Fare video in verticale non è più considerato un errore. Da quando hanno fatto il loro ingresso nel mercato di massa, gli smartphone hanno rivoluzionato il modo di produrre e fruire contenuti: ora tocca ai video.
Negli ultimi anni si è verificata un’esponenziale crescita nel consumo di video che vivono nel web. In particolare, la crescita riguarda il consumo di questi contenuti su dispositivi di tipo mobile. La spiegazione è abbastanza ovvia: non c’è momento della giornata in cui siamo separati dal nostro smartphone. È quindi facile comprendere come proprio lo smartphone sia diventato il mezzo che maggiormente condiziona il modo con cui facciamo le cose e ci rapportiamo con la realtà esterna.
Ce l’ha insegnato Lev Manovich: il software è oggi la nostra interfaccia con il mondo, gli altri, la memoria e l’immaginazione. Ma, se questo è vero, allora l’ecosistema dei dispositivi mobili è la forma che assume tale interfaccia. Ciò giustifica le attenzioni rivolte alla questione della mobile responsiveness e al suo impatto sulla SEO di qualunque applicazione web. Ma uno dei cambiamenti più significativi riguarda senz’altro il trattamento dei contenuti video.
Da che mondo è mondo, l’unica inquadratura cinematografica considerata corretta è quella orizzontale. Forse in ossequio all’idea che la visione dei nostri occhi è appunto orizzontale. Ciò però non giustifica lo sviluppo verticale di tanta pittura (pensiamo ai ritratti) e della fotografia.
Per molto tempo coloro che giravano video tenendo i propri smartphone in posizione verticale venivano ridicolizzati. Il messaggio, neppure troppo subliminale, era semplice: «il modo corretto di girare filmati è con inquadratura orizzontale; se tieni il tuo smartphone in verticale lascia stare, non sei buono».
Ma forse questo valeva fino a qualche anno fa. I filmati sono sempre stati effettuati con inquadratura orizzontale perché venivano in seguito visionati esclusivamente su schermi e dispositivi orizzontali. Le cose hanno cominciato a cambiare nel 2015, soprattutto per merito di Snapchat. Un passaggio importante è stata la decisione di YouTube, nel 2017, di gestire correttamente la visione verticale prima nei dispositivi Android, poi in quelli iOs.
Il punto è che oggi la fruizione di filmati avviene principalmente tramite dispositivi mobili, il cui naturale utilizzo è in posizione verticale. La domanda da porsi è dunque la seguente: quante persone ruotano il proprio dispositivo orizzontalmente per vedere un filmato?
Il nuovo formato per i video
Sono state condotte diverse ricerche sulle preferenze degli utenti per quanto riguarda alle modalità di visualizzazione di video tramite smartphone. Tutte le analisi confermano che la maggior parte degli utenti non solo utilizza prevalentemente lo smartphone per vedere video, ma anche che questo è tenuto preferibilmente in posizione verticale. Nel caso di Snapchat questo il rapporto fra i video verticali e quelli orizzontali era di nove a uno già nel 2015. I video girati con inquadratura verticale – e quindi progettati pensando a una fruizione tramite mobile – sono preferiti.
D’altronde, quello verticale è il modo naturale di tenere lo smartphone. Perché c’è questa tendenza a mantenere la posizione verticale del dispositivo, anche magari per contenuti pensati per una visione orizzontale? Il motivo è abbastanza semplice. Dover girare il telefono, solo per il momento di visione di un video, contrasta con il concetto di velocità di fruizione, con la facilità d’uso e con la progettazione dello stesso strumento.
C’è una categoria specifica di utenti che dichiara di preferire la modalità verticale: i millenial. Com’è noto, con questa espressione ci si riferisce alla generazione di soggetti nati tra i primi anni ’80 e il 2000. A volte è detta anche Generazione Y. Si tratta delle persone che dimostrano più familiarità con media e tecnologie digitali. La loro infanzia è stata infatti segnata da un approccio educativo tecnologico e neo-liberale, derivato dalle profonde trasformazioni degli anni ’60. Si spiega dunque la scelta di questo segmento di utenti per svolgere indagini e ottenere dati, essendo costoro i più attivi nell’uso.
Diversi supporti, diversi contenuti
L’introduzione di un nuovo formato standard per i video sarebbe perciò una scelta logica e coerente con il comportamento dell’utente. Il concetto di ottimizzazione, che comprenda anche i contenuti video, diventa fondamentale nel momento in cui si verifica una crescente migrazione da una piattaforma ad un’altra. Sono gli strumenti a guidare i contenuti, sono i dispositivi a farci da host con tutto quanto disponibile in rete: perciò continuare a progettare solo per una modalità di fruizione prevalentemente assente, avrebbe poco senso.
Se produciamo contenuti, è perché qualcuno poi li consumi. Non ragionare in ottica mobile porta oggi a una perdita rilevante di visualizzazioni, e quindi di traffico. La preferenza del formato verticale tende infatti a far abbandonare la visione di filmati con inquadratura orizzontale, i quali appaiono poco immersivi e “cattivi” sullo schermo dello smartphone.
I social e la verticalità
Facebook ha di recente annunciato una serie di news show prodotte dalle reti di trasmissione tradizionali e dai nativi digitali, uno dei quali (almeno per ora, uno soltanto) sarà girato in formato verticale. Le due piattaforme social proprietarie del gigante di Menlo Park – Facebook e Instagram – potrebbero infatti diventare i più grandi acquirenti e distributori di contenuti video ottimizzati per dispositivi mobili.
Vertical Networks, studio che si occupa della creazione di contenuti situato a Venice Beach, potrebbe diventare il principale venditore di video verticali. Tom Wright, CEO di Vertical Networks, ha dichiarato a Business Insider Intelligence alcuni fattori chiave per ottimizzare con successo i propri contenuti per il mobile. Tra questi, al primo posto si trova: rendere i video verticali. Lo studio infatti produce contenuti per dispositivi mobili esclusivamente in formato verticale, perché è in tal modo si riduce l’attrito.
“Nel cambiare il contesto del consumo, devi cambiare il modo in cui racconti storie“, ha infatti detto Wright.
Sebbene a qualcuno possa sembrare una misura per i più pigri, l’adozione di formati verticali consente di fare un passo avanti verso il futuro, appunto: un futuro verticale.