futuro dello sviluppo web.

Spindox, il nostro colpo di fulmine

Un altro momento clou per Stackhouse fu l’incontro con Spindox. Il nostro rapporto si aprì nel 2018/2019, con una commissione molto importante per un grandissimo cliente automotive. Questo fu solo l’inizio di una vera storia d’amore, fatta di tantissimi progetti ed nuove avventure. E dopo quattro anni di collaborazioni, Spindox volle qualcosa di più… E non potemmo non dire di sì!

Diventare parte del gruppo Spindox, oltre ad essere un onore, ci offre la possibilità di ampliare il nostro gruppo, di ricercare nuovi giovani talenti che possano aiutarci a crescere e a conquistare il mercato grazie a tecnologie di punta. Per ora in Stackhouse siamo 23, ma tra i nostri obiettivi del breve-medio periodo abbiamo quello di raddoppiare i nostri numeri! Siamo quindi alla ricerca di (giovani) talenti che possano entrare a far parte di questa nostra storia d’amore.

Il valore di Stackhouse

Perché scegliere Stackhouse? Semplice: opportunità, serenità, prospettive, specialmente per i giovani. La forza di Stackhouse sta in un piccolo segreto: noi siamo sviluppatori e, quindi, sappiamo cosa uno sviluppatore vuole. Nei limiti delle professionalità, infatti, cerchiamo costantemente di adattare il lavoro agli sviluppatori e non il contrario. 

In Stackhouse è fondamentale che le nostre persone si sentano felici, contente, realizzate. Siamo ossessionati dallo sviluppo, che vediamo più come una passione condivisa che un vero lavoro. Un approccio, questo che ci fa cimentare in progetti sempre nuovi e ricercare soluzioni insolite a problematiche che non erano mai state affrontate prima nel settore. Il nostro approccio è fresco, entusiasta e coraggioso. Perciò se siete giovani, vi piace smanettare e vorreste lavorare in una sede (e un posto) da urlo, fatevi avanti!

Questa è Stackhouse, amore reale per il codice. 

Elena Masia
Elena Masia
Con studi ed esperienze di lavoro internazionali, è una poliglotta in giro per l'Europa con una sola missione: trovare le parole giuste per comunicare nel terzo millennio.

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