A poche ore dalle elezioni Usa 2016 vediamo come funziona il voto elettronico oltreoceano. Per Trump favorirà ogni tipo di imbroglio. Per altri è il futuro della democrazia. Intanto Stevie Wonder testa la nuova voting machine di Ideo.
Manca meno di un giorno al voto Usa 2016. L’ultimo atto delle elezioni per il 58° mandato presidenziale americano andrà in scena giovedì 8 novembre. Alla vigilia di un appuntamento decisivo per il futuro degli Stati Uniti e del mondo intero, c’è un aspetto sul quale vale la pena di soffermarsi. Non tutti sanno che negli Usa è largamente diffuso il voto elettronico, il quale però viene implementato in modo di volta in volta diverso a seconda dello stato, della contea e del collegio elettorale. È un fatto importante, considerando le polemiche che lo hanno accompagnato in passato e di quelle che quasi certamente esploderanno nei prossimi giorni, a prescindere dall’esito del voto.
Del resto Donald Trump lo ha già detto: è certo che le elezioni Usa 2016 saranno truccate e che proprio il voto elettronico favorirà ogni tipo di imbroglio. Complici anche i media e le società specializzate nei sondaggi.
Il voto elettronico negli Usa è fonte dunque di polemiche. Eppure, proprio alla vigilia di Usa 2016, c’è chi scommette sul digitale proprio per disegnare una nuova esperienza di voto, più semplice e accessibile per tutti. Nelle ore scorse Dean Logan, direttore dell’anagrafe della Contea di Los Angeles, ha fatto circolare su Twitter la foto del cantante Stevie Wonder, notoriamente cieco, intento a provare la voting machine disegnata da Ideo. Per dire che, attraverso le nuove tecnologie e un design attento, è possibile rendere effettivo il diritto al voto anche per i cittadini diversamente abili e superare antiche barriere architettoniche. Con Usa 2016 sarà la volta buona?
Florida 2000
In ogni caso queste non saranno le prime elezioni americane accompagnate da questo genere di polemiche. Sedici anni fa, il 7 novembre 2000, si conclusero le elezioni presidenziali (fino a quel momento) più contestate della storia americana. Con il 48,4% Al Gore ottenne la maggioranza del voto popolare, contro il 47,9% di G.W. Bush. Tuttavia, per il meccanismo dei voti elettorali (i voti vengono conteggiati separatamente in ciascuno stato, e a ogni stato viene assegnato un “peso” sulla base del numero degli elettori) Bush vinse la corsa presidenziale per 271 a 266 (Archivio Federale), con un margine di poco più di 500 voti in Florida, stato che fu decisivo per l’assegnazione.
Ma se in occasione delle elezioni del 2000, la storia delle polemiche fu principalmente incentrata sulle modalità di conteggio, sul gerrymandering e sulla controversa decisione della corte suprema di assegnare la vittoria a Bush per mancanza di tempo, le elezioni successive videro implementate per la prima volta varie forme di voto elettronico per accelerare il processo di scrutinio.
Ohio 2004
Il 2 novembre 2004, presso la Contea di Franklin nel distretto di Columbus (Ohio), i risultati diedero la vittoria locale a Bush per 4.258 voti, contro i 260 ottenuti da Kerry; il conteggio però dimostrò in seguito che il numero dei votanti fu di soli 638. Dunque ben 3.893 voti furono assegnati a Bush per un errore del sistema di voto elettronico (un vecchio sistema Danaher Controls Shouptronic 1242), il quale per ragioni non chiare in quell’occasione moltiplicò i voti del candidato repubblicano.
In una contea della Carolina del Nord, più di 4.500 voti andarono perduti perché gli ufficiali credettero erroneamente che un computer che gestiva voti elettronici avrebbe contenuto più dati di quanto in effetti accadde (USA Today).
La lista degli inconvenienti fin qui registrati potrebbe andare avanti. Ma che cos’è il voto elettronico, e come viene implementato oggi negli Stati Uniti? Soprattutto, che uso se ne farà in occasione della tornata Usa 2016?
Per «voto elettronico” si intende abitualmente il voto effettuato tramite dispositivi elettronici installati presso i seggi. Le tipologie più comuni sono tre. Il primo è rappresentato dalla Punch-card (scheda perforata): il voto è determinato in questo caso dalla configurazione dei buchi creati sulla scheda elettorale. Ci sono poi i cosiddetti DRE (Direct Recording Electronic systems): il voto viene salvato direttamente nella memoria della macchina (flash card, hard disk, smart card…). Infine vi è la scansione ottica.
Punch Card
Qui l’unica parte “elettronica” è il contavoti. L’elettore inserisce la scheda nel sistema, perfora il cerchio corrispondente al nome voluto con l’apposito punteruolo, dopodiché estrae la scheda e la consegna agli scrutinatori. Le schede sono poi contate con apposite macchina.
Sebbene divenuto rapidamente popolare dalla sua introduzione negli anni ’60 a causa della sua trasportabilità ed economicità rispetto alle più arcaiche macchine a leva, questo sistema soffre di un problema tutto suo: in determinati casi il conteggio risulta differente a ogni passata. La ragione sta in quelli che in inglese vengono chiamati “chad”, ovvero i pezzetti di carta rimasti attaccati attorno alla perforazione, che da istruzioni andrebbero “ripuliti” dal votante col punteruolo, operazione quasi mai realmente praticata.
