Dell’Africa conosciamo i fantastici paesaggi e le grandi contraddizioni economiche, sociali e politiche. Ma tra povertà e guerre in Africa si fa spazio l’innovazione tecnologica. Che compie sorprendenti balzi in avanti e salta una serie di passaggi. È il caso dunque di abbandonare i pregiudizi e di guardare con occhi diversi al potenziale del continente nero.
Oggi chi dice Africa, nel contesto delle nuove tecnologie, dice leapfrogging. Questaespressione in inglese significa “scavalcare”. Il concetto è semplice: in molti paesi, fino a ieri classificati un po’ impropriamente come Terzo Mondo, assistiamo a una straordinaria accelerarazione dello sviluppo, realizzata saltando tecnologie meno efficienti, più costose o più inquinanti e passando direttamente a quelle più avanzate. Un classico esempio di technology leapfrog è costituito dal mobile. Molti paesi in via di sviluppo hanno saltato la tecnologia di rete fissa del XX secolo, per passare direttamente alla tecnologia mobile del XXI secolo. Si chiama Mobile for Development (M4D), evoluzione delle più classiche Information and Communication Technologies for Development (ICT4D). Ed eccoci dunque a parlare di Africa.
Mobile 4 Development: leapfrog africano
Quella che segue è una panoramica su un’Africa per molti versi inattesa e dal potenziale enorme: l’Africa dell hi-tech. Con un focus sul contensto degli hub tecnologici delle start-up presenti nel continente africano, che si affiancano ad aziende già affermate nel loro business.
Se si cerca su Google qualcosa come “top start-up cities in the world”, il risultato non è di certo inatteso: nella top list compaiono i nomi ormai noti: Silicon Valley, New York, Chicago, Boston, Berlino, Tel-Aviv, Londra… E la spiegazione è semplice: in quei luoghi, e in genere nel mondo occidentale, la mobilità di persone e capitali crea l’ecosistema migliore per trasformare idee in business. Basti pensare alla quantità di acceleratori e incubatori d’impresa nei dintorni delle università e dei centri di ricerca.
Tuttavia facendo una ricerca più approfondita e focalizzata sui trend di crescita compaiono luoghi nettamente più esotici. Molti di questi appartengono al continente africano. Vale dunque la pena di capire come alcune parti dell’Africa si stiano lentamente trasformando in un luogo di innovazione.
Il contesto tecnologico
Pur rimanendo il continente con la più bassa diffusione di Internet, l’Africa è al primo posto per la crescita di utenti. Solo nel decennio 2000-2010 la crescità infatti è stata del 2357,3%. Il blog indipendente di ricerca sui servizi Internet WebHostingGeek ha pubblicato l’esito della ricerca effettuata sulla diffusione di Internet nel mondo e la relativa crescita di utenti: ecco l’infografica che ci mostra una sintesi dei dati per ogni continente: in particolare:
Popolazione;
Percentuale di diffusione in rapporto alla popolazione;
Utenti di internet per continente;
Tasso di crescita in 10 anni.
L’incremento della penetrazione di Internet è stato favorito anche dalla diffusione delle utenze mobili. Sulla base di una stima aggregata da più enti di ricerca compresa la Banca Mondiale, queste si contavano nel 2016 in circa 760 milioni. In altre parole 8 africani su 10 possiedono uno smartphone.
Infrastruttura e innovazione
La ricerca della GSM Association mostra che lo sviluppo di hub tecnologici e imprenditoriali si sia concentrato in prossimità delle coste e dei porti, ossia nelle aree che inevitabimente alimentano la spinta economica. È qui infatti che si concentra la maggior parte degli hub oggetto della ricerca. Il 13% dei tech hub hanno partnership con Orange, MTN e Vodafone, che sono i maggiori player sul mercato delle Telco nel continente, mentre il 49% ha partnership con tech companies del calibro di Microsoft.
Solo nel 2016 le start-up basate in Nigeria, Sud Africa e Kenya hanno raccolto un totale di 298,82 milioni di dollari. Ed è interessante anche sapere che il 60% degli hub rientra nella categoria degli acceleratori/incubatori d’impresa.
Casi di successo
Start-Up
Un segno distintivo delle start-up di successo africane è che il loro business si riflette direttamente sul territorio.
Un caso di successo degno di nota è quello di Envyl. La start-up permette agli utenti africani di comprare merce in vendita negli online store degli Stati Uniti e riceverla direttamente in Africa. Questo è reso possibile creando una community di persone che regolarmente viaggiano da e per gli Stati Uniti e che si propongono come “corrieri” riempiendo lo spazio vuoto del proprio bagaglio in cambio di una fee. La merce arriva quindi in base sia alla disponibilità di coloro che mettono a disposizione lo spazio del loro bagaglio, sia in base ai tempi di transito postale una volta giunta in Africa. Il che significa che potrebbero passare anche diverse decine di giorni dall’ordine alla ricezione della merce.
