Testing Factory, reprise. Il testing entra a far parte del portafoglio di Spindox a tutti gli effetti. Uno sguardo alla nuova service line insieme a Francesca Pascali.
Quello del testing applicativo, specie se automatizzato, è un filone sempre più caldo in IT. Spindox, che vuole essere game changer, e ha deciso di rilanciare anche in questo settore. Nasce così la Testing Factory, che ha obiettivi molto ambiziosi sul piano delle metodologie e dei modelli di servizio. Con l’arrivo in azienda di Francesca Pascali, Spindox ufficializza la svolta e fa capire che vuole fare sul serio.
Dieci anni di esperienza
Innanzitutto chi è Francesca Pascali?
«Mi sono laureata in Ingegneria delle Telecomunicazioni, ho iniziato lavorando nella progettazione delle reti Mobili in Telecom. Poi si è presentata l’opportunità di spostarmi nell’ambito del testing di rete e terminali.»
Si è presentata l’opportunità? Come?
«Beh, quello che era allora il mio capo si spostò li, e mi chiese se ero interessata a seguirlo. Siccome con lui mi ero trovata molto bene, mi dissi ‘perché no?’ È stato un passaggio importante. Lì mi sono stati offerti margini di crescita che non avrei avuto dove stavo prima. Infatti ci sono rimasta più di 10 anni.»
A quale tipo di testing ti sei dedicata, all’inizio?
«Più che altro mi sono occupata di iptv, device mobili e, nell’ultimo periodo, di servizi.»
Veniamo ad oggi: come sei arrivata in Spindox?
«A dire il vero è Spindox che ha trovato me. Era un un po’ di tempo che mi stavo guardando intorno: sono una che cerca la crescita, perché mi interessa avere sempre più possibilità di lasciare un segno e impattare. Spindox mi è sembrata una buona opportunità a riguardo.”
Cosa ti ha convinto?
«Beh, l’opportunità mi è stata presentata come una sfida, visto che in Spindox la Testing Factory era ancora a livello embrionale, e manca ancora una cultura aziendale del testing. Ho trovato l’idea di affrontare un progetto in cui c’era da partire dalle fondamenta molto stimolante, ed era quello che stavo cercando.»
Una Testing Factory integrata
La domanda che immagino stia un po’ a cuore a tutti: che piani hai per la Testing Factory? Come pensi di svilupparla?
«Uno degli aspetti su cui sto lavorando di più e la cultura della condivisione fra le persone. Se impariamo a considerare qualunque risorsa come una ricchezza di tutta l’azienda, allora esaltiamo la circolazione interna del know how e l’efficienza nei progetti.
Specificamente per quanto riguarda la Testing Factory di Spindox il mio primo obiettivo è fare in modo che essa sia sempre più integrata nei progetti, a partire dalle fasi iniziali. Il mercato ha talvolta la percezione che il testing comporti un costo accessorio, anziché un valore aggiunto. Ma cercheremo di cambiare questa percezione.
Verso la test automation
Al momento siamo molto attivi nel testing delle GUI, delle interfacce utente, e stiamo lavorando per automatizzarlo il più possibile. Ma stiamo lavorando anche nell’ambito dei test di performance, di back-end e di qualità del software.
A tendere avremo due filoni generali: chi si occupa di testing manuale tradizionale, sul quale continueremo comunque a investire, e chi si occupa di sviluppo di test automatizzati. Il fronte della test automation è particolarmente caldo. Automatizzare i test permette di controllarne meglio l’esecuzione e di effettuare un confronto più puntuale dei risultati effettivi con quelli previsti. È un processo che può essere alcune attività ripetitive, che potrebbero essere svolte anche manualmente ma con maggiore dispiego di tempo, oppure per eseguire test che difficili da condurre in modo manuale. L’automazione dei test è fondamentale quando si entra nell’ottica del continuous delivery e nella prospettiva DevOps.»
Piani di crescita per le persone?
«Senz’altro! Innanzitutto è importante che tutti i membri della Testing Factory abbiamo la certificazione di base ISTQB. Abbiamo inoltre una certificazione per il Testing nei progetti Agile, mentre è in programma la certificazione di Test Manager per tutti i team leader della Testing Factory.»