Il sonno dei social genera metaversi: Zuckerberg, il GDPR e la cyber security

da | Feb 8, 2022

Zuckerberg minaccia di chiudere Meta in Europa per colpa del GDPR. Che mondo sarebbe senza Facebook, Instagram e Whatsapp? Mentre l’allarme switch off sembra essere rientrato, Spindox lancia Oplium, il brand dedicato alla cyber security e alla salvaguardia dei dati. Gli scenari cambiano rapidamente, meglio essere preparati.

“Un giorno in Europa ci svegliammo e prendendo in mano i nostri device per spegnere la sveglia, scorremmo il pollice fino all’icona di Instagram per leggere l’ultimo aforisma esistenziale fintamente cinico scritto da quell’ex bambino prodigio delle fiction televisive adesso diventato idolo degli hipster e ci accorgemmo che qualcosa non funzionava. Allora ci riversammo su Whatsapp per chiedere nel nostro gruppo di amici chiamato “i boomers” se anche loro avevano problemi e ci accorgemmo che non c’era più né il gruppo né Whatsapp. Allora cercammo tra le app ormai in disuso, vicino a Ruzzle e Immuni, quella di Facebook per leggere se Repubblica o il Corriere, che ormai sono gli ultimi rimasti ad abitare i diari insieme alle grafiche con “buongiornissimo caffè” visitate da archeologi della tecnologia e utenti nostalgici, per vedere se riportavano la notizia e quando capimmo che anche Facebook era inaccessibile a quel punto fu chiaro: Mark l’aveva fatto sul serio.

Andammo su Twitter, unico social rimasto, baluardo inespugnato di frikkettoni intellettuali e logorroici narcisisti dove, già dalle prime ore dell’alba, si brindava alla sconfitta del capitalismo e alla vittoria della resistenza alternando immagini de La casa di carta e quelle di Sandro Pertini allo stadio.

In un attimo dilagò il panico. Gente che non aveva un apparecchio televisivo si riversò nelle case dei vicini per guardare il telegiornale e scoprirono con orrore e meraviglia che Amadeus ha una vita (e una carriera) anche fuori dell’Ariston, che i video possono essere anche più lunghi di una storia e si chiamano film. Per la prima volta videro Adelaide Ciafrocchi e capirono che era lei la donna di cui avevano postato così tanti ritratti pochi giorni prima, solo che qui era mora.

Qualcuno scese in edicola per ritirare il solito pacco di Amazon e fu catturato da un titolo che diceva: “Zuckerberg cancella il social dell’Europa” e prendendo in mano quello strano pezzo di carta si accorse che dentro c’erano cose che riguardavano anche lui e che un articolo non è solo il titolo e il sottotitolo, ma che (a volte) c’è anche qualcosa di più.

Altri, senza feed da dover aggiornare, scoprirono che i libri sono più belli dentro che fuori e che stanno bene su tutto, non sono solo vicini a una tazza di caffè americano e una manciata di fiori in tinta.

Pian piano le persone tornarono a guardarsi negli occhi, i panorami smisero di essere fotografati, il cibo venne mangiato caldo e le frasi dei poeti vennero lette veramente e non solo copiate e incollate come didascalia sotto i post.

Inaspettatamente, tornammo ad essere felici.

Solo i giovani, nella loro bolla, non si accorsero mai di niente: che fuori da Tik Tok un qualche tipo di mondo era finito, ma non il loro.

E con la testa, con il petto, con il cuore

ciao ciao.”

Zuckerberg vuole chiudere Meta in Europa

La notizia che Zuckerberg minacciava di chiudere Meta, etichetta sotto cui sono riuniti Instagram, Facebook e WhatsApp, in Europa è iniziata a circolare dopo un report inviato dalla società alla Sec, l’autorità che negli Stati Uniti si occupa di regolare il mercato.

Si tratta di una reazione muscolare al tonfo in borsa registrato nei giorni scorsi che ha visto il titolo perdere il 25 per cento in Borsa in un solo giorno, che vuol dire oltre 200 miliardi di capitalizzazione sfumati nel nulla. La zavorra che sta facendo precipitare le azioni di Meta è il social Facebook che non riesce a fermare l’emorragia di utenti che continuano a migrare su altre piattaforme più attrattive, ma anche più sicure in termini di salvaguardia dei dati.