Shuttlers è invece una start-up nigeriana che permette di semplificare gli spostamenti dei pendolari che lavorano nella città di Lagos (con oltre 16 milioni di abitanti, è la città più grande dell’africa). Shuttlers consente agli utenti di prenotare posti a bordo di bus navetta ad un prezzo competitivo.
Ma gli esempi non finiscono qui. Diylaw permette di semplificare la creazione di documenti legali evitando agli imprenditori costose consulenze. C’è poi il caso di Meltwater, che promuove la formazione di futuri startupper tecnologici fornendo coaching e mentorship. Interessante anche la piattaforma senegalese Mlouma, che offre agli utenti una panoramica dei prodotti agricoli disponibili in ogni area produttiva e mercato. Con Mlouma venditori o acquirenti possono segnalare i prodotti che desiderano vendere o prenotare un prodotto di loro interesse. Il tutto via SMS. In ambito sanitario va segnalato il progetto della non-profit Malaria No More. Anche in questo caso è la tecnologia mobile ad avere permesso un salto in avanti impressionante: l’organizzazione utilizza gli SMS per educare all’uso delle zanzariere e al riconoscimento dei sintomi della malaria. Una delle start-up africane più originali, infine, è senz’altro rappresentata da ARED. Si tratta di una Hardware-as-a-Service company basata in Rwanda e Uganda. Il suo prodotto è Shiriki Hub, un chiosco solare mobile per la ricarica di telefoni e l’accesso a Internet.
Ovviamente la lista proposta non è esauriente. Ulteriori start-up rilevanti possono essere trovate nei link alla fine dell’articolo.
La mole di investimenti presso gli hub tecnologici africani e il fatto che molti colossi mondiali stanno stringendo rapporti commerciali con tali poli imprenditoriali e start-up dimostrano che l’Africa potrebbe essere presto una nuova tigre mondiale. La sfida per le società occidentali sarà avere il coraggio di accettare il rischio di investire in un continente difficile. Ma per le ragioni di cui sopra con un potenziale molto alto.
Automotive
Nei paragrafi precedenti abbiamo visto una panoramica sul mondo relativo alle start-up nel continente africano. Tuttavia quando si parla di innovazione è bene sapere che sono presenti diverse eccellenze nella tecnologia le quali sarebbe inopportuno chiamare start-up, perché si tratta di aziende già avviate.
Per decenni i mezzi di trasporto sono stati importati da paesi terzi come autoveicoli di seconda mano. Recentemente la situazione è cambiata e si sono affermati diversi costruttori locali.
Questo video mostra una carrellata di 10 produttori presenti nel territorio africano.
Dal report di Frost & Sullivan si legge che a questi produttori locali si aggiungo i marchi più conosciuti come Nissan, Toyota, Volkswagen, che hanno deciso di stabilire basi di produzione in loco, soprattutto in Nigeria grazie anche alla National Automotive Industry Development Plan che limita l’importazione di veicoli di seconda mano e che sta rendendo il paese un hub dell’industria automotive. Gli analisti ritengono che nonostante qualche rallentamento nella crescita del PIL, l’Africa rimarrà molto attrattiva per il settore.
Silicon Savannah
Nairobi è la capitale del Kenya. Nei primi anni ’90 i rapporti ONU la indicavano come una delle capitali più violente del mondo. Oggi Nairobi è considerata il centro della Silicon Savannah, un termine che viene usato per indicare l’ecosistema di eccellenze tecnologiche kenyote. La trasformazione è avvenuta per lo più grazie ad investimenti esteri e politiche facilitatrici che hanno permesso a giovani talenti provenienti da sistemi limitrofi di stabilirsi a Nairobi e contribuire allo sviluppo di nuove società. Nei pressi di Nairobi è in costruzione Konzacity, una città-tecnopolo costruita sul concetto delle smart city, ovvero un connubio tra architettura, urbanistica e strategie volto a valorizzare la qualità della vita.
Il Kenya da questo punto di vista è da considerare un paese che ha sempre guardato al futuro: dal 2007 è operativo M-Pesa, un servizio di trasferimento di denaro, finanziamento e microfinanziamento basato su telefoni cellulari, lanciato nel 2007 da Vodafone per Safaricom e Vodacom, i più grandi operatori di reti mobili in Kenya e Tanzania. Oggi il servizio è attivo in dieci paesi e serve quasi trenta milioni di clienti. Qui sotto un breve servizio di CNN racconta la storia straordinaria di questa ex start-up:
Un impegno da mantenere
Con questi esempi abbiamo visto come l’Africa può essere una regione attrattiva che sta facendo passi da gigante. Tuttavia non deve diminuire l’impegno umanitario che sta alla base di questo progresso. Il livello di sicurezza generale nel continente rimane precario e non deve essere sottostimato il fatto che la strada per avere un continente omogeneo dal punto di vista sociale e tecnologico è ancora molto lunga, ma non impossibile.
Approfondimenti
The African Startup Landscape: The NewGen Angels H1 2016 Review.
African startups to watch in 2017