Questo inconveniente fu alla base della polemica sopracitata nelle elezioni del 2000, dove il risultato fu determinato per una manciata di voti. Le schede perforate, così come anche i sistemi a leva sono stati banditi ufficialmente nel 2002 tramite l’HAVA (Help American Vote Act). Eppure sembra che anche nelle presidenziali Usa 2016 ci saranno collegi in Ohio che utilizzeranno questo sistema.
DRE (Direct Recording Electronic system)
Questo meccanismo registra il voto direttamente nella memoria del sistema, che si tratti di Hard Disk, Flash Card, Smart Cart etc. (per una panoramica completa sui vari sistemi in uso oggi, si può consultare la sezione apposita su Verified Voting: “Voting Equipment in the United States”). A seconda del sistema, i voti registrati nella macchina sono poi inviati via rete/internet alle sedi centrali per il conteggio, oppure stampati su carta per una tabulazione, o trasferiti rimuovendo fisicamente la memoria e trasportandola.
I DRE sono stati e sono tutt’ora al centro di vibranti discussioni, a causa dei numerosi problemi che introducono. Proviamo a esaminarli.
Trasparenza: i DRE sono sistemi sostanzialmente “opachi”, in quanto i votanti non hanno evidenza di come il loro “intento” venga tradotto in voto ed elaborato. Anche utilizzando quello che viene chiamato VVPAT, ovvero “Voter Verified Paper Audit Trail”, votazione con stampa verificata dall’utente, non è possibile determinare come il voto venga poi effettivamente salvato in memoria.
Sicurezza: i vari sistemi in uso sono tutti risultati estremamente vulnerabili a vari tipi di hack, da virus installati nella scheda di memoria, come dimostrato dalla Princeton University per il Diebold, a intercettazioni radio nei sistemi utilizzanti la comunicazione wireless, fino a tecniche di eavesdropping ricostruendo persino le schermate video e i tasti premuti tramite audit dei campi magnetici (Kuhn). Vari sistemi hanno inoltre evidenziato schede di rete non sicure, dati trasmessi in chiaro, dispositivi sensibili a manomissioni fisiche, come il PEB (Personal Electronic Ballot) utilizzato sul sistema Ivotronic di ES&S.
Segretezza del voto: pur mantenendo la scheda elettorale scollegata dall’identità del votante, alcuni sistemi hanno evidenziato la possibilità di incrociare l’ordine temporale delle votazioni nei log della macchina con quello nei registri del seggio.
Invecchiamento: praticamente tutti questi sistemi installano software e hardware proprietario che necessita di aggiornamenti, i quali spesso non vengono effettuati per ragioni di costo (molti sistemi hanno più di 15 anni e girano addirittura su vecchie versioni di Windows 2000 non più supportato). In alcuni casi le contee hanno dovuto ricorrere a Ebay per recuperare componenti di ricambio perché il produttore aveva oramai chiuso i battenti.
Scansione ottica
Rientrano in questa categoria i sistemi ibridi che utilizzano schede cartacee per il voto e scanner ottici per il conteggio. Gli elettori contrassegnano i loro candidati annerendo le caselle relative e depositano la scheda nell’urna. Le schede vengono poi conteggiate usando appositi scanner.
Questa categoria di sistemi è senz’altro più trasparente dei DRE, in quanto la scheda cartacea consente all’elettore di assicurarsi che il voto che verrà conteggiato sia consistente con quanto votato. Tuttavia anche qui non mancano i problemi:
Sicurezza: alcuni dei problemi riscontrati con i DRE sono validi anche qui, ad esempio virus installati nelle schede di memoria degli scanner, o intercettazioni di rete.
Intento del votante: molti elettori possono essere imprecisi nell’annerire la casella, risultando spesso in voti persi (si calcola che i voti persi per questo tipo di problema possono arrivare al 50% in determinati casi).
Ci sono produttori come ClearBallot che, per ovviare all’inconveniente, hanno implementato un algoritmo che riordina tutte le immagini delle “spunte” per confidenza, pur mantenendo la corrispondenza univoca tra box (gli scatoloni dove vengono imballate le schede per la spedizione), scheda e immagine, consentendo l’assegnazione manuale per quelle schede che risultano avere confidenza più bassa. Inoltre il sistema di ClearBallot indirizza il problema dell’invecchiamento utilizzando hardware standard disponibile in commercio e software scritto in Python a dire della stessa ClearBallot “moderno e facilmente aggiornabile”.
Internet voting
Esistono sistemi di votazioni via internet negli States, specialmente per militari all’estero o residenti in zone disagiate, ma questi riguardano principalmente email e fax. Ad oggi il solo paese che utilizza massicciamente votazioni online è l’Estonia, per la quale esperti della Michigan University hanno già evidenziato una grande quantità di criticità, arrivando a concludere che “oggi probabilmente nessuno stato del mondo può permettersi elezioni online”.
Conclusioni
Come già detto, le presidenziali Usa 2016 preannunciano grande polemica a fine votazione, a prescindere da chi risulterà vincitore. Da una parte la necessità di ridurre i costi enormi dei conteggi manuali e delle grandi quantità di carta hanno reso i sistemi elettronici sicuramente una tentazione per molte amministrazioni.
D’altra parte però i requisiti di sicurezza, trasparenza, segretezza e aggiornabilità non sembrano veramente indirizzati dai DRE, i quali hanno probabilmente causato più problemi di quanti ne risolvessero. Il ritorno alle schede cartacee e agli scanner ottici sembra auspicabile per molti, e forse a tendere inevitabile.