A questa situazione emergenziale, Meta ha reagito diffondendo alcune pagine di un report che allude a un’interruzione dei servizi principali del gruppo nell’Unione Europea. Il documento, inviato alla Security and Exchange Commission (Sec), sembra dichiarare che in assenza di «regole chiare e globali sul flusso dei dati tra Unione europea e Stati Uniti» l’azienda non sarebbe più stata in grado di offrire alcuni dei suoi prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram.

Tuttavia, queste voci sarebbero state immediatamente smentite con una serie di dichiarazioni correttive che rassicuravano utenti e mercati dicendo che non c’era nessun desiderio di ritirarsi dall’Europa. Ma, specificano, che c’è bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed Ue. Intanto non si sono fatte attendere le prime reazioni dall’Unione europea. Eric Mamer, portavoce della Commissione Ue, ha dichiarato che l’Unione europea stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei propri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini, non certo delle “minacce” di un imprenditore, per quanto autorevole.

Il GDPR europeo contro le leggi americane in tema di privacy e cyber security

La questione che preoccupa il gruppo Meta è relativa alla sentenza Schrems II, emessa dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, che annulla una legge statunitense chiamata Privacy Shield. Secondo la sentenza Schrems II, in caso di un trasferimento dei dati personali tra Unione europea e un Paese terzo, è necessaria una reale valutazione d’impatto (impact assessment) per valutare se il Paese terzo in cui si trasferiscono i dati personali garantisca realmente un livello di protezione adeguato a quello offerto dal GDPR, il regolamento generale comunitario per la protezione dei dati.
In altre parole, le leggi americane non garantiscono adeguati livelli di privacy e cyber security, quali quelli europei.
È evidente che questa sentenza del luglio del 2020 colpisce tutte le aziende americane, ma che la società di Mark Zuckerberg è per ora quella più impattata.

Privacy e cyber security prima di tutto: arriva Oplium Italia

Da sempre in Spindox promuoviamo la cultura della sicurezza, Che non significa solo protezione dagli attacchi informatici, ma anche tutela dell’integrità delle informazioni, rispetto per la privacy e definizione di un modello di governo dei dati affidabile e trasparente per tutti. Spindox è fedele al principio della security-by-design, una sicurezza che va progettata prima che le minacce si concretizzino. Si tratta di pensare modelli organizzativi, processi e comportamenti, più ancora che infrastrutture, sistemi e applicazioni. E si tratta di farlo tenendo conto di un quadro normativo sempre più complesso. Il GDPR ci ricorda quanto possa essere impegnativa la sfida della compliance,
senza trascurare il tema della cyber security in senso tecnico.

Ed è per questo che è nata Oplium Italia Srl (con sede a Milano), una joint venture fra Spindox e la brasiliana Oplium Ltda. La missione della società è portare sul mercato servizi e soluzioni proprietarie e di terze parti, accuratamente selezionate, per la sicurezza informatica e la gestione del rischio digitale, fra le quali: cyber intelligence, verifica e adozione di framework di sicurezza, adeguamento alle leggi sulla privacy, simulazione di attacchi informatici, rilevamento e gestione delle vulnerabilità.

In Spindox non sogniamo un mondo senza social, ma ci impegniamo a disegnare un futuro in cui rispetto della privacy, tutela dei dati e consapevolezza degli strumenti siano i principi base su cui fondare una cultura dell’abitare civile e proficua, nell’universo, nel metaverso, nel multiverso o in quel che sarà.

Giada Fioravanti
Giada Fioravanti
Quando mi sono iscritta a FB ho usato questa citazione della Dolce Vita per descrivermi: «Sono troppo serio
 
per essere un dilettante, ma non abbastanza per diventare un professionista». Poi mi sono laureata, ho preso 

un dottorato, ho iniziato a lavorare nell’ambito della comunicazione e del marketing e ho capito che si poteva 

essere dei professionisti. L'importante era non prendersi troppo sul serio.

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